lunedì 8 gennaio 2024

Errore cronologico: il recente volume di poesie di Irene Sabetta

Malinconica ricerca dell’io / in un pugno di polvere” (dal brano “errore cronologico”): direi che è concentrato in questi due versi lapidari il nucleo fondamentale della recente ricerca poetica (e filosofica!) di Irene Sabetta, sviluppata nella raccolta che volentieri segnaliamo qui ai nostri lettori. Errore cronologico, titolo che ritroviamo pure nel testo di pagina 45, come accennavo più su, edito nel 2023 da “Il Convivio” di Giuseppe Manitta, con una arguta postfazione di Franco Falasca, è dunque l’interessante raccolta che, dopo Inconcludendo, Il mondo visto da vicino e Nella cenere dei giochi, riconferma la bontà e lo spessore del mondo poetico della nostra autrice, nell’attuale panorama letterario italiano.
Anche in questa raccolta, Irene Sabetta rivolge il suo sguardo al mondo circostante e agli aspetti di carattere esistenziale, filosofico e sociologico, ampliando e approfondendo ulteriormente le sue riflessioni fino a ricercare, nei dati geo-sociali, quel punto d’inizio dell’umanità dove questa avrebbe potuto svilupparsi in modo più armonioso, giusto ed equilibrato (“avremmo potuto inventare un’altra rotta / spostare di lato l’asse terrestre / e dormire nei fossi”…). Si tratta di una profonda indagine su quanto l’uomo ha costruito finora, paragonando in parallelo questa realtà a quella che l’occhio e il cuore dell’autrice (e in fin dei conti di tutta la buona Umanità!...) avrebbe desiderato che fosse. E il desiderio di un mondo diverso, scevro da innervature maligne e stereotipi ingombranti, da falsità e sopraffazioni, si evidenzia in prima persona con la consapevolezza di poter agire da protagonista (“sono forse io il prescelto? / quello nato per archiviare i misfatti della storia / e decretare l’avvento di un destino giusto?”…).
La sua visione della realtà, nel suo complesso umano, sociale e persino politico, non è quindi distaccata, bensì pienamente partecipata, rimanendone coinvolta in prima persona ancora di più che, ad esempio, ne Il mondo visto da vicino. Irene Sabetta infatti in questa raccolta densa di un grande potenziale propositivo per un cambiamento di rotta, a partire da quell’errore cronologico che ha determinato l’inizio del degrado tuttora in corso, esprime con tutta la sua accattivante veemenza poetica tutto ciò che non dovrebbe essere. Purtuttavia, come fa notare intelligentemente Franco Falasca, questa sua impronta poetica appare delicata, quasi dietro le quinte, in un continuo, incessante e sofferto dialogo interiore vòlto a spiegare (ma non a giustificare) l’attualità.
E come è possibile questa impronta che, mentre calca la storia cercando di condizionarla, di riportarla nella giusta dimensione dopo l’errore cronologico, dall’altra parte rimane sospesa e indeterminata?... Quasi a voler applicare al mondo intero la famosa legge di indeterminazione di Heisenberg in base alla quale non è possibile precisare contemporaneamente posizione e velocità di una particella, perché le due qualità si condizionano a vicenda. È possibile con la poesia. La conciliazione tra le due vedute, prima e dopo l’errore cronologico, avviene tramite la poesia: “la poesia non è cibo / ma se ti nutre / deve essere buona / poesia biologica a filiera corta / dall’idea alla parola / materia prima e ultima / dell’unico confronto possibile”…
Poesia dunque come unico mezzo, discreto ma sottilmente efficace, in grado di raggiungere direttamente, ma con delicatezza, le sfere più intime dell’animo umano per coinvolgerlo e sconvolgerlo. Irene Sabetta ne è consapevole, perché la sua è buona poesia, a filiera corta, diretta, senza ostacoli di punteggiature o distrazioni di pause e lettere maiuscole, ma perfettamente aderente allo scopo, alla funzione che in queste parole altamente poetiche l’autrice si era imposta: una dolorosa ricerca del (vero) io, in un mondo che ha sbagliato direzione umana e sociale da ormai troppo tempo.

A seguire, per i nostri lettori, alcuni brani tratti dal libro.

ore 18.00

 

la risoluzione magnetica

registra aumento e diminuzione

e il compito di dire accende la corteccia

ma lo sforzo involontario che corruga la fronte

accompagna la necessità

ed il superfluo distruggendo insegna

 

il metodo è essenziale alla parola

 

epilessia bloccata di inalterabili funzioni

per aiutare medico e malato

ad ascoltare la voce di un neurone

frequenze variabili segnali fluttuanti

dal cuore al cervello alla balaustra

 

 ***

 

amleto in patagonia

 

nel dissesto della misura

il grande orologio batte un tempo tardivo

che al limite dell’intervallo

torna in voluta d’incenso

e schiva la punta della spada avvelenata

 

sono forse io il prescelto?

quello nato per archiviare i misfatti della storia

e decretare l’avvento di un destino giusto?

 

le mie azioni sono senza guida

e marciscono le risoluzioni

assieme ai fiori sulle tombe

 

troppe trame da dipanare

troppi occhi dovrei avere

per sondare il grembo buio di tutti i mali

 

eppure resto in questa landa squassata

a misurare i passi silenziosi

di uno spettro che vorrebbe dirci qualcosa

 

 ***

 

aerei

 

non è linea riconoscibile

che separa un mondo dal suo doppio

 

nel tramonto sfumato

al largo dei secoli in numeri romani

strati di ricchezza non allineati

si ammucchiano su un versante solo

 

per effetto ottico della distanza e dell’altezza

un mondo sembra l’altro

e tra africa ed europa solo acqua

 

 ***

 

campo minato

 

l’architetto del labirinto

è un idolo che avanza

con i serpenti nelle mani

e innesca tagliole

lungo la strada buia dei desideri

 

non sono mai stata qui

e so che la saggezza appartiene ai morti

 

non potrò fare altro

che giocare a nascondino

con il santo patrono delle cause perse

 

la poesia non è cibo

ma se ti nutre

deve essere buona

poesia biologica a filiera corta

dall’idea alla parola

materia prima e ultima

dell’unico confronto possibile

 

nessuna indicazione

molte trappole

un unico sospetto

che questa nave sia stata costruita

per naufragare

 

*** 

 

eclittica

 

il fato non è al di sopra delle cose

e i funerali non sono tutti uguali

 

quando i pezzi tutti d’oro

luccicheranno nell’erba

del gioco di scacchi interrotto

i piedi dei figli degli uccisi

correranno al ritmo del cosmo

e ogni treno arriverà puntuale

 

scienza e realtà occuperanno la stessa pagina

e coincideranno i peccati e le virtù

sul filo teso dell’orbita aurorale

 

sarà il giorno del pentagramma perfetto

in cui la mente si muoverà con i pianeti

a ricalcare la vita con precisione prima della scrittura

 

 ***

 

ripensamenti

 

seimila anni fa e oltre

quando le costellazioni

erano l’alfabeto del cielo

avremmo potuto inventare un’altra rotta

spostare di lato l’asse terrestre

e dormire nei fossi

 

nel solco della scrittura

si perdono le tracce di un misticismo

senza spargimento di sangue

dell’armonia muta dei corpi

l’immaginazione regala secondi pensieri

che la ragione non riconosce

 

il giudizio riposto nell’ovest

cancella i fiumi volanti dell’amazzonia

e i disegni sui volti dei guerrieri diventano macchie

hegel ha scritto che non può che essere così

‒ e gli hanno creduto

ma il rumore di fondo

che agita i mari e le giornate bianche

è l’eco del possibile che grugnisce in cattività

 

 ***

 

errore cronologico

 

oltre l’ordine morale delle cose

nello spazio anacronistico

dell’azione incerta

l’alone dell’errore assorbe

lo spessore della luce

e incrosta di vita l’intenzione

 

malinconica ricerca dell’io

in un pugno di polvere

 

discorso diluito nel sonno

tra un tradimento e l’altro

una cena e l’altra

 

dove il volto e la maschera non si toccano

tra le labbra e il bicchiere

tra la chiave non trovata

e la tasca bucata

inizia una spirale infinita

la retta via di fuga

dei pensieri latitanti

sulla curva

che euclide non vide

la lancetta spezzata dei minuti

annulla ogni racconto

e si fa giorno


Irene Sabetta, Errore cronologico, Il Convivio Editore, 2023. Postfazione di Franco Falasca. Foto di copertina di Sandro Figliozzi.

Irene Sabetta vive ad Alatri (Fr), dove insegna lingua e letteratura inglese al liceo. Suoi testi sono presenti su diversi blog, in antologie curate da vari editori, in “poemi collettivi” e riviste letterarie online e cartacee. Dal 2019 collabora con la rivista “Formafluens – International Literary Magazine”. Nel 2021 è stata finalista al premio “Arcipelago Itaca” e ha ottenuto il secondo posto al premio “Antica Pyrgos”. Nel 2022 suoi testi inediti sono stati finalisti al Premio “Lorenzo Montano” di Verona e al Premio “I Murazzi” di Torino. Nel 2023 è risultata vincitrice, nella sezione “silloge inedita”, al concorso “Carlo Bo – Giovanni De Scalzo” di Sestri Levante. Ha pubblicato i volumi di poesia Inconcludendo (EscaMontage 2018), Il mondo visto da vicino (Il Convivio Editore 2020), Nella cenere dei giochi (La Vita Felice, 2022). Errore cronologico (opera tra le vincitrici del premio per silloge inedita “Pietro Carrera” 2023) è la sua quarta raccolta.





 

 

 

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