Tratti da una sua recente raccolta poetica ancora in formazione, proponiamo qui di seguito tre brani, molto brevi, in cui spicca l’impellenza del dire, l’urgenza delle infinite riflessioni epigrammatiche che scaturisce come sorgente d’acqua inarrestabile dal suo cuore creativo. Ma l’esperienza e la buona frequentazione del mondo letterario, le permettono di tenere ben salde le redini dell’impeto poetico, incanalandolo in versi esigui ma controllati, lavorati, significativi. Si tratta di un buon raggiungimento di sintesi, necessaria perché la poesia non si appiattisca diventando un mero e debordante impasto di versi alla rinfusa, seppur propositivi. La concisione, l'essenzialità di Flavia Tomassini, coglie il profondo costrutto del concetto e lo esplicita con filosofica visione.
Saliamo alla penombra dello studio
indecisi se accettare pienamente
la realtà; il quadro o il disegno
scorto dietro il senso che ci preme.
***
Ci addormentiamo con l’oscurità,
i volti orientati alle mammelle
di una fiamma. Erriamo nel limbo
dei viventi, fra la resa e la riluttanza.
***
È la nostalgia dei loro stessi
impulsi: la malinconia del riflesso
che li rimanda indietro
all’emozione di percepirsi
ora che si riconoscono
distanti –
distinti.
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