Ma allora, perché la gioia delle incompiute? E, soprattutto, cosa intende suggerire Rita Greco, con questi suoi versi? È naturalmente difficile “spiegare” il segreto intendimento di un poeta, di un bravo poeta come lo è senza dubbio la nostra Rita, che con la sua poesia esprime tutto un mondo, a partire da un’ipotesi (un’”ispirazione”?...) tutta sua e che, via via, si allarga, assume mille contorni e mille sfaccettature, mille coloriture, come quando si getta una pietra in uno stagno: la pietra è l’idea di base, e gli anelli concentrici di onde così provocati costituiscono i significati altri, i rimandi, le allusioni… Rita Greco dunque conosce, come dicevo, l’incompiutezza delle cose, si rende conto che non è possibile una “realtà” completamente soddisfacente, sia dal punto di vista materiale che da quello psicologico ed emotivo. Ma non si rassegna e non si arrende a questo. In una sorta di recupero quasi catartico, di ricalcolo introspettivo degli elementi che formano il proprio mondo, la nostra poetessa trova luce e addirittura abbrivio rigenerante nella “incompiutezza” stessa delle cose e dei gesti: la gioia delle incompiute, appunto!
Ascoltiamola ora in questi versi esemplificativi del suo progetto poetico, tratti dal libro.
Fiorivo in lontananze senza peso
veste azzurrata
anelli d’alba tra i capelli
mi ripopola uno splendore
più alto
in dormiveglia penso
con fierezza
con rabbia
con amore
sarei venuta
a deporre
il mio bacio più lungo.
(dalla sezione “L’ombra amorosa”)
***
La tua mano
era una nuvola carica di pioggia.
L’ho sfiorata appena,
si sono alzate in volo
tutte le mie solitudini.
Che nome porti ora, padre,
quale sguardo indossi
per sapere chi siamo
in quale sogno decanta
il tuo silenzio?
Il cielo stesso ora
è un sogno azzurro
pieno di ali.
(dalla sezione “L’ombra amorosa”)
***
che questo fare e disfare
letti e caffettiere?
Quando torneranno le parole
sarò svaporata in uno scarabocchio.
Grandioso è il mondo
e certi suoi abitanti
posano la prima pietra
consapevoli
oppure rotolando
e io, estranea,
li misuro dal numero delle successive
gonfia di meraviglia
e di tristezza
(dalla sezione “Incompiuta”)
***
la pioggia ha un cuore che trema
e neppure una lacrima
io non ho cuore
ho un gemito lungo
un pensiero interrotto
senza occhi né bocca né verbo
sono il bordo dal quale mi affaccio
brucia la fronte del vento
delira con me spezzettata
la polvere è il mio testamento
come un lenzuolo annodato
mi contiene
il silenzio,
(dalla sezione “Incompiuta”)
***
per liberarmi del tempo
e quello mi prese
tutto il corpo
c’è così tanto da mettere a posto
non ce la farò
a morire ordinata.
(dalla sezione “Incompiuta”)
***
la poesia
si chiama resurrezione
e io la ricevo
con la gratitudine
che si deve a un dono inatteso
la contemplo
come un fiore di luce
che si schiude
tra le mie mani.
(dalla sezione “Canti in divenire”)
Rita Greco, La gioia delle incompiute, Giuliano Ladolfi
Editore, 2021; prefazione di Alfonso Guida.
Rita Greco è nata e vive a Mesagne (Br). Nel 2007 ha pubblicato la raccolta di poesie Perché ho sempre addosso un cielo (Il Filo Edizioni). Diplomata attrice professionista, conduce laboratori di teatro-poesia per bambini. È vicepresidente dell’associazione culturale “Solidea 1 Utopia”. Suoi testi sono stati pubblicati su vari siti e blog, tra cui “Rai Poesia”, “Versante Ripido”, “Poesia del nostro tempo”, “Transiti Poetici”, “Poeti Oggi”, “Bibbia d’Asfalto”.
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