lunedì 24 settembre 2018

Chiara Franchitti e le sue "Tracce d'eternità"


"Tracce d'eternità", Edizioni Eva, è la prima raccolta poetica di Chiara Franchitti, una giovane poetessa molisana che però ha già all'attivo diverse collaborazioni con testate giornalistiche locali, saggi storici e pubblicazioni interessanti nel campo religioso. Un'attività poliedrica che la coinvolge totalmente e la rende partecipe e protagonista in molti eventi culturali del molisano e non solo, basti pensare all'intensa collaborazione con il compianto Amerigo Iannacone, giornalista e poeta assai noto, nonché sostenitore dell'esperanto, di cui egli, come anche la nostra Chiara, fu prodigo e insigne studioso e divulgatore.
Ma tornando alla poesia di Chiara, elemento di vita e di studio irrinunciabili per la nostra autrice, notiamo la sua intensa ispirazione religiosa, di un religioso però che, come afferma anche Amerigo Iannacone nella prefazione del libro, non travalica l'aspetto strettamente canonico e dottrinale, bensì si lascia andare ad autentici slanci pervasi di bontà e di amore, nel senso più generale del termine, non rinunciando neanche a qualche lieve e delicato riferimento all'amore fisico, evidente nelle poesie rivolte al suo fidanzato (ci sono, nel libro, degli acrostici molto belli che si riferiscono proprio a lui).
Una poesia delicata, dunque, priva di sovrastrutture inutili e quindi diretta, ma profonda e sincera nel suo dettato.
Iniziamo con Chiara Franchitti una nuova rubrica di "Transiti Poetici", intitolata "Proposte in transito", proprio con l'intento di far conoscere al pubblico che ci segue, nuove voci poetiche, ma comunque interessanti e dotate di una impronta sicura e costante.
Da "Tracce d'eternità" abbiamo estrapolato alcune poesie, che riportiamo qui di seguito, aspettandoci dai lettori che ci seguono un loro contributo con eventuali commenti o riflessioni in merito.



Grazia malinconica

Veste di luce
l’uomo del mio tempo
antiche illusioni
che placano il momento.

Ma oltre la coltre
di paglia che arde
tutto è relativo.

Come in uniforme
cala nell’istante,
fermo adesso e qui,
spinge luce eterna.

Piccolo in un nido
desto l’uomo nuovo
tiene il fuoco acceso
e, dove trova un varco,
s’innesta la potenza.

31 dicembre 2013


Vieni!

Spegni il caos della mia mente,
fatti strada tra i pensieri,
scaglia, getta, butta giú tutte le porte,
irrompi dentro me, riempimi di te.

Grida, urla a squarciagola,
fissati davanti al mio sguardo.
Ti prego, insisti,
ho sete di te.

Vieni, vieni,
io ti aspetto.
E se già sei accanto a me
ti supplico, accendimi la luce.

dicembre 2006


Alla presenza di una corporeità trasfigurata

Io in te, tu in me
nel godimento di presenza,
nell’anticipazione di pienezza,
nell’uragano della passione.
I corpi si fondono,
i miei pensieri si annullano nei tuoi,
mi sazi di “altro”.
Sei tutto in tutto.
Mia gioia, mia speranza, mia vita.

3 aprile 2015


Come una corda di violino

Ti assale la tensione
quando al senso di vuoto
si aggiunge la paura di sbagliare
ed è sempre piú impellente
quel bisogno di Riposo
a cui non puoi tu sopperire...

E in assenza di Riposo
ti accontenti di dormire, dormire, dormire.
E ti senti come l’aria
tra il cannellino e lo stantuffo
di una siringa quando
lo stantuffo viene spinto verso il basso.

E ti manca il respiro
e il panico ti assale
sembra tutto degenerare
e continui il viaggio stanco,
smarrito nella corsa
contro il tempo,
inseguendo una meta:
il ristoro dell’anima.

estate 2007


Cosa resta?

Dall’oggi al domani
tutto può cambiare.
Un’antica abitudine,
una quotidianità consolidata,
un equilibrio raggiunto.
Un giorno una notizia
sconvolge i progetti,
spiazza le aspettative,
stona l’armonia.
Era da mettere in conto,
ma fin quando non accade
si evita il pensiero,
non si è mai pronti,
si resta aggrappati al presente
che poi è il quasi passato.
Ma alla luce dei fatti
bisogna prendere atto,
il sogno è finito.
È stato un sogno meraviglioso,
ma è ora di svegliarsi.
Cosa resta?
Insieme a inevitabili lacrime,
ricordi magnifici
e relazioni eterne
che mai nessuno potrà
cancellare.

19 settembre 2016


Riportiamo anche una poesia che Amerigo Iannacone ha dedicato alla nostra Autrice (interessante la composizione del libro, al termine del quale Chiara ha voluto includere tre testi a lei dedicati, di altrettanti autori)



Coltivare la speranza

A Chiara

Non è facile, Chiara,
guardare al futuro fiduciosi
non è facile coltivare la speranza
in un mondo che bara.
Ma tu mi dai una lezione
quando parli di una selezione
positiva da fare
dimenticando il male.
Tu hai parole che infondono coraggio
e fiducia nel viaggio esistenziale
anche se bene o male
con passo malfermo
cedevole e passivo ci avviamo
alla dirittura di arrivo.

8 febbraio 2017, 23.05

AMERIGO IANNACONE

Questi testi sono stati tratti dal libro "Tracce d'eternità", di Chiara Franchitti, Edizioni EVA, 2017, Collana di Poesia contemporanea L'Albatro, diretta da Amerigo Iannacone. Prefazione di Amerigo Iannacone. Postfazione di Adriano Tollo.

Chiara Franchitti è nata nel 1989 a Isernia. Vive a Santa Maria Oliveto (IS). Ha conseguito la Laurea magistrale in Lettere Classiche presso l’Università degli Studi di Cassino con una tesi in Storia della Filosofia sul “già e non ancora”. Nel 2016 si è laureata in Scienze Religiose (triennale) presso l’Istituto Superiore di Scienze Religiose “San Roberto Bellarmino” di Capua con una tesi in Storia della Chiesa locale sulla storia della Caritas e del Consultorio Familiare nella Diocesi Isernia-Venafro. Attualmente è studentessa del quinto anno di Teologia presso la Pontificia Facoltà Teologica dell’Italia Meridionale sezione “San Luigi” di Napoli.
Ha partecipato a numerosi Premi Letterari sin dagli anni della Scuola Primaria conseguendo vari riconoscimenti. È autrice di testi in prosa e in versi.
È direttrice, insieme a Carmen Buono, della Collana “Il nastro e la penna di una voce” per le Edizioni Eva.
Scrive periodicamente sulla rivista Molisinsieme e sui quotidiani Primo Piano Molise e Quotidiano del Molise. È fautrice del movimento esperantista.


sabato 1 settembre 2018

"L'arte della fede", di Antonio Di Nola


Nelle parole / il sangue dell'anima, / il filo ricurvo / del pensiero, / la verità senza fatti. / Nelle parole / l'essere.
Con questi versi ha inizio il percorso poetico di Antonio Di Nola, in un libro recentissimo dal titolo "L'arte della fede". Mi piace partire da questi versi per esprimere qualche breve riflessione sulla raccolta, cercando di interpretare l'intento poetico dell'autore. Il quale Autore, professore ordinario di Logica Matematica e Direttore del Dipartimento di Matematica dell'Università degli Studi di Salerno, non è certamente al suo esordio poetico, avendo già pubblicato i testi Monos (Oédipus, 2014) e "Lettere dal purgatorio" (Oédipus, 2016).
E' evidente la grande importanza che Antonio Di Nola attribuisce alla parola poetica, riscontrando in essa il sofferto tentativo di esporre in un modo stilisticamente adeguato, il proprio groviglio interiore, le proprie sensazioni (il sangue dell'anima), la propria verità o risposta che dir si voglia, nei riguardi del mondo e dell'esistenza umana. Tutto ciò, forse, sembrerebbe contrastare con la formazione professionale e l'attività quotidiana del nostro Autore, impegnato come sappiamo in ben altre materie e argomenti che di allusivo, di metaforico, di simbolico come la poesia in genere, nulla hanno a che fare! Ma invero ognuno di noi possiede una capacità creativa innata, una attitudine a estrapolare dalla realtà le proiezioni di possibili mondi "sperati" o "paralleli", di sogni e di progetti che si possono costruire e realizzare con il proprio talento creativo e artistico: mete da raggiungere utilizzando totalmente il cuore, l'input illuminante, la mente, le mani; e così capita che anche un valente professore di matematica possa eccellere nella realizzazione di progetti poetici e letterari di spessore.
Abbiamo già accennato alle sue precedenti pubblicazioni di testi poetici, ma qui ci soffermeremo brevemente su questo recente "L'arte della fede", una raccolta omogenea di versi tutti inerenti ad una ricerca profonda di un senso umano dell'esistenza, prendendo spunto anche dal lato spirituale e religioso (più che altro storico-religioso).
Il titolo, come sovente accade, è significativo e racchiude in sé, riassumendolo, l'intero progetto poetico dell'autore in questa raccolta: "L'arte della fede". La fede è dunque un'arte, è anche un'arte? Credo che si possa in qualche modo interpretare il pensiero poetico dell'autore, immaginando un mondo trascendentale, che ha comunque radici nel tessuto dell'umanità, da raggiungere attraverso processi di rielaborazione religiosa, rifacendosi alla fede cristiana. Le poesie di Antonio Di Nola, in questa raccolta, sono infatti generalmente aderenti, se vogliamo ispirate, alla realtà storica della religione cristiana, ma l'aspetto più importante è che il Di Nola traendo spunto (o, come dicevo prima, ispirazione) da questa, traduce e concretizza in versi la sua ricerca interiore, il suo profondo interrogarsi sul senso religioso e spirituale di se stesso e dell'uomo in generale. Ecco dunque che la "fede è un'arte", nel senso che tale ricerca, tali interrogativi, possono benissimo esplicitarsi mediante la poesia: l'arte della parola (e qui ritorniamo ai versi d'esergo della raccolta: "nelle parole il sangue dell'anima", eccetera…).
Una poesia interrogante, dunque, pregna di quel desiderio di conoscenza trascendentale che il mondo odierno, con la sua materialità, egoismo e superficialità, sovente non permette di perfezionare né di realizzare, ma che soltanto con l'arte, e quindi anche con la poesia, è possibile esplicitare, manifestare. Dubbi, incertezze, smarrimenti, scoramenti, ma anche luci e speranze: questo, il mondo poetico de "L'arte della fede" di Antonio Di Nola, poeta consapevole del proprio ruolo nel mondo, sia quando esprime  la sua competenza professionale, sia quando esprime la sua competenza artistica e letteraria: un connubio che si integra e si amalgama in una persona che sa guardare anche al mistero e alla trascendenza, cercando nel cuore dell'uomo una verità e una luce di salvezza e di redenzione: con versi che fluiscono rapidi, incisivi, precisi anche nei rimandi storici e religiosi: una poesia che induce a riflettere, distogliendo il lettore dallo scontato e sovente banale  "sopravvivere" quotidiano.
Ma anche qui, per il nostro caro amico poeta Antonio Di Nola, saranno graditi eventuali ulteriori commenti da parte dei lettori che ci seguono. E per dare a tutti questa opportunità, come di consueto riportiamo alcuni testi poetici tratti dal suo libro.

Il sigillo della Poesia

Nelle parole
il sangue dell'anima,
il filo ricurvo
del pensiero,
la verità senza fatti.
Nelle parole
l'essere.

 ***

Monos

Un solo dattero
secco.
Una sola palma,
una sola ombra
sottile
di un solo muro
di fango.
Un solo deserto
di un solo dio.
Un solo purgatorio
di una sola anima.
Una sola vita,
di un solo uomo,
di fango.
Chiama, chiama
nel deserto
una sola voce,
eis eis monos.

 ***

L’origine

Dieci volte Adamo,
dieci volte Eva,
mille serpenti,
mi dovranno
poi spiegare
questa angoscia,
questa solitudine
di tutti,
fra tutti.

 ***

Il sangue della terra

Sono tormentato
dalla solitudine
incompleta
del mio spirito
e dal suo muto dialogo,
nutrito dal mistero.
Vorrei vivere là
dove il mondo è compiuto
e contemplare il sangue della terra,
che è fatto di mezze verità.

 ***

La fine

La fine
è gemere nella polvere
sotto i colpi del caso.

Per teorema
ne prendo coscienza.

Passo su passo lungo la vita
ne tento una prova
che plachi la mente.

Il martirio
è la fede nell'esistere.

 ***

L’arte della fede

Nel fragile dialogo dei sensi
con l’incongruo universo,
la fede scava un solco
tra la profezia e la rivelazione.

Nell’impossibile ricerca
dei segni dello spirito
nella carne del tempo
l’attesa stessa dello spirito
rende preziosa
l’arte della fede.

 ***

Damasco

A Damasco,
a Damasco vado.
A Damasco mi attende una voce,
a Damasco,
a Damasco vado.
A Damasco mi attende una luce.
A Damasco,
a Damasco, vado
e rinasco.

 ***

Ich habe genug

L'anima mia,
vascello in viaggio,
battuta dal mare del tempo
si muove come medusa.

Come fiori
siamo fatti di tempo.
Poi
si apriranno le porte della rivelazione.

Questo mi basta.

Antonio Di Nola, "L'arte della fede"



Alda Merini vista da Ninnj Di Stefano Busà