Riportiamo qui di seguito un approfondito commento, in forma
di lettera, di Mariano Lizzadro sul recente libro di Filippo D'Eliso, "Lì
un tempo fioriva il mio cuore", di cui ci occuperemo prossimamente.
Intanto ringraziamo Mariano Lizzadro e Rita Pacilio di
RPlibri per averci proposto di pubblicare questa lettera/recensione.
***
Caro Filippo,
bellissime le tue poesie. In molti versi mi ci sono
ritrovato, forse perché l'adolescenza è la fase in cui un po’ tutti
riflettiamo. Gli animi sensibili, infatti, si lasciano attraversare da
turbamenti, dal desiderio di scoprire, esplorare. Le tue poesie, in un certo
senso, mi appartengono anche perché la natura che descrivi, acqua e fango e altri elementi, è la stessa
della mia adolescenza. Quello che mi
colpisce di più è l'uso di costruzioni poetiche non convenzionali. Mi spiego: durante l'adolescenza spesso
capita di voler imitare i Poeti che uno sente più prossimi, invece, nel tuo
modo di vedere il mondo e di costruire la realtà, noto un linguaggio
profondamente personale, autentico. E poi la musica è presente già dal primo
rigo fino ad arrivare all'ultimo. La
musica, grande compagna di viaggio di chi ha un animo empatico, la musica come ispiratrice, la musica che studiavi e che si rifletteva in
quello che scrivevi. Ecco, tutto questo fa di Lì un tempo fioriva il mio cuore
un piacevole cammino in compagnia di un giovane Filippo alla scoperta del
mondo. E aggiungo, anche tutte le considerazioni filosofiche esistenziali che
pur essendo tipiche di tanti adolescenti,
in te, attraverso un linguaggio poetico maturo, acquistano un'altra
valenza: la valenza di un suonatore di
parole che cerca di mettere sulla carta quello che prova e che sente.
Mariano Lizzadro
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