sabato 28 agosto 2021

Le "Rivelazioni d'acqua" di Camilla Ziglia

Bisogna ritirarsi nelle vastità armoniose della natura, abbandonare i piani della realtà quotidiana, per sperimentare un momento di verità da confermare a sè stessi e al mondo intero. Del resto, la poesia cos’è, se non, sotto certi aspetti, indagine e studio pervicace del mondo intimo, della propria anima riflessa da una natura autentica e primariamente importante, al di là delle banalità e delle ovvietà, delle monotonie cartesiane, matematiche, di una vita che si dipana essenzialmente lungo corsi e storie di ordinaria materialità. E dunque, ritirarsi; ma non per distaccarsi asceticamente rinunziando alla realtà, bensì, al contrario, per indagarla e capirla meglio.
È questa, in sintesi, la fondamentale linea poetica che Camilla Ziglia, valente poetessa bresciana, affronta e propone in questa sua recente e pregevole raccolta, Rivelazioni d’acqua, edita da puntoacapo.
In questo interessante volume, suddiviso in quattro sezioni (“Rivelazioni d’acqua”, “Stagione di sangue e perdono”, “Stagione di promesse” e “Stagione di percorsi”), Camilla Ziglia propone una dimensione poetica quasi eterea, lontana ma non distaccata, raggiungibile con il cuore e con la potenzialità di un sogno niente affatto utopico, bensì realizzabile in qualunque momento, se soltanto si interrompesse, anche solo per un po’, il viavai abitudinario della quotidianità, per soffermarsi con maggiore attenzione sul senso profondo dell’esistenza, del nostro essere e della nostra funzione in natura. Sono descrizioni di stati d’animo e di luoghi plastici, dove regna soprattutto l’armonia fra le cose, il silenzio quasi sacro dei paesaggi, laghi, mari, acque, prati, alberi. In questi versi regna una staticità maestosa, solenne, eppure fatata e dolce, che denota un’assenza di tempo, ma di quel tempo che scorre frenetico e che genera ansia nel mondo reale che, giustamente e con grande intuito poetico, viene definito “cartesiano” dalla nostra autrice (ne parla ottimamente anche Ivan Fedeli nella sua puntuale prefazione)! Poesia è infatti espressione propria di un mondo analogico, che si contrappone all’esattezza e alla schematizzazione del mondo reale, digitale, fatto di sì e di no senza gradazioni di sentimenti, di colori, di suoni.
Camilla Ziglia ci dona dunque queste rivelazioni d’acqua, compendio poetico di altre affascinanti rivelazioni della natura circostante, che solo chi possiede un cuore attento, un cuore d’artista e di poeta, di creativo, è in grado di percepire attraverso la filigrana di un mondo superficiale e frettoloso. Ed è, il suo, un canto di notevole efficacia icastica, fondato su versi brevi e intensi, in cui si rispecchia sempre la morbidezza del dettato pur nella severità del contenuto. Una poesia che coinvolge e ci mostra un mondo e un sentire e vedere le cose come umanamente si dovrebbe e che invece, spesso, trascuriamo di considerare.

Proponiamo qui di seguito ai nostri lettori alcuni brani tratti dal libro, invitando ad esprimere ulteriori graditi commenti o riflessioni in proposito.



Incipit

Senti questo ramo
come s’inarca nell’accordo
        – piantato il mio stesso giorno –

e le incisioni del tronco
nelle foglie,
i furori della linfa.

Senti come si riallaccia
la sassifraga che fiorisce
sempre fiorisce prima.

Stai qui, senti
      – ti piace? –
è il mio giardino
sulla sponda del lago.


***


Una nube di valle solca tutto
il fondo, ondeggia sui colli e giù
in scivolata sull’acqua.

Ma da lì, respirano?
Guardano l’orologio?

La sentono sul capo
la grande mano bianca,
la lingua lenta
di gatta sgravata,
o si lasciano sbigottire
dalle strade inghiottite,
dalla direzione che si sottrae?

***


Una luce rosata sulle nevi di vetta

a valle filtriamo alterazioni
d’ombra, succhiamo riflessi
il tepore giallo dei volti arrotondati.

Indoviniamo il lampo all’orizzonte
le braci d’oro, gli spazi assolati del giorno
– che ancora è giorno –
sul ghiacciaio.



***


Sprofondare largo
farsi terra
respirarne le muffe e la torba
finché non serve più
respirare in questo sentirsi
risucchiare da radici
e proiettare in alto lungo i fusti

fino alle foglie che tremano
che ansimano di luce.


***


Mi accoglierai sul campanile
superato dagli abeti,
quel grumo di storia
che ci trattiene, s’intenerisce
e ci sublima.

Prometti lì, vicino alle campane,
tieni fino ai rintocchi e via
nel frastuono:

troppo solenne la navata
per noi e la facciata
non sa più mentire

troppo alto l’altare, anche da quassù.


***


Tra i flutti è raro lo specchio
limpido che svela la selva
delle alghe deformi
o i segreti dei mulinelli.

L’onda presto s’intorbida
cela e sconvolge
ma non rovescia la boa
coperta di mani
legata dove non si tocca
per scansare il viscido alle caviglie.

(Testi tratti da:
Camilla Ziglia, Rivelazioni d'acqua, puntoacapo Editrice, 2021; prefazione di Ivan Fedeli)


Camilla Ziglia è nata e vive a Brescia, dove si è laureata all’Università Cattolica del Sacro Cuore (Premio “A. Gemelli”); insegna Discipline letterarie, Latino e Greco in un liceo. Suoi inediti hanno ottenuto il primo posto in alcuni concorsi letterari (“I colori dell’anima”, “Il Sublime di Lerici”), riconoscimenti da parte della giuria (Premio speciale “Ossi di seppia” ediz. XXV, Menzione d’onore al Premio “L. Montano” 2019). Compare nelle antologie cartacee di diversi premi, su Atelier online e altri siti o blog, nell’ebook iPoet, lunario in versi. Tredici poeti italiani (LietoColle 2019), nell’agenda poetica Il segreto delle fragole (ivi 2019). Ha partecipato a numerose letture, condotto eventi e presentazioni di poeti contemporanei.
Rivelazioni d’acqua è il suo libro di esordio; con il titolo Fotogrammi, la raccolta è risultata finalista a “Bologna in Lettere”, “Beppe Salvia - Opera prima” e Menzione speciale al “Lago Gerundo” 2020.





3 commenti:

  1. Il primo commento vorrei proprio fosse il mio, a corredo della mia felice sorpresa e della profonda gratitudine per l'onore che mi fa la tua considerazione.
    Trovo "centri perfetti" delle mie intenzioni comunicative ("... mostra un mondo e un sentire e vedere le cose come umanamente si dovrebbe"; "... mondo analogico, che si contrappone all’esattezza e alla schematizzazione...") ma anche delle intuizioni di lettore sensibile, attivo e collaborante che vanno oltre ("regna una staticità maestosa, solenne, eppure fatata e dolce").
    Grazie infinite!

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    1. Carissima, mi fa molto piacere che la mia lettura abbia centrato il nocciolo essenziale del tuo dire poetico, in questo libro pregevole e ricco di spunti di riflessione sul senso dell'essere, in un periodo in cui tutto sembra smembrarsi a svuotarsi di importanza. Grazie!

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  2. Rileggendo le poesie proposte, ciò che immediatamente colpisce dal punto di vista formale è la capacità in Ziglia di sottrarre, per giungere a una rappresentazione pulita, precisa del dettato. E così, immediatamente balza agli occhi del lettore tutta la verità della poesia, colta nei silenzi sacri della natura o nei "furori della linfa". Complimenti ad entrambi!

    Annalisa Rodeghiero

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