lunedì 14 febbraio 2022

"Ruscellante", la nuova raccolta di Lucilla Trapazzo

 

Si sa, è prerogativa anche (ma direi soprattutto) della poesia e dei poeti, il compito di rinnovare la lingua, non solo, ma di mantenerla viva e illustre, riproponendo più volte lemmi, parole, termini e verbi non più o scarsamente utilizzati. È incredibile e meraviglioso scoprire di tanto in tanto, che nel nostro vocabolario ci sia una ricchezza straordinaria di parole che potremmo ancora adoperare, volendo definire esattamente la cosa di cui si sta parlando. A volte, leggere un romanzo o un buon libro di poesie, è come assistere ad una lezione di lingua, perché, tra le altre cose, ci si può imbattere in termini e parole di cui forse ignoravamo del tutto l’esistenza!
È il caso, appunto, di Ruscellante, la bellissima recente raccolta poetica dell’instancabile Lucilla Trapazzo, edita da Volturnia e con la pregevole prefazione di Giuseppe Napolitano.
L’intuito creativo di Lucilla Trapazzo, la sua intelligente e colta ricerca negli anditi più riposti della lingua, le ha permesso di illuminare la pagina con questo termine: “ruscellante”, utilizzandolo per titolare la sua raccolta poetica. Ruscellante, leggiamo nel dizionario, participio presente di ruscellare, è un verbo sicuramente desueto, ma che ci dà subito l’impressione del fluire del ruscello, e con esso il fluire di tutto ciò che vi è connesso: colori, luci, profumi, aria tersa, fruscii di rami d’albero, gridii di animali, echi vicini e lontani, rimbombi e quant’altro la natura, attorno al ruscello, offre destando in noi antiche e vivide sensazioni, emozioni a fior di pelle, interrogativi e riflessioni sulla vita e sullo scorrere ineluttabile del tempo!
Ecco: tutto questo è concentrato, anzi è diluito, moltiplicato, ampliato, in Ruscellante, in questi nuovi versi di Lucilla così belli, così armonici, così risuonanti nelle orecchie e nel cuore, proprio come il rombo delicato e progressivo del ruscello che scorre giù a valle attraverso la natura incontaminata della montagna e dei boschi.
In Ruscellante, diviso in quattro sezioni, Lucilla Trapazzo abbraccia con la sua poesia vibrante tutti gli aspetti della realtà, sia interiore che esterna, ricucendo con i suoi versi sempre vivi e squillanti, un percorso intimo ma anche sociale, umano ed emozionale, sovente dilaniato e disperso dalle negatività dell’esistenza: “E noi che bramiamo della vita il pane / in un fremito cogliamo margherite dalla terra / ansante…”. Questa consapevolezza arma il cuore e la penna della nostra autrice, decisa e determinata a recuperare, con la sua poesia, quell’antica vibrazione sonora e luminosa che ancora ci percorre tutti interiormente: come un fresco e limpido ruscello.



Come capinere

Tra le cose sparse si sciolgono i momenti.
E passano – resta la bruma azzurra del ricordo
(colora di rosa le ossa dei padri
e i gusci).

E noi che bramiamo della vita il pane
in un fremito cogliamo margherite dalla terra
ansante.

E sempre noi coi semi di gramigna
al vento. Noi come neve al sole.
Come capinere.


(Dalla sezione “Con qualcosa di azzurro”)



***



Nel verbo lo stupore del poeta

Vengono i versi sparsi spesso di notte
e tento di fermarli. Li tengo per i fili.
Uno ha sapore di narciso, un altro
è “meriggiare assorto”, un terzo ancora
gioca a salterello o taglia il vetro
come fosse burro. Tento di fermarli
inutilmente. Poi prendono altre strade
altri sentieri. A volte mi salutano
con una cartolina. Altri a malapena li ricordo.

Io resto qui – seduta sul cuscino – in sabbia
si dissolve la rosa del deserto.
Ipotesi di vita.

(Dalla sezione “Con qualcosa di azzurro”)



***



Ho sentito una farfalla batter le ali


Rubacchiando parole e suggestioni
il poeta peregrino va, la meta
è un fiore azzurro sconosciuto
o forse il lauro pervaso di un élan.
Se non ci fosse a contemplarla il logos
la vita esisterebbe nonostante.
Il ramo rotto suono produrrebbe
e sempre l’ape gialla al sole
il fiore sugge.

Perché cercare verbo e rappresentazione?
Alla grazia si arrenda il pensiero
e lì
si sciolga.


(dalla sezione "Con un vestito di paillettes
e un’idea di graffio")


***


Il tempo lineare

Se di noi immagine riflessa
lo specchio pare somma di segni
e cicatrici portati sopra il cuore
con varia differenza, il fanciulletto
Cebes racconta che nel pozzo siamo belli
senza età. Nell’aurora la Storia
si dissolve. Il tempo lineare non esiste.
Stupore e meraviglia erigono castelli.
In fondo cosa importa se esiste
Verità.

(dalla sezione “Con lievi varianti”)



***


Gennaio
Dormono le foglie

Neve in concerto. Campi e sentieri
svaniscono.
Sotto manto di bruma, del cielo
l’azzurro è fuggito e gemmano
piaghe di gelo su alberi muti.
È il tempo di un mondo di mezzo
sospeso
e il silenzio matura. Accogli quest’albero
spoglio, del vento il rigido fiato, il rosso
del vischio e celebra il gracchio del corvo
nel prato. Metronomo lento sta urlando
che il giorno rinasce.

(dalla sezione “Con ritmico respiro”)


***

Ottobre
Nel bosco


Lo vedi l’airone? Del tempo
pendente rivela il ritorno.
Sospesa la vita si acquieta
e vendemmia
mentre oche selvagge s’involano
al Sud. Segreto è il canto del grillo
il ragno fila la strada e il vento
d’ottobre di pioggia s’inonda
gocciando. La curva del sole
tangente il ruscello diviene
un’iperbole
con limite zero e il fungo
al tiglio s’avvince. Nel bosco
il fragore di un ramo spezzato
accende l’odore di legna
di fuochi, di tini, di vini
e di un lago di nebbia.
Ci vive l’assenza
elusiva e s’infiora il ricordo
smarrito.

(dalla sezione “Con ritmico respiro”)


Brani tratti dal libro
Ruscellante, di Lucilla Trapazzo, Volturnia Edizioni, 2021; Collana "La stanza del poeta"; prefazione di Giuseppe Napolitano.

Lucilla Trapazzo, nata a Cassino e residente a Zurigo. Dopo la laurea in Lingua e Letteratura Tedesca (“La Sapienza”, Roma), un MA in Film & Video (“American University”, Washington D.C.), e una continua formazione teatrale e artistica, lavora come attrice, performer, critica, regista teatrale e formatrice. Le sue poesie e i suoi racconti sono stati più volte premiati (ultimo il primo premio opera prima “I Murazzi” 2019) presentati in festival internazionali e pubblicati in antologie, riviste e libri d’arte in Italia, America, Spagna, Macedonia, Serbia, Tunisia, Argentina.

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