mercoledì 29 ottobre 2025

La "Diaspora" di Mario Guerrera

“Diaspora potrei definirlo il lungo viaggio, dalla gioventù a un’età avanzata, di un uomo pervenuto abbastanza presto alla fede che ravvisa nel vivere una contrapposizione tra bene e male, tra l’attesa dell’eterno e la caducità delle cose, un viaggio di dolore, ma anche di speranza. Quando il senso ineluttabile della sofferenza sembra prevalere e far quasi rassegnare a una resa incondizionata, risorge invece la certezza di un possibile riscatto.”

Così scrive Mario Guerrera nell’introduzione del suo libro “Diaspora”, Homo Scrivens edizioni, volendo offrire al lettore una traccia per il suo lungo percorso poetico, dalle prime composizioni risalenti agli anni Ottanta fino a quelle più recenti di questo ultimo periodo. E già l’introduzione è in effetti un racconto piuttosto dettagliato della sua storia, sia dal punto di vista biografico che da quello familiare, lavorativo e poi anche creativo e letterario, se vogliamo, in quanto riesce con discrezione e anche con eleganza di stile, a narrare episodi della sua vita e altre riflessioni che, pur essendo strettamente personali, risultano condivisibili e apprezzabili in generale da tutti.
L’autore si rifà al termine “diaspora” per indicare un ritorno, e nella fattispecie un ritorno espresso poeticamente, alle cose veramente amate e intensamente vissute, dopo che le esperienze della vita, la professione, il lavoro e altre esigenze, lo hanno in qualche modo “esiliato”, relegandolo in una sfera esistenziale lontana da quei valori, da quelle emozioni e da quei ricordi che hanno contribuito alla sua maturazione, fin dalla gioventù.
Questa raccolta di poesie è dunque un ricapitolare, in forma prettamente poetica, la vita e la memoria, i ricordi essenziali o per lo meno i più significativi e quelli che maggiormente lo hanno interessato e emozionato, con un racconto in versi che tratta i temi più vari, ma in particolare quelli inerenti ai ricordi affettivi, ai momenti più intensi della sua gioventù, agli amori giovanili, al periodo scolastico. Traspare, in questi versi, un desiderio di rinascita, quasi, di rivalutazione di tutta la sfera valoriale, affettiva ed emotiva, di una esistenza trascorsa forse troppo lontana da quella: un riaffermare le basi importanti dell’esistenza propria, e quindi un suggerimento anche per tutti, un ritrovare l’essenzialità della propria vita e delle proprie radici.
Ed è proprio per questi motivi che l’autore ci propone questi versi, introducendoli con brevi commenti esplicativi che stabilizzano il quadro poetico nel luogo e nel tempo, rinnovandone però i motivi ispiratori e riattualizzandone contemporaneamente il contenuto: è un portarci per mano lungo il suo percorso memoriale ricco di valori e di emozioni, ancora vivido e ancora pienamente condivisibile.
Proponiamo qui di seguito alcuni brani, omettendo la parte introduttiva in prosa per ovvii motivi di spazio.

L’odore del pane

 

L’odore del pane

ti sorprese a un angolo di strada

ed era sussurro di voce perduta.

Rincorrere ancora bisbigli trattenuti

dalle maglie del tempo

o arrovellarsi col vacuo resoconto d’una vita.

 

Addentrarsi inermi nel supplizio dei giorni

che saccheggiano e devastano

per carpire un richiamo.

Scorreva la strada al mattino

nella mano della nonna:

chiasso di vicoli

scoperte d’un cammino nel sole

un pezzo di pane caldo.

 

L’odore del pane

nelle voci della mia terra

in quella storia stretta nella mano

nel volgermi al giorno

guardare alla vita

con gli occhi nuovi che colsero

un primo raggio di sole.

(1982)

 

***


La ricostruzione

 

C’era una guerra

segnata nelle rughe di volti ancora giovani

eterna disputa tra bene e male

ragguaglio perenne di testimoni veraci

guerra compenetrata infine

in un barlume di quiete domestica

tepore appagante di voci familiari.

 

Guerra della gente

che aveva sconquassato i pilastri dei secoli

e deportato l’intelletto

a confini di filo spinato

profanato ogni soglia

radendo al suolo efferati altari

intitolati alla follia

- era rimasta infine soltanto la vita

uguale a sé stessa

la vita che non sa morire-

 

Su un muro dal sonno d’una notte

galleggiava un’eco di libertà

ed era la ricostruzione.

 

***


A ritroso

 

Ci s’innamora sempre da bambini

per sua natura l’amore

va a ritroso

un silenzio o un bacio estorto

resteranno un sole scolpito

contro il muro del tempo mancato.

 

Si accumula gioco forza del tempo mancato

e le foglie degli anni

ingiallite aggrinzite che il vento

agita in mulinelli

al ceppo di alberi accasciati

fanno da sfondo

al crepitio dei tuoi passi

che non tornano a casa.

 

Tutto si azzera

anche l’attimo fuggente

frodato a chi ci credeva

tutto finisce coi dubbi

che galleggiano sulla sponda

delle nostre vite spese male.

(1996)

 

***


Nicodemo

 

Ne ho conosciuta di gente che sapeva morire

anche solo per questo l’ho cercata

che andava leggera per sentieri tortuosi

abbacinata su alture da orizzonti a perdita d’occhio

gente che parlava con le nuvole.

Brancolante origliava sussurri incomprensibili

e con lo sguardo ti caricava di risposte

premonendo d’ogni evento il giorno e l’ora.

Ne ho conosciuta di gente

che aveva varcato la sua soglia

e si vestiva di luce a ogni mattina

angeli a piedi nudi che non lasciano impronte

lungo le sconfinate spiagge della vita.

 

Certo, si può anche essere un animo gentile

e dividere il pane con gli amici

rapire il cuore a una donna

e lasciarla di notte a piangere da sola

e tu che fingi ancora di dormire

perché non sai che dire.

 

Su mille strade nessuna da seguire

e rimandare ancora una volta l’incontro

aggrappato alla spalla d’un amico senza più parole

con gli occhi sgranati sul tuo dolore

e patteggiare il futuro col tuo dio

senza sapere mai se ti è accordato.

 

Nessuno può tornare nel grembo di sua madre

e il sole non te lo costruisci con le mani

in un gioco al massacro di abbagli e inganni

ma verrà sempre il giorno che dovrai dare conto

non dei tuoi peccati o delle colpe

ma del senso e delle carenze di tutta una vita.

(2024)


Brani tratti da:

Mario Guerrera, Diaspora, Edizioni Homo Scrivens, 2024

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