Sfinge di pietra
Tu decidessi di defilarti
io capirei.
E se io continuassi a scrivere
con penna molesta,
se a te nuocesse, mi fermerei.
Se un microbo ti trascinasse via
su altri lidi
dove non sono ammessi interlocutori,
sfinge di pietra mi murerei.
Piovono parole nuove
senza alcun senso,
a dare misura di questo vuoto
che parla sospeso
in attesa di un verso.
E se fosse paura
l'assurda pretesa di dare
un nome alle cose?
Non suggerirmi
la tonalità delle grinze
del vestito che dovrei indossare.
Ingessarmi in un tailleur plissé?
No grazie non fa per me
Continuerò a luccicare di impavida follia
e mi potrai chiamare amica mia.
Oserei senza fretta
un accostamento insolito
un kimono, un sari, un kilt
è pur sempre un abito tradizionale
finché scalza e gitana,
senza veli né vincoli
senza catene o guinzagli
Io me ne andrei.
***
Sono vetro
I
Sono oltre la prudenza
del silenzio,
oltre ogni automatismo,
oltre queste acrobazie
del quotidiano.
Sono altro
da chi si vanta
di espletare un dovere
come fosse una
missione esistenziale.
Sono nei libri che ho letto
e nei versi che ho scritto,
nell'incauto ardire dei miei alunni
e nel loro argomentare ad alta voce.
Sono nel tempo che dedico a mio figlio.
Sarò altrove ad osservare schegge
di libertà negata
scansandone gli spigoli taglienti.
Sono vetro, in me ti specchi
e sai che io rifletto.
Sono altro, sono oltre, sono altrove.
V
Cerco il senso
Cerco il senso
di questo vuoto di parole
in una dimensione
che non mi appartiene.
Accumulo i silenzi
come fossero perline
da ricamare su una
toppa sgualcita.
Attendo abbracci
che non arriveranno
neanche per Natale.
Annaspo tra i perché
dei miei bambini.
Fisso lo sguardo
oltre la pianura
e mi ritorna indietro
carico di nebbia.
Torneranno le lucciole
festosi fermagli
a ravvivare i cespugli.
Elegia o parodia?
Consenso o dissenso?
Cos’è la poesia?
Canto o lamento?
Arte o linguaggio?
Credo sia un varco
per anime sole,
una brezza
che aleggia sui cuori,
l’intimo codice
di pensieri nascosti,
forse vanga
che smuove le ceneri,
tizzone ardente
di nuove scintille.
XXXIX
Le parole che non dico
Sono colme d’amore
le parole che non dico,
sul precipizio della fiducia
io le trattengo,
perché tu non ne abbia noia.
Sono colme d’amore
le parole che vorrei sussurrarti
nel talamo segreto
di questa nostra corrispondenza.
Come insetto
intrappolato nell’ambra
la mia voce…
quando io colgo
un barlume di tenerezza
nel tuo dire distratto
e vorrei tu vedessi
il sorriso che mi accende il volto
prima che volutamente
io finga di parlare d’altro.
Claudia Piccinno è docente,
traduttrice e autrice di numerosi libri di poesia. È direttrice per l’Europa
del World Festival Poetry,
ambasciatrice per l’Italia del World
Institute for Peace e di Istanbul
Sanat Art, e benemerita del Comune di Castel Maggiore per meriti culturali.
È responsabile della rubrica poesia per la Gazzetta di Istanbul, editor per l’Europa
della rivista turca Papirus, edita da Artshop; collabora con vari blog e
riviste cartacee, tra cui Menabò e Il Porticciolo.
Ha pubblicato diversi libri di
poesia, tra i quali: La sfinge e il
pierrot (Aletti Editore, 2011); Potando
l’euforbia in Transiti Diversi (Rupe Mutevole Edizioni, 2012); Tabahnha
(Il soffitto, Edizioni Majdah, 2014, edizione in serbo); Ragnatele cremisi (La Lettera Scarlatta
Edizioni, 2015); Grimizna Paucina
(Alma publisher in Belgrado, 2017); Ipotetico
Approdo (Mediagraf edizioni, Padova 2017); Karaya Cikma Hayali (Artshop, Istanbul 2018); Pourpre toile d’araignée (Edilivre, Paris 2018). Ha inoltre
pubblicato il saggio Asimov, Un volto
inedito (Il cuscino di stelle edizioni, 2020) e, in lingua francese, L'abord hypothetique (Edilivre, Parigi,
2018). Ha pubblicato in turco e inglese Karaya
Cikma Hayali (Artshop, Istanbul 2018); in serbo e macedone МОГУЋА ЛУКА
(Alma editore, Belgrado, settembre 2018); in tedesco Magie in Staunen (Verlag Expeditionm, Hamburg 2018); in lingua
araba Your voice in countersong
(Goodreads 2019 U.E.A).
È co-curatrice dei volumi
antologici: Volti invisibili (Africa
solidarietà, 2018), Atunis Galaxi
Anthology 2018 e 2019 (Albania).
Ha tradotto in lingua italiana i
libri di numerosi poeti stranieri.
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