Giovanna Secondulfo attraversa quindi questi stati d’animo che tendono, da una parte, alla consapevolezza che la realtà circostante ha un progressivo calare di tono fino all’esaurimento delle energie (“Albeggia lontano una luce, / il vero che brucia / l'iride scomposto, / cola la cera / dalla lucerna / in preghiera…”), mentre dall’altra appare uno spiraglio di luce e di speranza, in ciò che la natura offre a simbolo di rinnovamento e di rinascita (“…È un sorso nero e bianco di vita che sarà. / Una promessa segreta di felicità”…). In questo alternarsi dimidiata tra cenere e ciliegie, la nostra poetessa riesce a trovare un equilibrio di continuità e di appagamento, specie nella memoria e nei ricordi che la legano alla sua terra natia: “Sono nata laggiù, terra feconda, / d'estate rovente, / rose rosse con il capo all'ingiù, / femmina pure. / Di nocciole e uva sapida l'aria, / ai piedi di un monte arrabbiato, / sbuffi di fumo e lanci di pietre.” Il tipico ambiente vesuviano si manifesta infatti in molte delle sue poesie in questa raccolta, dove il dolce e l’amaro, l’asprezza e la morbidezza, la violenza vulcanica e i colori vividi della terra e del cielo, si mescolano in un tutt’uno di forza creativa, di potenziale distruttore-rigeneratore di frutti e di umori, di caratteri e di sentimenti, di emozioni e di genialità.
La raccolta si divide dunque in due sezioni, cenere e ciliegie, ma introdotte da una pre-sezione intitolata semplicemente “poesia”, come a voler disporre su un ideale ripiano i motivi ispiratori, le intuizioni e le ricerche preliminari che daranno poi corpo a tutta la raccolta. Raccolta che in tal modo si presenta organicamente realizzata, con un celato filo conduttore rappresentato da una parola poetica efficace e propositiva, nonché con un procedere fluido e gradevole, anche per la scelta di centralizzare i versi, captando in tal modo maggiormente l’attenzione del lettore.
Verde di poesia
Verde di meriggio,
di sole pallido
ad asciugare ciò che resta,
acquitrini di rane festanti
e grilli nascosti.
Verde di cielo annoiato,
sbuffi di immagini poco disegnate,
formicai in fila solenne
e gazze nascoste su rami agghindati.
Verde di me,
riflessa in armonia di tempi passati,
verde di desideri
fermi dietro le spalle,
verde di vita che,
carponi,
zoppicante,
per mano
è tornata.
La mia poesia
(omaggio ad Agnese Coppola)
Sono venuta,
scalza,
erba alta e caldo tra i noccioli.
Bianca la veste,
stirata dall'aria,
e capelli alle spalle discinti,
pennellati di oro.
Occhio aperto
sul davanzale dell'orizzonte
a dire parola,
incisa nel palmo della mano,
chiuso finora.
Parola,
stanza aperta,
glicine in fiore a capanna di sogni,
zolla di zucchero,
terra bagnata dopo la pioggia,
carezza.
Il tuo dono, il mio respiro,
avara di prendere il largo,
ammainare la vela,
singhiozzare tra i giorni,
consolare.
***
Cenere e ciliegie
Sono nata laggiù, terra feconda,
d'estate rovente,
rose rosse con il capo all'ingiù,
femmina pure.
Di nocciole e uva sapida l'aria,
ai piedi di un monte arrabbiato,
sbuffi di fumo e lanci di pietre.
Sono nata da acqua di sale,
scale e scogli di gelati al caffè
e passi di piedi lungo una via
che di meta di vita il sapore ora ha.
E canti, corse di cielo,
foglie secche e angoli di muro in preghiera
di futuro che adesso c'è.
Sono nata laggiù
da una terra in festa,
magia di luci,
oca grigia in un recinto,
ventre di vacca,
trubbea rossa di ciliegie
e arance amare.
Sono nata su un fianco di terra precaria,
dove le mani stringono i sogni
e hanno braccia lunghe di umanità.
Vendemmia
Rivedo le mani,
il sole che sorge
tra i rami,
i filari vedovi di colore.
Grappoli e pampini cadere.
E la sera,
brace spenta,
tini traboccanti,
l'odore si spande
tra i vicoli.
Settembre è allegria, raccolta e riposo.
Settembre è incontro, fatica e bellezza, un
dipinto scolorito e frizzante,
la vendemmia dell'anno che va,
bagaglio pesante di
malinconia. È un sorso nero e bianco di vita che sarà.
Una promessa segreta di felicità.
Mamma
Ti tesserei sulla linea del tempo
con ore di rosso
e minuti di verde,
tempo di un tempo
di punti lontani,
aghi di filo e mani
su un braciere di fuoco
quasi spento.
E storie di fate, maghi e merletti
con fiori blu
su pietre bianche
e tutto l'arancio di una cucitura di passi lenti
che ancora io sento.
Commiato
La fine del giorno arriva,
la luce abdica e i pensieri si lasciano sdraiare sotto le
coperte.
Qualcosa finisce e lascia sul tappeto briciole di egoismo,
bello provare a non essere quello che siamo,
spingere la linea più in là, nel recinto più vicino e
venderlo come scomodo.
La luce è abdicata, si dorme un sonno finalmente tranquillo,
in attesa di un'alba che regala speranza di nuovi
e felici sentieri.
Non ne sentirò la mancanza
Addio
Andare
domani,
cieli più tersi i pensieri,
passi desueti,
finestre di grano,
la terra bagnata sa di terra.
Che sento?
Aria nuova,
tra i miei lunghi capelli, brivido bambino,
malinconia laggiù di te.
Ti lascio e vado,
corro via dalla nebbia,
dorme sul lago, eterea, funesta, meravigliosa.
Ti lascio passare,
scorrere via acqua del tempo, altro io vado a cercare.
Ti abbraccio ora,
non prevedo ritorno
Me stessa
Braccia aperte,
cuore chiuso,
dei chiodi la ruggine
ha cancellato la testa.
Le trappole usate,
parole,
a pungere prima,
tagliare poi
l'ultimo briciolo di coraggio per volare via.
Le gabbie non amano,
celano il dramma del drappo
che gli occhi sentono
della follia.
Non sento, ma vedo,
non resto,
L'amore indossa un'altra veste,
me stessa.
Giovanna Secondulfo, Cenere e ciliegie, Daimon Edizioni,
2023
Giovanna Secondulfo ha origini vesuviane, ma vive a Milano,
dove insegna lettere. Impegnata in
numerose iniziative culturali e sociali, è da sempre appassionata di
scrittura. Collabora con diverse case
editrici ed ha contribuito alla realizzazione di diverse raccolte antologiche,
come “Rosso” con Ivvi Edizioni e la più
recente silloge “Il colore delle parole” con Jack Edizioni. Premiata più volte
in concorsi letterari, giurata in diversi concorsi letterari, è autrice delle sillogi poetiche “Angoli di vita”, edita da
InEdition e “Cenere e ciliegie” edita
dalla Daimon Edizioni. E’ stata insignita del premio Sorellanza 2021 dalla
prestigiosa associazione My Emotion Life”, con cui collabora alla realizzazione di incontri poetici nel programma settimanale
“Pillole di Umanità”. Giurata in diversi e noti premi poetici è il presidente
del premio poetico “Benvenuta Sorellanza”.
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