È il caso di Massimo Monteduro, salentino, che si presenta al pubblico con questa sua originale raccolta edita da RPlibri di Rita Pacilio, il cui titolo, E S S E (ma andrebbe scritto, come in copertina, ES / SE) dà adito a diverse interpretazioni, psicologiche e filosofiche, incentrando nella radice “es” il significato forse più importante, e cioè la natura dell’io, la sua forza interiore, atta a creare.
Ma tornando alla raccolta, è interessante notare come lo stesso Autore esponga, in modo dettagliato e puntuale, l’origine e il percorso del suo progetto poetico, nato negli anni della sua gioventù, poi interrotto, ed ora ripreso, ma conservando sempre l’idea e il filo conduttore originario, e cioè quello di creare un Poema unico, sviluppato in più capitoli o libri, e attualmente ancora in formazione, tanto è vero che lo stesso Monteduro assicura nelle sue note esplicative la volontà di continuarlo.
E quindi, dopo “Il principio” e il “Libro del Buio”, elaborati tra il 1992 e il 1994, come spiega nelle sue note (Percorsi), Monteduro giunge a quest’opera, il “Libro del Fuoco”, strutturato in 7 parti: un Prologo, Canto della Rosa, Canto dell’Arancio, Canto dell’Oro, Canto del Carminio, Canto della Viola, Epilogo, abbracciando diverse tematiche inerenti all'esistenza, alla vita, ai sentimenti.
La struttura poetica di ciascuna parte o canto, è sempre la stessa: si tratta di uno schema metrico innovativo, originale: il distico saturnio (recuperato, come afferma l’Autore nelle note, da un antico metro latino), il che assicura un ritmo gradevole e armonioso. Qui sta l’ingegno poetico dell’Autore, che ha voluto, appunto, creare questo Poema, utilizzando un metro del tutto originale e appositamente rielaborato allo scopo, motivo questo di grande intuito e di lodevole apprezzamento, nei confronti di chi, come Monteduro, “ingegnerizza” il dettato poetico dotandolo di una struttura valida, bene organizzata e studiata, anziché affidarsi a schemi liberi, generalmente deboli e improvvisati.
Canto dell’Oro
(24 agosto 2018 – 31
dicembre 2021
Il sole adora oceani d’ambra sommergendo
l’umanità raggiante di luce d’oro.
Reami di opulenza colmano le vene
inquiete di conquista, bramando avanza
la giovinezza. Profanando lidi un tempo
proibiti le legioni dell’alterigia
il Leviatano innalza verso il predominio.
Gli scrigni imperscrutati dell’Ideale
si schiudono dall’universo iperuranio.
Il limite si infrange di territori
e popoli, diademi, lingue, riti e vesti:
Vittoria alata celebra l’uomo nuovo
di sé splendente, seme libero e fecondo,
materia e forma sinolo nell’ebbrezza.
Rinascimento sorge intrepido e possente
a sovvertire il dogma dei monasteri
purificando conoscenza da segreto,
per rivelare al centro del cosmo il sole.
Necessità rivolve in volontà liberta.
Misura della terra, sezione aurea
e circolare perfezione delle membra
dell’individuo artefice di fortuna
che signoreggia la natura, e più non trema
dinanzi al drago antico di tuono e d’ombra.
Da baratri dipinti di bagliori stelle
si svelano da immense distanze, lente
agli occhi assorti di colui che finge abiura
ma non rinnega il muoversi della terra.
Le dita dell’umano e del divino unisce
l’artista nel prodigio della creazione,
superba mente mutilata di prigioni.
Vampando verso il disco che d’aura inonda
perenni monumenti erigono nazioni.
La coppa indora il nettare, lumeggiando
veggenze chiare di tessuto e d’equilibrio,
clessidre d’elio, fibre di seta e gioia,
virtù dell’intelletto ed onestà gentile.
Muraglie azzurre incolumi caravelle
traversano nella scoperta dell’ignoto
intatto mondo, splendido e sterminato.
Il genio ha sete del sapere universale
di macchine, sorrisi d’enigma e rocce,
in sé ascoltando i ritmi della luce, l’onda
nel tempo di attrazione e di repulsione,
i volti umani di colline, boschi e fiumi.
Lo spirito manipola la materia
e sfiora trasparendo i limiti del vero
nel telo primordiale della creatura
vivente. Rifulgendo osceno il riso incendia
l’autorità di tenebra e i suoi comandi,
la freccia meridiana ascende nella gloria
mortale di frammenti d’eterno. Amico
dolcissimo che ascolti, verso solitario,
ricordi la fiducia nel tuo sentiero,
il tempo in cui appariva tutto una promessa,
il luogo in cui speravi la tua dimora
per sempre. Età preziosa quella che pretende
ed osa trasgredire nella Bellezza.
Sfidando audacemente il vuoto delle altezze
per le onde dell’oceano vertiginare
sicuri del futuro nelle proprie mani,
così come la vela cattura il vento.
Amore fonde l’oro nel fatale anello:
in strenuo duello avverse alla finitezza
si avvincono dai corpi le anime ferventi
tentando l’impossibile superarsi
ben oltre il tempo ostile e l’insensato spazio.
E credono per sempre d’amare, invase
dall’assoluto. Di passione folleggiando
romantiche e dimentiche della sorte
precipitano all’orizzonte degli eventi.
Sfinite sino a morte si struggeranno,
non più individue e pure non ancora une.
L’Aedo canta l’Epica degli Eroi
nei circoli del mito, in guerre, in traversate:
esilio, nozze e oltraggio del sire in campo,
colui che vide le profondità tra i fiumi,
le stirpi di Bharata, le torri d’Ilios
infrante dal veloce piede poi trafitto,
il fuggitivo prode verso l’Italia
e la liberazione della città santa,
il libro dei regnanti di Ghazna persi,
il cavaliere dalla pelle di leopardo
e l’olifante al soffio dei paladini,
i canti del rabab, il viaggio in occidente,
i figli della nebbia, Gesar e Manas.
Fu d’oro il vello della nave costellata
e il tempo del ritorno dal sole d’oro
strappato fu ai compagni stolti di nessuno.
Dioniso divora nei ditirambi
oranti, questo è il mezzogiorno della vita
che culmina! Potenza conflagra in atto
ed il reale soggiogato si concede
all’uomo nel Pensiero del Fuoco acceso.
Carpire l’attimo eternato dal vanire
in sogno abbacinante di perfezione,
rovente nei barbagli del sublime zenit […]
Eppure il male intruso già presagire
nell’astro che la ruota amara alla rovina
prepara, l’aspro odore del sangue in petto.
Massimo Monteduro, ESSE, Libro del Fuoco, RPlibri Edizioni,
2024
Massimo Monteduro è professore ordinario di diritto
amministrativo presso l’Università del Salento e avvocato. Appassionato di
poesia sin da bambino, ha vinto nel 1992 il Certamen Horatianum e il Premio di
Poesia “Luigi De Donno”. Il Libro del Fuoco è la sua raccolta di esordio.
L’opera costituisce la seconda parte di un più vasto poema in corso di
composizione intitolato: ESSE
Nessun commento:
Posta un commento