giovedì 2 luglio 2020

Su "Lì un tempo fioriva il mio cuore", di Filippo D'Eliso





Riportiamo qui di seguito un approfondito commento, in forma di lettera, di Mariano Lizzadro sul recente libro di Filippo D'Eliso, "Lì un tempo fioriva il mio cuore", di cui ci occuperemo prossimamente.
Intanto ringraziamo Mariano Lizzadro e Rita Pacilio di RPlibri per averci proposto di pubblicare questa lettera/recensione.



***



Caro Filippo,
bellissime le tue poesie. In molti versi mi ci sono ritrovato, forse perché l'adolescenza è la fase in cui un po’ tutti riflettiamo. Gli animi sensibili, infatti, si lasciano attraversare da turbamenti, dal desiderio di scoprire, esplorare. Le tue poesie, in un certo senso, mi appartengono anche perché la natura che descrivi,  acqua e fango e altri elementi, è la stessa della mia adolescenza.  Quello che mi colpisce di più è l'uso di costruzioni poetiche non convenzionali.  Mi spiego: durante l'adolescenza spesso capita di voler imitare i Poeti che uno sente più prossimi, invece, nel tuo modo di vedere il mondo e di costruire la realtà, noto un linguaggio profondamente personale, autentico. E poi la musica è presente già dal primo rigo fino ad arrivare all'ultimo.  La musica, grande compagna di viaggio di chi ha un animo empatico,  la musica come ispiratrice,  la musica che studiavi e che si rifletteva in quello che scrivevi. Ecco, tutto questo fa di Lì un tempo fioriva il mio cuore un piacevole cammino in compagnia di un giovane Filippo alla scoperta del mondo. E aggiungo, anche tutte le considerazioni filosofiche esistenziali che pur essendo tipiche di tanti adolescenti,  in te, attraverso un linguaggio poetico maturo, acquistano un'altra valenza:  la valenza di un suonatore di parole che cerca di mettere sulla carta quello che prova e che sente.

Mariano Lizzadro

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