Il lavoro di ricerca, soprattutto interiore, dei creativi,
degli artisti e dei poeti, è quasi sempre rivolto a scoprire e a
"scoprirsi" indagando quanto più possibile nella profondità del
proprio essere: è da lì che partono i messaggi segreti, le percezioni, gli
avvertimenti, i suggerimenti più intimi, elaborati non solo dal proprio
sentire, ma anche in seguito all'osservazione attenta e sensibile del mondo
esterno. La bontà della poesia, come anche la bontà di qualsiasi realizzazione
artistica, dipende poi dall'uso intelligente della propria tecnica, del proprio
stile, della propria esperienza di vita.
Ma è sempre originale e, sotto certi aspetti lodevole e
meritorio, che molti (o forse solo alcuni) artisti e poeti, cerchino in qualche
modo di mitigare le negatività e i dispiaceri, le sofferenze e i patimenti della
vita quotidiana, dando ad essi una sorta di dignità, dopo aver provveduto, con
l'arte e con la poesia appunto, a "riparararli", a renderli in qualche
modo più accettabili rivestendoli con la luce della propria anima e del proprio
cuore.
Da questo punto di vista, mi è sembrato davvero centrato il
titolo della recente raccolta poetica di Marisa Provenzano, una poetessa di
lunga militanza letteraria e solerte promotrice culturale non solo a Catanzaro,
dove vive, ma anche a livello nazionale. Il titolo, singolare e rivelatore di un
progetto poematico di ampio respiro, è dunque: "Kintsugi",
sottotitolo (anch'esso esplicativo): "Per aspera ad astra". Non si
scoraggi il lettore poco avvezzo a questi termini ed espressioni inusuali:
ormai con un buon computer a portata di mano, è possibile scoprirne subito i
significati: "kintsugi" è un'arte antica giapponese, utilizzata per
riparare gli oggetti con apporto di lamine d'oro o d'argento; la saggezza di
quell'antico popolo è tale che persino nelle più piccole cose e nelle minime
attività quotidiane, come la riparazione di un oggetto, subentra la cura,
l'amore per il dettaglio, il rispetto verso la natura, la cultura del bello e
della precisione, non per un fine proprio a se stesso ma per inserire e
inquadrare tutte le cose in un equilibrio e armonia universali.
Da qui la poesia di Marisa Provenzano, esplicitamente
dichiarata dalla stessa autrice nella sua nota introduttiva: poesia che emerge
dal cuore, dai ricordi, dalle memorie, dal mondo osservato, "depurata",
"riparata" con la luce dorata della propria anima. Il progetto
poetico della raccolta è poi accentuato anche dal sottotitolo: "Per aspera
ad astra": si tratta come sappiamo di una citazione latina con la quale si
incoraggia e si incita a raggiungere uno stato di grazia dopo aver preso
coscienza delle avversità e dopo averle superate con determinazione e pazienza.
E in effetti le poesie di Marisa Provenzano, lungo tutto il percorso del libro,
suddiviso nelle due sezioni "Frantumi (di)versi" e "Versi
(im)perfetti", richiamano certamente la famosa citazione, improntandosi
anch'essi ad una sorta di "purificazione" attraverso le esperienze e
i ricordi della vita vissuta, fino al raggiungimento di un equilibrio più o
meno rassegnato, anzi direi maturato e consapevole.
Del resto, si sa, la poesia è canto di verità proprie, di
sentimenti a lungo coltivati nel proprio intimo, elaborati e poi espressi alla
luce del mondo: l'azione "riparatrice", il kintsugi che magistralmente utilizza la nostra Marisa Provenzano,
denota una personalità colta e sensibile, che sa redimere e redimersi,
attraverso una poesia sincera e matura, nostalgica in molti punti, ma di quella
nostalgia che commuove e recupera valori antichi e fondamentali, come l'amore,
la natura, il creato.
Come sempre in questa mia rubrica, i lettori attenti sono
chiamati ad esprimere eventuali ulteriori commenti, e a loro sono
particolarmente grato. Come grato sono, soprattutto, a Marisa Provenzano per
avermi dato la bella opportunità di leggere questi suoi versi, davvero
importanti e preziosi, per un migliore "ritrovamento" della nostra
natura umana, ahimé, tanto deragliata e sfilacciata in questi tristi tempi di
disamore e di egoismo!
Proponiamo qui di seguito alcuni testi tratti dal suo libro.
Il poeta
Il poeta aspetta
che tramonti il sole
e con lo sguardo
insegue le ore
sull'orologio stanco.
La morte non sorprenderà
il poeta
perché non sarà mai vinto
e in piedi,
con lo sguardo al sole,
ci lascerà l'alba rosata
dei suoi versi.
***
Ho un abito
Ho un abito cucito d'assenze e d'illusioni
ed è incompiuta questa mia natura strana
Cerco tra tra inariditi arbusti le carezze mancate,
m'aggrappo a briciole di sogni e polvere di ricordi
e attendo che l'alba mi disveli il nudo silenzio
che s'alza lieve con un raggio di sole,
mentre con occhi stupiti m'affido all'infinito
di un orizzonte che m'inganna e limita
Scrivo parole che rimangono sospese nel vento
e so che saranno solo versi confusi
che nessuno leggerà mai né conoscerà
Ho un abito cucito di malinconie e rimpianti
che cela nelle trame l'ordito di un domani
incerto e provvisorio come i miei giorni
Sorrido con labbra mute a chi m'incontra
e celo l'inverno del cuore sotto un raggio di luna
che complice m'ascolta nelle notti insonni.
***
Parole nude
Quando lo sguardo ha il limite dell'orizzonte
e la passione d'infinito divora l'anima
mi accorgo che il silenzio ha parole di miele
e la solitudine è l'abito della festa.
Mi lascio cullare dal ricordo del tempo
tra pagine ormai ingiallite e senza sogni
e tesso trine di stelle nel cobalto del cielo.
Tracima allora la poesia dagli argini del cuore
e senza più freni m'assale il delirio,
rimango frastornata dalle parole nude
e intesso canti che abbeverano il giorno.
***
Come un baco da seta
Mi domando se c'è un punto di non ritorno
quando all'incrocio del giorno sei sola
e cerchi appigli per tornare indietro
o forse solo un alibi per non andare avanti
Mi domando se il tempo è solo un'emozione
e se i ricordi sono esili fili d'intricate matasse
nelle quali t'avvolgi come baco da seta
Cerco una meta che non sia un traguardo
e mi domando dove sono arrivata
e se lo scopo è solo l'attesa di un domani
che alla fine delude e il futuro è oscuro disegno
M'assale la noia dei dubbi ambigui
e la certezza di non riuscire a guardare
i mille e inutili dettagli della realtà
e allora m'arrendo a vivere il tempo,
aspettando il tramonto per bearmi dell'alba.
***
L'ultimo rintocco
Negli abbracci del vento che profuma
di foglie d'autunno e di muschio,
all'ombra di ricordi bagnati di brina,
nell'ora del tramonto rosato
dimenticherò le spalle coperte d'anni
e i sogni che lenti sono andati alla deriva
Sarà nuovo il giorno e i passi lievi,
come i sussurri del silenzio
Quieta sarà la mia corsa e leggera
la carezza che ti sorprenderà nella stanza vuota,
saremo germogli di prati verdi,
immemori del dolore che ha segnato il volto,
storditi dal canto di rondini migranti
in cieli che non hanno nuvole
Inseguiremo ancora le ore sul quadrante
e sarà di gioia l'ultimo rintocco.
***
Mi stupisco
È negli attimi l'incredibile della Vita.
Ogni istante può sorprendere,
meravigliare il cuore
Non posso non stupirmi
per suggere fino in fondo
la linfa del tempo,
scoprire la magica alchimia
del buio, della luce e delle ombre
Mi stupisco
per rendere speciale ogni attimo.
(Testi tratti da "Kintsugi", di Marisa Provenzano,
Leonida Edizioni, Reggio Calabria, 2018; nota critica di Maria Antonietta
Scalzo. Silloge terza classificata nella I Edizione del Premio Letterario
Internazionale "Salvatore
Piccoli").
Marisa Provenzano
è nata a Catanzaro, dove vive. Laureata in Filosofia, ha insegnato nelle Scuole
Superiori e si è da sempre dedicata alla Poesia, alla Letteratura e all'Arte.
Ha ottenuto numerosi premi e riconoscimenti in concorsi
nazionali e internazionali, per la poesia e la narrativa.
Ha pubblicato diversi libri di poesie, tra i quali,
recentemente, "Kintsugi", Leonida Edizioni, 2018, e molte sue liriche
e alcuni racconti sono stati pubblicati su antologie e riviste di settore.
Alcune sue poesie sono state tradotte in portoghese, in spagnolo e in inglese.
Ha recensito e presentato numerosi libri di poesia e
narrativa, di autori e poeti italiani, presso Associazioni e Circoli Letterari.
Organizza numerosi eventi culturali. È presente in numerosi siti, tra
cui La recherche.
Quanta profondità e quanta bellezza.
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