domenica 11 giugno 2023

"Lo spirito cuoce", di Francesco Vitale

Ritorniamo a parlare di Francesco Vitale (ved. Transiti Poetici, 1 settembre 2022), giovane e valido poeta romano, di origini cosentine, per complimentarci con lui proponendo in lettura il suo nuovo libro di poesie, dal titolo veramente originale ed esplicativo: Lo spirito cuoce, Edizioni Efesto, 2023, con una dettagliata postfazione di Anna Petrungaro.
Già in quella occasione notammo nella poesia del nostro giovane autore una impellenza e una schiettezza particolare nel portare in emersione sentimenti latenti generati dall’osservazione della realtà circostante. Questa sua peculiarità si affina in questo corposo volume, suddiviso in tre sezioni, di cui la prima, L’etica delle cose minime, è di gran lunga la più ricca di brani; le altre due sezioni, Vita aperta e 24 Febbraio, sono più corte ma mantengono la stessa intensità del dire, anche se c’è qualche lieve differenza strutturale (mancano del titolo).
Si tratta comunque di un dettato poetico in cui prevale la tendenza a “scoprirsi” e a “scoprire” le proprie verità insite nell’animo, attraverso una indagine e una ricerca che coinvolge materia, corpo e sentimenti; una osservazione di sé e del mondo così intensa e così perentoria, da “consumare” lo spirito, come lo stesso titolo della silloge ben sintetizza.
Un lavoro poetico eccellente, che merita plauso e incoraggiamenti per un percorso letterario futuro sicuramente interessante, che darà i suoi buoni frutti.

Proponiamo qui di seguito alcuni brani tratti dal suo libro.


Ferite nascenti

 

Nel buio del reale

come raffiche di mitra

sguardi persi nell’orizzonte del mare

l’occhio dell’inconscio

guarda

contempla

stop!

la critica del fare.

 

Ruvide

di lamenti freddi

di destini nascenti

sei tu

   sono io

nessuno saprà il nostro nome

forse un’ eco

o forse chissà

   o saprà mai

dove termina il navigare.

 


***

 

La parola sorgente

 

Succede

che poi sfugge

l’incomprensibile bisogno

urge

camminare sulla superficie

minima

parola minima

che determina e avvolge

i nostri corpi sudati

caduti più in         

tra gli anfratti illuminati.

 

Una parola strana

sorge invano

da vene morte

e riascoltate

morte e riascoltate

vive

nelle nostre pagine tatuate.

 

Bucata dai nostri respiri

ricucita dal sarto giudizioso

che in noi è vivo

si eclissa

e lascia il segno.

 

Quest’ora è andata

la successiva

la lasciamo al postmoderno.

 

 

***

 

L’incompreso presente (Senza data)

 

L’oggi termina il suo stare

il domani navigante si accinge ad arrivare

annoso il suo reiterare ad un presente incerto

dove non si sa la strada da fare.

 

Fra i due l’eterno restare

delle anime nascoste

tra un passato e un futuro

che scorgono il continuo presente

che naufraga per non farsi comprendere.

 

 

***

 

Canto il corpo che rinasce

amplifico la misericordia

nella costruzione del verbo

che si fa pulsante

si fa clima dolce

per la mietitura del bene.

Canto la vita intera

che sta tutta nei vestiti che indosso

nelle infinite parti

che la rendono linfa

di un urrà festoso

preghiera costante

di gioia fertile.

 


***

 

Batte il tempo

in levare i miei versi

seguono congiunzioni

seguono direttive di misericordia

nell’antipasto primordiale

che ci fa uomini

ci fa crescente equilibrio

di trame e forme

dove la poesia si fa carne

e viene ad abitare in mezzo a noi.

 

 Francesco Vitale, Lo spirito cuoce, Edizioni Efesto, 2023. Postfazione di Anna Petrungaro

 

Francesco Vitale si è laureato nella magistrale di Cinema, televisione e produzione multimediale all’Università Roma Tre. Ha pubblicato Una storia dei giorni che passano (Coessenza, 2015) e Varchi attivi (Edizioni Erranti, 2020). Alcune sue poesie sono state tradotte in spagnolo nel volume argentino Fragmentos de Humanidad (Le Pecore Nere Editorial, Rosario 2018). I suoi testi sono apparsi su siti e riviste.

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