Sandro Pecchiari, poeta triestino che sa materializzare il senso dell’esistenza, fornendogli un corpo poetico robusto e compatto, e che dalla materia degradata e degradante riesce a sublimarne un alito di pietas e di coraggioso sostegno a procedere, scrive L’imperfezione del diluvio per indicarci poeticamente che nelle negatività della vita (il diluvio) a volte esistono squarci, pause, sospensioni, minimi istanti in cui riprendere il respiro e l’anima: sono queste le imperfezioni che presenta il tessuto spazio-temporale, in cui sono avvolte le avversità della vita, e che ci permettono di fissare e inquadrare lo stato delle cose, di riflettere un attimo sugli accadimenti contingenti e per cercare così una sorta di via d’uscita, uno spiraglio tra le nubi, una luce compassionevole e benigna che ci mostri una possibile meta di speranza.
La linea poetica di Sandro Pecchiari, in questa raccolta, si origina dalla consapevolezza e dalla constatazione del male che imprigiona l’uomo nel “diluvio”, un male soprattutto fisico, cellulare, persino molecolare, ma anche, conseguentemente, psichico e spirituale, in quanto induce a riflettere sulla vita e sul complesso delle relazioni interpersonali, compromesse e addolorate da situazioni infelici, come il procedere della malattia e la dolorosa ma necessaria terapia da seguire: “non poter andarmene prima che tu vada / testimone di una vita / ingozzata di chemioterapia…”. La poesia in qualche modo esorcizza il “diluvio”, allontana il male su un piano parallelo, pur cantandone il dramma e la fredda acutezza delle immagini. Sandro Pecchiari si lascia certamente coinvolgere da questo dramma, ma con la sua professionalità letteraria e poetica riesce a “incanalarlo” entro i canoni dell’ottima poesia, quella che descrive e che lascia immaginare l’oltre, con sonorità e ondate emotive di grande efficacia sul lettore. A tutto questo si aggiunge il merito di aver esteso il tema del suo dire poetico anche culturalmente e geograficamente, operando ottime traduzioni in inglese dei singoli brani. Da esperto traduttore, Sandro Pecchiari è riuscito così a mantenere alto e vivo il senso lirico e l’intensità emotiva dei suoi brani, realizzando “una poesia bifronte, caleidoscopica e intensa, che porta in sé le due facce di una rara purezza e concentrazione lirica”, come afferma Andrea Sirotti nella sua attenta e dettagliata prefazione.Ci rivolgiamo ora ai nostri lettori, proponendo alcuni brani, con testo in inglese a fronte, tratti dalla raccolta, invitandoli ad esprimere ulteriori interessanti commenti.
I
Trieste rincorre
scostante di parole
l’aria inerpicata
fiocinando campanili
dentro l’orizzonte
esuli nella rotta
dall’infanzia
lassù nelle vie di ieri
dismettiamo la vita
purché la ricordiamo
la storia l’avremmo scritta dopo
Trieste soars upstream
its gusts of air
spare with words
spears steeples
inside the horizon
exiled en route
from childhood
up there along past paths
we desert life
provided we recall
history would be written later
***
VI
la flebo infiltrava il fuoco
vederti vagliava ogni disfatta
austeri e soli nell’assedio
niente bandiere bianche dai lenzuoli
non proclamo perdono
a nemici che umiliano
con ricatti a bassissimi carati
alto e fiero nel mio odio di siringhe
a strozzo negli occhi
ce la farò dicevi
se annegavi il pianto
e la morte
ti faceva eco
VI
the drip feeds infiltrated fire
seeing you was checking each defeat
austere and helpless in the siege
no white flags from bed sheets
no forgiveness I declare
to low-carat enemies
who humiliate and blackmail
in my bold fierce hate of syringes
that choke my eyes
I will make it you said
drowning your tears
and death
was echoing you
***
VIII
l’essere privato di un passaggio
tra il vivere che resta
e te
mi fa immobile nella diminuzione
siamo conseguenze di una impossibilità
***
VI
la flebo infiltrava il fuoco
vederti vagliava ogni disfatta
austeri e soli nell’assedio
niente bandiere bianche dai lenzuoli
non proclamo perdono
a nemici che umiliano
con ricatti a bassissimi carati
alto e fiero nel mio odio di siringhe
a strozzo negli occhi
ce la farò dicevi
se annegavi il pianto
e la morte
ti faceva eco
VI
the drip feeds infiltrated fire
seeing you was checking each defeat
austere and helpless in the siege
no white flags from bed sheets
no forgiveness I declare
to low-carat enemies
who humiliate and blackmail
in my bold fierce hate of syringes
that choke my eyes
I will make it you said
drowning your tears
and death
was echoing you
***
VIII
l’essere privato di un passaggio
tra il vivere che resta
e te
mi fa immobile nella diminuzione
siamo conseguenze di una impossibilità
non perdóno i cuculi
dischiusi per la distruzione
si cade
per mancanza
VIII
to be bereft of the narrow straits
between what’s left to live
and you
freezes me in its reduction
we are the outcome of impossibility
I will not forget the cuckoos
hatched for our displacement
we fall
for want
***
XI
non poter andarmene prima che tu vada
testimone di una vita
ingozzata di chemioterapia
dovrai morirmi qui dentro, tra le braccia
sgranando i secondi rimasti della notte
ma perdo il conto se ti guardo
e varco assieme alle tue mani
il non-tempo che allaccia
l’imperfezione del diluvio
XI
I can’t go before you go
witness of a life
stuffed with chemo
you shall die here inside me, in my arms
telling the spare beads of the night
but I’m losing count if I’m watching you
and with your hands I trespass
the non-time that binds
an unrehearsed flood
***
XIII
se finirla qui
staccandosi la vita
un che peccato non detto
ma pensato
prima di tagliare il filo
se arrotolare le cose viste
nell’apocalisse dei pensieri
con un sollievo lieve
non so...il tuo sorriso
ferma il fiume gonfio
infanga di salvia il mare
tu mi riavvolgi
XIII
should I end it here
slitting life open
thinking what a pity
but left unsaid
before the threads are sheared
should I spin the things perceived
around the apocalypse of my thoughts
with a slight relief
I do not know...your smile
stops the swollen river-waters
spatters with sage the sea
you wind me back
Sandro Pecchiari vive a Trieste, dove è stato insegnante di lingua inglese e collaboratore vicario. Finalista e vincitore di numerosi concorsi poetici nazionali, dal 2012 al 2018 ha pubblicato: Verdi Anni, Le Svelte Radici, L'Imperfezione del Diluvio - An Unrehearsed Flood, e Scripta Non Manent, per Samuele Editore e Fanna. Le Svelte Radici, con il titolo Despojando Raíces, Uniediciones, Colombia, 2019, in traduzione spagnola. La silloge in inglese Kidhood nello Special Issue, Writing in a Different Language, NeMLA, Italian Studies, The College of New Jersey, USA. La silloge Camminiamo Lenti, con le Edizioni Culturaglobale “100”, Cormons 2019, a seguito del Festival Itinerante del Giornalismo e della Conoscenza “Dialoghi Poetici”, organizzato da Renzo Furlano, Seeboden, 2019.
Presente in numerose antologie italiane e straniere e in numerose riviste e blog in veste di poeta e traduttore.
Ha partecipato a Libri diVersi con i suoi versi in abbinamento a artisti nazionali, nel 2016 e nel 2020. Ha collaborato a numerosi spettacoli, tra i quali: Konstantinos Kavafis “Per Altre Terre Per altri Mari”, Auditorium Revoltella, Trieste, 2018; con suoi testi a “Agnus Dei Today”, Kleine Berlin, Trieste, 2019; al videopoem “I’ve in the Rain” del poeta canadese Al Rempel e supporto tecnologico di Erica Goss, 2020; al CD “Umanità su Rotaia”, ZH2VOX e Almendra Music, su testi di Federico Tavan e Elio Bartolini, 2020.
dischiusi per la distruzione
si cade
per mancanza
VIII
to be bereft of the narrow straits
between what’s left to live
and you
freezes me in its reduction
we are the outcome of impossibility
I will not forget the cuckoos
hatched for our displacement
we fall
for want
***
XI
non poter andarmene prima che tu vada
testimone di una vita
ingozzata di chemioterapia
dovrai morirmi qui dentro, tra le braccia
sgranando i secondi rimasti della notte
ma perdo il conto se ti guardo
e varco assieme alle tue mani
il non-tempo che allaccia
l’imperfezione del diluvio
XI
I can’t go before you go
witness of a life
stuffed with chemo
you shall die here inside me, in my arms
telling the spare beads of the night
but I’m losing count if I’m watching you
and with your hands I trespass
the non-time that binds
an unrehearsed flood
***
XIII
se finirla qui
staccandosi la vita
un che peccato non detto
ma pensato
prima di tagliare il filo
se arrotolare le cose viste
nell’apocalisse dei pensieri
con un sollievo lieve
non so...il tuo sorriso
ferma il fiume gonfio
infanga di salvia il mare
tu mi riavvolgi
XIII
should I end it here
slitting life open
thinking what a pity
but left unsaid
before the threads are sheared
should I spin the things perceived
around the apocalypse of my thoughts
with a slight relief
I do not know...your smile
stops the swollen river-waters
spatters with sage the sea
you wind me back
(Brani tratti da L’imperfezione del diluvio, di Sandro
Pecchiari, Samuele Editore, 2015)
Sandro Pecchiari vive a Trieste, dove è stato insegnante di lingua inglese e collaboratore vicario. Finalista e vincitore di numerosi concorsi poetici nazionali, dal 2012 al 2018 ha pubblicato: Verdi Anni, Le Svelte Radici, L'Imperfezione del Diluvio - An Unrehearsed Flood, e Scripta Non Manent, per Samuele Editore e Fanna. Le Svelte Radici, con il titolo Despojando Raíces, Uniediciones, Colombia, 2019, in traduzione spagnola. La silloge in inglese Kidhood nello Special Issue, Writing in a Different Language, NeMLA, Italian Studies, The College of New Jersey, USA. La silloge Camminiamo Lenti, con le Edizioni Culturaglobale “100”, Cormons 2019, a seguito del Festival Itinerante del Giornalismo e della Conoscenza “Dialoghi Poetici”, organizzato da Renzo Furlano, Seeboden, 2019.
Presente in numerose antologie italiane e straniere e in numerose riviste e blog in veste di poeta e traduttore.
Ha partecipato a Libri diVersi con i suoi versi in abbinamento a artisti nazionali, nel 2016 e nel 2020. Ha collaborato a numerosi spettacoli, tra i quali: Konstantinos Kavafis “Per Altre Terre Per altri Mari”, Auditorium Revoltella, Trieste, 2018; con suoi testi a “Agnus Dei Today”, Kleine Berlin, Trieste, 2019; al videopoem “I’ve in the Rain” del poeta canadese Al Rempel e supporto tecnologico di Erica Goss, 2020; al CD “Umanità su Rotaia”, ZH2VOX e Almendra Music, su testi di Federico Tavan e Elio Bartolini, 2020.
Nessun commento:
Posta un commento