È sempre nelle intenzioni del poeta cercare una traccia significativa nel subbuglio delle visioni e dei messaggi che gli pervengono dalla realtà esterna, e anche interiore: mettere ordine, in qualche modo, al groviglio di sensazioni, sentimenti e dinamiche da affrontare nella quotidianità e nelle aspettative di vita futura, in relazione anche con gli altri, con il mondo circostante e con la società. Il creativo raccoglie tutti questi segnali e li traduce in materia artistica, ne realizza un’opera che ne rappresenti, totalmente o solo in parte, lo stato delle cose e del pensiero che al momento egli “vede”, “intuisce”, “avverte”. È il filo da ricercare, il “filo da conquistare”, filo logico capace di dare un senso, di legare insieme tutte le cose viste e vissute in un determinato tempo e da una particolare angolatura.
E dunque anche Susy Gillo, valente poetessa di origini napoletane ma residente in provincia di Pistoia per la sua attività lavorativa, si pone al centro della realtà circostante, indagandone i messaggi e ricercando quel sottile ma indispensabile “filo conduttore” che possa tenere insieme la sua visione del mondo. È però necessario staccarsene, da questa realtà, per un’indagine più sincera, entrando con tenacia e coraggio nel cuore delle cose e delle sensazioni, per individuare, o almeno intuire, la dimensione reale della propria e dell’altrui umanità. E quindi, “spogliata di tempo / sguscio nuda / di perenne solitudine…”: così Susy Gillo declama, nella centralità del suo pensiero poetico, prendendo le distanze dal mondo, rendendosi conto di quella solitudine, di quel “baratro senza desiderio” che, metafora del mondo e dell’attuale società decadente, cerca di coinvolgerla.
Ma è d’altro canto un “filo da conquistare”, come lo stesso titolo della raccolta suggerisce. Non basta indagare, prendere coscienza o intuire la vita che lì, fuori, sembra fluire investendoci con accadimenti e sentimenti contrastanti, a volte trascinandoci in quell’”abisso di distanza vuoto e senza desideri”. Deve essere anche, per la nostra Autrice e anche per tutti noi, un filo da capire, da trattenere forte, a cui aggrapparsi, con le unghie tra i capelli, per risalire da una terra oscura verso un orizzonte di speranza.
I versi di Susy Gillo, in questa silloge, denotano dunque una consapevolezza profonda del malessere del mondo e dell’esistenza umana, e quindi rispecchiano un velato pessimismo, che però è mitigato e anche superato dalla tenacia e dal coraggio della ricerca, nel sondare con sincerità la propria anima e la realtà contingente, onde trarne momenti di redenzione e di speranza, per sé e per tutti. Con un dettato poetico asciutto e diretto, consono alla gravità e alla profondità del contenuto.
Abisso di distanza
è vuoto senza desiderio
eppure le mie mani si erano
riscaldate al tuo sorriso
sembrava un fuoco
che ardeva l'ombra
Oggi senz'anima
al baratro di un pensiero
Dignità vestita a festa
si ciba di solitudine
nel fondo sabbioso
della mente, si ignorano
loro si parlano
senza incontrarsi
***
Aggrappata alla terra
Con le unghie tra i capelli
come veliero confuso
di terra ancora fredda
penetro le ossa
feritoia trasudata
si squarcia alla tua vista
Morente di un vivere
sola coglie il giorno
il fiore inespresso
di radice senza linfa
il limite che si affanna
a gioire
Assetata di tempo
nella coltre corta
del disagio
ancora il sapore di senso
ancorata all’oggetto
respiro un vivere
di libertà senza sogno
il nulla di un presente
Quel filo sconosciuto
da conquistare
***
No!
Non voglio pensare
Se ho il fiato appena
appena fioco
No, non voglio
attendere e sapere
Voglio suonare le
trombe
del tempo e ascoltare
il suo contrasto di umori
No, con le mani
appoggiate sul ventre
voglio mostrare chi
sono, cosa sono
dove voglio andare, e
tu respiro
mi dovrai assecondare,
tu dovrai arrenderti,
ti dovrai vestire di
vita
E con me, andare
nella venare cupola
del sorriso
Dove il tempo pungente
si dovrà schiudere a
vertigine
E tu lo saluterai con
il calore
del fuoco, e con il
sapore delle mie radici
che ancora sapranno di
fango trasudato.
E nel viaggio
scoprirai il Sogno !
Che ancora ti inonderà
di sapore nuovo, di
frammento vivo
della terra
E tu sorriderai per
averci creduto,
per aver folgorato
quell’attimo
che ancora, ti
cercherà e si vestirà di
Tempo
E noi, ai tuoi piedi,
ancora
saremo a invocare il
tuo passo
***
Spogliata di tempo
sguscio nuda
di perenne solitudine
nell’oblio colo
per non corrompere il fato
senza colpe, lui chiede
promesse.
In lontananza
oltre il percorso
bacio ferite,
nel riserbo
dell’ultimo ordire
mi offro al mio destino
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