Anche Angela Suppo non ne rimane indifferente, anzi affronta la tematica del tempo in un modo del tutto singolare e personale, lasciando che questa dimensione così tanto evocata e chiacchierata, così tanto temuta, rispettata e considerata, in ambiti emotivi ma anche scientifici, storici, filosofici, compaia in trasparenza, velatamente e delicatamente in sottofondo, un sottofondo “temporale” che permea tutte le composizioni poetiche di questo bellissimo libro, intitolato appunto “Senza indicazione di tempo”. Ed è in effetti così: il tempo c’è, ma non c’è, ovverossia è rappresentativo solo di uno scenario, di un fondale paradossalmente immobile, sul quale si sviluppano le costruzioni, le ideazioni e le memorie dell’autrice, lungo un percorso circolare fatto di andirivieni, di richiami, di visioni, di didascalie. Allora “Senza indicazione di tempo” è un percorso significativo e propositivo che vuole dimostrare l’indipendenza dal tempo di ogni emozione e sentimento che il mondo, sia esso esterno o interiore, possa suggerire, nonostante il flusso ineluttabile di questa fatidica dimensione, in cui ogni cosa e ogni individuo è immerso.
Con le sei sezioni in cui è suddiviso il libro (Stagioni, Amori, Costumi, Dei poeti, Dialoghi e Altre stagioni), Angela Suppo ricostruisce dunque in qualche modo il percorso della sua esperienza di vita toccando i vari aspetti “chiave” della sua costruzione (o meglio ri-costruzione) poetica, in cui si concentrano maggiormente i punti cardinali del suo dire. Ne risultano brani intensi, a volte persino lapidari, dotati di uno spessore semantico veramente notevole, in cui si alternano, a seconda delle sezioni, aspetti legati al sentimento, all’amore, alla religiosità, alla condizione umana, ai ricordi, persino al modo di vivere e cioè alle abitudini e all’uso della moderna tecnologia.
Un excursus di grande pregio, che denota la grande competenza poetica dell’autrice nel saper abbracciare, comprendere e significare ogni quadro e ogni aspetto della propria esperienza umana e sociale, sapendo ben estrinsecare i valori contingenti dal flusso del tempo che, spesso, deteriora e sfilaccia visioni, ricordi, riflessioni, concetti.
Proponiamo qui di seguito alcuni brani tratti dal libro, chiedendo ai nostri lettori e agli amici che si seguono di esprimere loro graditi commenti e riflessioni in proposito.
Adolescenza
Come è audace
il papavero
che, a marzo,
alza la testa!
Adolescente impudente,
frettoloso di vita,
inquieta il prato
di primavera.
(dalla sezione “Stagioni”)
***
Anziani
Sulla panchina
i vecchi stupiscono
del mondo
e di essere vivi.
Sulla panchina
non si stancano di osservare
le nuvole
e le nuvole gli fanno compagnia.
Insieme come ragazzi
ridono di nulla,
per non pensare.
Il pensiero che rode è sotto,
come il baco della mela,
la canottiera nascosta
per pudore,
la grinza della pelle
che ieri non c’era.
(dalla sezione “Stagioni”)
***
Separazione
Te ne sei andato.
Le tue cose raccolte dal cassetto,
nelle valigie delle vacanze,
(più non saranno:
bagagli e luoghi diversi – io spero –
ci attendono).
Dopo ho spostato il tavolo,
le sedie.
Dopo ho spostato mobili
e disappeso quadri.
Potrei, oggi, rivoltare la casa,
come se anche la mia anima,
leggera, componibile,
io potessi rovesciare,
e cancellare,
e cancellarti.
(dalla sezione “Amori”)
***
Prima dell’Alzheimer
In offerta
un’espansione di memoria:
40 giga,
e una barcata di minuti.
Non in offerta:
quanto ricordare,
quanto vivere,
con chi parlare.
Certo non sono comprese
le parole da dire,
i fatti da raccontare.
E la rubrica è da riempire:
raccattare amici,
a chi telefonare,
con chi chattare.
(dalla sezione “Costumi”)
***
Reading
Si scrive quasi tutto.
Qualcosa, se non tutto,
qualcuno leggerà.
La voce sapiente che si alza,
o sussurra
– lasciando fuori i sordi,
che si voltano di lì,
o di là,
nell’etere inseguendo la poesia –
ti tocca, se vuole e se tu vuoi,
anche fa invidia.
Ma quello che ti sfugge,
non puoi dire,
o non sai,
quello è davvero un infinito.
(dalla sezione “Dei poeti”)
***
E noi, Signore?
Senza fronde di salici,
o strumenti,
senza una capanna,
un rifugio per la notte,
così lontani
dalla cima del monte,
dove non vuoi le tende.
In un tempo senza Parola,
affollato di parole,
dacci oggi ancora
il palpitare delle stelle,
un anticipo di Te.
(dalla sezione “Dialoghi”)
***
Il treno delle quattro
Il treno delle quattro non passa più,
quando l’alba schiarisce il mare,
e si esce dal sonno della notte.
Carichi e misteriosi i treni merci,
vuoti, a volte, diretti verso il nulla,
un percuotersi di ferro su ferro,
un diverso fragore dei vagoni
che si scioglieva, e subito era via.
Sui binari scivola ora l’assenza
dei viaggiatori del mondo oscuro,
un silenzio senza destinazioni,
insonnia muta senza compagnia.
(Dalla sezione “Altre stagioni”)
Anziani
Sulla panchina
i vecchi stupiscono
del mondo
e di essere vivi.
Sulla panchina
non si stancano di osservare
le nuvole
e le nuvole gli fanno compagnia.
Insieme come ragazzi
ridono di nulla,
per non pensare.
Il pensiero che rode è sotto,
come il baco della mela,
la canottiera nascosta
per pudore,
la grinza della pelle
che ieri non c’era.
(dalla sezione “Stagioni”)
***
Separazione
Te ne sei andato.
Le tue cose raccolte dal cassetto,
nelle valigie delle vacanze,
(più non saranno:
bagagli e luoghi diversi – io spero –
ci attendono).
Dopo ho spostato il tavolo,
le sedie.
Dopo ho spostato mobili
e disappeso quadri.
Potrei, oggi, rivoltare la casa,
come se anche la mia anima,
leggera, componibile,
io potessi rovesciare,
e cancellare,
e cancellarti.
(dalla sezione “Amori”)
***
Prima dell’Alzheimer
In offerta
un’espansione di memoria:
40 giga,
e una barcata di minuti.
Non in offerta:
quanto ricordare,
quanto vivere,
con chi parlare.
Certo non sono comprese
le parole da dire,
i fatti da raccontare.
E la rubrica è da riempire:
raccattare amici,
a chi telefonare,
con chi chattare.
(dalla sezione “Costumi”)
***
Reading
Si scrive quasi tutto.
Qualcosa, se non tutto,
qualcuno leggerà.
La voce sapiente che si alza,
o sussurra
– lasciando fuori i sordi,
che si voltano di lì,
o di là,
nell’etere inseguendo la poesia –
ti tocca, se vuole e se tu vuoi,
anche fa invidia.
Ma quello che ti sfugge,
non puoi dire,
o non sai,
quello è davvero un infinito.
(dalla sezione “Dei poeti”)
***
E noi, Signore?
Senza fronde di salici,
o strumenti,
senza una capanna,
un rifugio per la notte,
così lontani
dalla cima del monte,
dove non vuoi le tende.
In un tempo senza Parola,
affollato di parole,
dacci oggi ancora
il palpitare delle stelle,
un anticipo di Te.
(dalla sezione “Dialoghi”)
***
Il treno delle quattro
Il treno delle quattro non passa più,
quando l’alba schiarisce il mare,
e si esce dal sonno della notte.
Carichi e misteriosi i treni merci,
vuoti, a volte, diretti verso il nulla,
un percuotersi di ferro su ferro,
un diverso fragore dei vagoni
che si scioglieva, e subito era via.
Sui binari scivola ora l’assenza
dei viaggiatori del mondo oscuro,
un silenzio senza destinazioni,
insonnia muta senza compagnia.
(Dalla sezione “Altre stagioni”)
Angela Suppo, Senza indicazione di tempo, La Vita Felice
Edizioni, 2019; prefazione di Giuseppe Conte.
Angela Suppo è nata e vive a Torino. Laureata in Filosofia, si è dedicata all’insegnamento e successivamente ha svolto, per ventidue anni, il ruolo di preside nei licei. Ha sempre amato leggere e scrivere poesia: questa è la sua prima raccolta pubblicata. Collabora al foglio di poesia «Amado mio» e partecipa attivamente, presso il Circolo dei Lettori di Torino, al gruppo di letture poetiche Tempo di Parole
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