Non è certamente il caso di Margherita Parrelli, poeta di grande talento, con esperienze di viaggio e di soggiorni in altre nazioni (Germania, Inghilterra, Francia) che le hanno permesso di accrescere le sue conoscenze di vita sociale e culturale di quelle realtà.
E dunque non basta la sensibilità e il primo impeto creativo. Margherita Parrelli ne è pienamente consapevole, esprimendo infatti una poesia che attinge dal cuore dell’umanità, intesa qui come dimensione primaria e sacra, che ci contiene e ci unisce tutti, indipendentemente dal tempo e dalla geografia. È una poesia universale, dove il canto è il medesimo fluire del vento di giustizia sulle vicende dell’uomo. E perciò, sia che si tratti di tematiche inerenti la delicata e intricata situazione della donna attuale nella società, sia che si tratti del mai rassegnato problema della pace (come nella raccolta Tieni la pace in mano), e sia che si tratti di problemi affettivi più personali (come in A mani vuote), Margherita Parrelli ha il grande dono di sublimare il tema, elevandolo al di sopra del contingente e rendendolo così un valore da considerare universalmente. Con una narrazione poetica che è sempre adeguata all’argomento, epica, stentorea, o addirittura intima, a seconda del palpito emotivo che modula il tema.
Sensibilità e attenzione: prerogative importanti dunque, ma non sufficienti per un poeta che si rispetti. La delicatezza e la dolcezza di certe immagini, o anche viceversa le oscurità e i dolori, possono generare versi superficiali e ovvi non suggerendo nulla di nuovo. Margherita Parrelli supera questa generalizzazione omologante, scavando con coraggio e con assoluta consapevolezza del suo talento, nel groviglio informe della coscienza e del cuore, traendone le motivazioni più profonde, ma anche le verità negate, i dubbi, i fallimenti. A mani vuote si rimane alla fine, dopo aver percorso questo sentiero di memoria che avrebbe avuto altre possibilità di contatti affettivi – parliamo delle relazioni tra la nostra autrice e sua madre – ma che adesso sono ineluttabilmente perduti. Ed è qui che il coraggio e la determinazione nella ricerca della verità nei propri rapporti affettivi, superano la mera sensibilità del poeta, in qualche modo rasserenandoli e offrendoli al mondo come viatico per un possibile rinnovato sentimento d’amore.
Non ci rimane nulla, a mani vuote: così sembrerebbe. Ma in realtà la poesia, e quella di Margherita Parrelli è Poesia, lascia sempre una luce accesa dentro l’umanità, anche dopo una verità deludente e vuota: sono le stesse parole del poeta che rivivono in noi e alimentano i nuovi fuochi dell’essere.
È tanto che non prendo un treno
ne ho dimenticato il suono ritmato
le distanze d’amore che devo coprire
sono troppo ampie e il luogo da raggiungere
non ha rotaie. Mano nella mano
una lunga fila di saluti alcune fotografie
il passo incerto l’incontro del tuo sorriso.
Sono nata il giorno in cui tu sei nata
mi hai avuta in un intervallo
all’ombra del firmamento.
Nessun altro luogo è stato
così stralunato e silente
come la tua casa nell’ora meridiana.
I tanti quadri a guardare immobili
verso il riposo dei divani
i libri ben disposti sui tavolini
e i fiori finti i fiori secchi i fiori
di vaso in vaso di stanza in stanza.
Tu minuta rimpicciolita
incurvata lumaca sbucciavi il pensiero.
Nel raggio di sole che attraversa le finestre
incerti voli di polvere cittadina.
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