lunedì 3 aprile 2023

Denata Ndreca: A nord delle mie costole

Nella poetica di Denata Ndreca, sensibile e prolifica letterata di origini albanesi, trapela in modo evidente ma liricamente ben modulato, il senso di appartenenza alle proprie radici e alla propria terra. Questo sentimento, molto forte, intenso, si riversa sovente, come leggiamo in molte delle sue composizioni del suo recente libro A nord delle mie costole (Bertoni Editore, 2023), nella quotidianità di una nuova realtà geografica e sociale, la Firenze che, divenuta per la nostra autrice una seconda patria, si sovrappone amorevolmente, pur senza cancellarla, all’immagine di Scutari, sua città natale in Albania.
Lei stessa afferma che la sua è una storia di ponti, intesa nel lavorare e progettare, sia socialmente ma soprattutto culturalmente e artisticamente, alla realizzazione di un ponte ideale che le permetta, nello stesso tempo, di affacciarsi alla nuova realtà italiana, pur conservando i suoi legami con la vecchia patria: lei si sente una piccola virgola che unisce due parti di due mondi. Mondi naturalmente diversi, per geografie, civiltà e culture, e che la nostra autrice è consapevole di dover in qualche modo integrare per poter affrontare la sua nuova realtà.
La sua poetica è dunque essenzialmente fondata sulle esperienze umane, sociali ambientali e sentimentali che la nostra autrice ha sperimentato lungamente, venendo in Italia, ma che però tiene conto delle radici indimenticabili e profonde della sua origine, le sue stesse costole, mentre nello stesso tempo traguarda un orizzonte nuovo, situato a nord, più distaccato dal proprio corpo.
Così, il corpo fisico, il suo cuore palpitante, le sue costole, si metamorfizza in un corpo ideale, rinnovato e arricchito dalle esperienze di vita, dai patimenti del distacco, dalle forti emozioni, dai nuovi progetti da affrontare, corpo che si integra completamente nella sua nuova patria, nella sua nuova città, Firenze, tanto da farle asserire che “Vi è qualcosa di meraviglioso nella lingua italiana. Qualcosa che mi rende dolce – questa vita anche quando mi è amara”. E ancora in una sua poesia intitolata “Gettando lo sguardo su Firenze” afferma: “A volte ti guardo e mi doni pienezza / di ciò che ero - sono - e mi sono persa. / A volte ti guardo come / non ti ho mai guardata / solo per dirti che ti ho subito amata. / A volte la voce mi si perde nei silenzi, / ostaggio di ombre - lungo cipressi”.
La Poesia di Denata Ndreca si snoda repentina, generalmente con testi molto brevi, quasi epigrammatici, ma nei quali fa convergere tutta la sua potenzialità emotiva, tutto il suo carico di passione e di intelligente lavoro di ricucitura fra i suoi due mondi, quello natio e quello attuale, nel quale, attraverso i ponti che lei stessa ha saputo costruire, riversa tutto il suo amore.


L’unica cosa alla quale non sapevo resistere -

era la tenerezza - capace di farmi saltare per

aria con lo stesso risultato distruttivo di una

violenza inaudita. Se in questi anni avevo

imparato a costruire dighe e bloccare il fiume

che scorreva dentro di me, a lei non avevo

proprio pensato. Capii che, avevo fatto un

errore enorme a non prevedere che, la

violenza o la tenerezza mi avrebbero portata

nello stesso stato: - la devastazione.

 

 ***

 

Scricchiola la sabbia nelle ossa;

sulla carta la matita

 scrivere – osa.

 

 ***

 

Senza terra

 

Ti ho tradita.

Un’altra terra

stringo tra le mie dita.

 

Essere ferita –

non sarà più una ferita…

 

Me lo disse la luna –

     la sera

che sono partita.

 

 ***

 

Lasciare un pezzo di pane

per chi ha fame –

 

all’angolo della strada qualcuno ci attende,

giù per le siepi ciotole riempite di acqua

per il cane randagio che ha sete.

 

Lasciare aperta una finestra -

per la luce che raggiungerà nella notte buia.

 

Lasciarsi andare verso l’altro -

             senza avere paura.

 

 ***

 

 

 

Taglia un pezzo dalla tela del tuo tempo

ovunque e con chiunque tu sia.

 

Taglia un pezzo di carta dal tuo taccuino

e lascialo divenire poesia.

 

Taglia un pezzo di carne e costola

intreccia mani, pelle e ossa.

 

Taglia,

taglia il mondo – ciò che dista

dalla tua alla mia costa.

 

 ***

 

 

 

Gettando lo sguardo su Firenze

 

A volte ti guardo e mi doni pienezza

di ciò che ero - sono - e mi sono persa.

 

A volte ti guardo come

non ti ho mai guardata

solo per dirti che ti ho subito amata.

 

A volte la voce mi si perde nei silenzi,

ostaggio di ombre - lungo cipressi.

 

 ***

 

 

Sono così lontana –

schiacciata da nostalgia.

 

Garofano di Scutari –

sigillo di anima mia.

 

 

 ***

 

La morte non viene mai da sola.

Sveglia tutte le cose morte

che dormono in noi.

 

Scappare non serve a niente,

devi solo fermarti, lasciare che

i venti accarezzino le ferite, se puoi.

 

 

 ***

 

Scegliere vuol dire

prendere degli schiaffi in faccia,

vedere chiudersi una porta

mentre tu stai per arrivare.

 

Scegliere vuol dire

rialzarsi dopo la caduta

e riprendere a camminare.

 

Scegliere vuol dire

diventare atlante,

tenere sempre sulle spalle e proteggere

il seme dell’umanità.

 

Scegliere vuol dire osare, amare.

Solo i vigliacchi vivono a metà.

 

 ***

 

 

La poesia è: il tempio dell’amore. È il respiro

pieno, l’attimo di pace. Qui, tra queste pagine,

un pezzo di infinito, un pezzo delle mie

tracce.

 

 ***


Vi è qualcosa di meraviglioso

nella lingua italiana.

 

Qualcosa che mi rende dolce –

questa vita

anche quando mi è amara.


Brani tratti da A nord delle mie costole, di Denata Ndreca. Bertoni Editore, 2023


Nata a Scutari, in Albania, nel 1976, Denata Ndreca è poetessa e giornalista. Vive a Firenze dal 2000. È autrice delle raccolte poetiche La ragazza del Ponte Vecchio; Tempo negato; Un faro nella nebbia; Senza Paura; Calicanto; Intorno a me; e dei testi di letteratura per ragazzi: I Giorni della pace (insieme a Ven. Phra Medhivajirodom); Sono io; La carrozzina magica. È stata tradotta in diverse lingue. Le sue opere hanno ricevuto importanti premi letterari nazionali e internazionali. Già insignita  del “Women for Culture and Peace” 2022. Si occupa di diritti umani. Ha collaborato con vari quotidiani e radio.




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