Una città dunque che è anche
il nostro stato, la nostra vita di tutti i giorni, con le problematiche
economiche e lavorative che incidono fortemente sugli stati d’animo e sui
comportamenti.
Guardarsi dentro, recita Mara
in una delle poesie della raccolta, per trovare cosa: è questo uno dei cardini
del progetto poetico della nostra autrice, e cioè dire, raccontare, far vedere la
mancanza di contenuti forti, di valori, forse anche di buoni sentimenti, in un
cuore di città (e di umanità) ormai sempre più leggera e superficiale, forse
anche banale, priva di motivazioni essenziali; e questo vuoto viene purtroppo riempito
dal degrado ambientale, dall’egoismo, dall’indifferenza generale.
Ma come sempre, la poesia, la parola poetica, è maestra nell’assumere in sé, quasi assorbendoli, gli umori, le emozioni, positive o anche negative che siano, per offrire una ricostruzione nobile e schietta della realtà di cui parla. La poesia non inneggia e non condanna, dice le cose così come stanno, con una lingua eccelsa e universale, in grado di far riflettere, in grado di indurre propositi nuovi e rigeneranti.
Ecco: anche la poesia di Mara Venuto, scritta e proposta nella lingua della città, è un chiaro e pregevole esempio di questa nobile funzione della poesia.
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Mara Venuto, La lingua della città, Edizioni Delta3. Collana Letture Meridiane diretta da Eleonora Rimolo. Prefazione di Giorgio Galli.
Opera Segnalata al Premio di Poesia Contemporanea Bologna in Lettere 2020 Sezione Raccolta Inedita.
il sangue le voci, non c’erano animali
o fuochi nella terra delle ragioni,
solo una bocca incapace di amore.
A settembre la città odorava di polvere e acqua,
la strada era un nido di passi
gazzelle e grembiuli neri
a coprire la bellezza dallo sporco.
***
Sui muri della città è scritta la nostra voce
l’eco è un’ombra d’acqua alla resa,
l’ascoltano i vecchi per farsi ragione
a ogni altro pare un invisibile fermento
che di notte partorisce eroi.
Nel sonno la luce fredda sui balconi
è una proiezione di capelli virginali,
una madonna s’abbandona sorretta al sale marino
ma nessuno la prega.
Fedeli ai riti viscerali i nodi invisibili
scendono nell’esofago e raccontano la vita così come è,
una trama stoica di anni minuti.
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Mara Venuto
è nata a Taranto, vive a Ostuni. Tra le sue pubblicazioni: i monologhi teatrali
Leggimi nei pensieri (2008) e The Monster (2015, testo finalista
al Mario Fratti Award 2014 di New York per la drammaturgia
italiana); le raccolte poetiche Gli impermeabili (2016,
menzione di merito al Premio internazionale Piero Alinari 2014) e Questa
polvere la sparge il vento (2019, opera segnalata al Premio Bologna in
Lettere 2018 - Sezione Raccolta inedita di poesie; menzione
speciale al Premio Internazionale di Poesia Don Luigi Di Liegro 2020 -
Sezione Raccolta edita di poesie).
Ha curato e
pubblicato numerosi altri volumi, tra cui un ciclo di pubblicazioni al
femminile.
Sue poesie
sono state tradotte e pubblicate in polacco, inglese, russo, hindi, albanese e
spagnolo.
È inclusa in
una trilogia di monografie dedicate alla poesia italiana femminile
contemporanea
(Macabor
Editore, 2017).
È stata
ospite di Festival internazionali di Poesia, tra cui il IX Festival di
Poesia Slava a Varsavia nel 2016.
Suoi testi e corti teatrali su tematiche sociali - The Monster; Gli
Eroi; Faith; Zitti zitti; Miché; N.N.; Gli Argini di Spoon River - sono
stati premiati in ambito nazionale e internazionale e rappresentati con buon
riscontro di pubblico e critica.
A maggio 2021 è uscita la sua ultima raccolta poetica La lingua della
città (Opera segnalata al Premio Bologna in Lettere 2020 -
Sezione Raccolta inedita di poesie) nella collana
Letture meridiane diretta da Eleonora Rimolo per Delta3Edizioni.
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Il libro "La lingua della città" di Mara Venuto è stato presentato nell'ambito della rassegna "Il London Park Letterario" a Sant'Anastasia (Na), incontro del 9 luglio 2021.
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