giovedì 17 febbraio 2022

"Anche le parole hanno la pelle d'oca", la nuova raccolta poetica di Tullia Ranieri

Conosciamo tutti l’effetto “pelle d’oca” derivante da uno stato fisico particolare, di freddo, o più spesso da uno stato emotivo di intensa commozione, di meraviglia. È anche un modo di dire piuttosto usuale, che sta appunto ad indicare qualcosa che eccita i nostri sensi. E dunque, anche le parole hanno la pelle d’oca? Pare di sì, se vogliamo immergerci – e comprenderne la profondità, il segreto intendimento! – nella recente opera poetica di Tullia Ranieri, così intitolata.
Si tratta di una raccolta omogenea suddivisa in tre sezioni (“D’acqua e d’impudenza”, “In tratti di sanguigna” e “La forma della follia”), dove la nostra autrice, che vive e lavora a Tivoli, trova la sua illuminata dimensione poetica, affidando alle parole dei versi, brevi e nello stesso tempo densi di significati, la sua progettualità artistica e creativa: ed è, questa, una dimensione parallela che sicuramente s’intreccia e si integra con il suo innato talento artistico, che si manifesta anche in altre forme, come l’incisione, il disegno, e persino il canto.
Sono dunque le sue poesie costituite, formate, da parole che hanno la pelle d’oca: “È un lampare di occhi, / di denti, ricerca umida, / mare ispido, / il nome, il nome, / cade una sola notte, / fulmine azzurro. / Anche le parole / hanno la pelle d’oca.” Sono allora le stesse parole che hanno la pelle d’oca, e non il contrario, cioè che, in definitiva, i versi di Tullia Ranieri suscitano nel lettore il classico effetto? Direi che il fenomeno coinvolga entrambi gli enunciati, e cioè che la sua poesia gronda talmente di grandezze e di panorami emotivi, da poter essa stessa esserne parte ammirevole e ammirabile.
Un excursus attraverso le meraviglie della natura, dunque, che emozionano a tal punto da far rabbrividire, ma è una natura non esterna, appartata, in cui si è soltanto e semplicemente immersi ad osservarla, bensì è una natura che è intimamente avvolgente e coinvolgente, è l’autrice stessa la sua natura, fino a farla declamare “Vado / con piedi di frutta, / divento sull’acqua.”, dove il termine “divento” non è un refuso tipografico ma è proprio voce del verbo diventare, divenire: la poetessa diventa sull’acqua, cioè rinasce, cioè esiste, appare, è, pienamente, nella natura.
E sono versi brevi e densi, dicevo, essenziali nel dire le cose e le sensazioni, versi e proposizioni laconiche, incise nell’anima e per l’anima, parole precise che portano in sé la magia e le vibrazioni della natura, del sentimento, dell’intero universo.


Amore

Turchese
nascere pietra,
scia di ferro,
anello,
cerchio distratto
da una promessa nuvola
che piove sulle dita.
La piega delle rocce,
origami
della terra,
acqua spuma,
vittoria bianca
su qualcosa di blu profondo.
Scrivi nella materia, vita,
di tutto
l’Assoluto.

(dalla sezione “D’acqua e d’impudenza”)

 

***


Rivelazione dell’ombra

Vado
con piedi di frutta,
divento sull’acqua.

È un urlo,
riflesso,
il mio passo,
un tempo albero, adesso aria.

La frusta del sole
muove carri d’ombra,
rinnovato scendere di foglie irreali,
singhiozzo di fiume.

Momento di anima persa,
l’ansimare del mio ramo,
rivelazione improvvisa
delle mie due vite.
Congiunto scorrere.

(dalla sezione “D’acqua e d’impudenza”)

 

***


Sfumato

E così me ne sto.
In tratti di sanguigna,
lo sfumato del mio corpo.
Contorni labili,
un foglio incollato
alla parola VITA.
Nasco dalle tue mani,
ti agita
un sentimento greco
addurre la bellezza
come pretesto e senso.
È un lampare di occhi,
di denti, ricerca umida,
mare ispido,
il nome, il nome,
cade una sola notte,
fulmine azzurro.

Anche le parole
hanno la pelle d’oca.

(dalla sezione “In tratti di sanguigna”)

*** 


Torneo

Vestita di alluminio
me ne vado
alla conquista del tuo amore,
in sella a una
timidezza
scalpitante di grida e polvere.

E sarai mio,
premio di un torneo
senza rivali e senza lance.

Spiriti amici
ed elfi di vittoria
ti chiudono lo sguardo
e mi nascondono all’aria stessa.

(dalla sezione “In tratti di sanguigna”)

 

*** 


Mutazioni

Mutazioni urlanti
ponti astratti
artifici mobili,
volanti.
Immagino la macchia e il suo disfarsi
in forma lieve,
anima che trasmigra e vira
dal verde al rosso
bevendo solo acqua
inseguendo un filo segreto,
traccia e pennello.

(dalla sezione “La forma della follia”)

***


Frequenza emotiva

Irrompere frastagliato
in pause vicine.
Il cuore ha una
baia
di alberi bianchi e profondità viola…

Nei miei occhi, a prua,
un drammatico,
insondabile rosa.

Farsi rivoluzionario
di un battito.

(dalla sezione “La forma della follia”)


Brani tratti dal libro: 

Tullia Ranieri, Anche le parole hanno la pelle d’oca, Ediz. La Vita Felice, 2020; prefazione di Beppe Mariano.

Scrittrice e attrice, Tullia Ranieri ha al suo attivo numerose esperienze artistiche. Dopo aver frequentato la facoltà di Giurisprudenza, ha intrapreso gli studi di canto e recitazione con successive collaborazioni con compagnie teatrali professionali. Diplomata in Incisione e Grafica d’Arte presso la Scuola di Arti Ornamentali San Giacomo di Roma, ha partecipato con opere in catalogo a mostre nazionali e internazionali. Con Leo Osslan, è curatrice della nuova collana di poesia Fefè Editore. Organizza eventi culturali con percorsi di lettura in forma mista e si occupa, inoltre, di progetti di diffusione della poesia nelle scuole, con laboratori di scrittura e lettura. Suoi testi poetici e racconti sono presenti in varie antologie. Nel 2020 ha pubblicato, con Ermanno Dodaro, il romanzo Spostando l’acqua in un tuffo, Lastovo, l’isola ubriaca di luce (Fefè Editore).




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