Qualche scalza parola
Sono finite scalze le parole
allineate con pazienza
quasi d'ape, per sofisticare
i giorni di sussurri e pronunciarli.
Non hanno più le suole per salire
le montagne di vapore
che nascondono alveari,
né per scendere correndo
e rallentare solamente
quando è il caso di girare.
Però dovresti proprio immaginarle
mentre cercano lo stesso
di vederti o di sentire quando arrivi.
Per camminare scalzi occorre avere
piedi buoni e buone strade,
oppure fame e sete insieme,
tanta voglia di tornare.
***
Cambiostagione
Verranno a breve piogge e temporali
da ponente, dove fuggono
le anime cacciate via dal mondo.
Si modelleranno nubi
all'orizzonte e nell'incavo
dei tuoi occhi ricadranno goccia a goccia
le domande e gli sbadigli.
Sembreranno più affannati
anche i respiri con il vento
sempre alto e a un roveto
trascurato sarà simile il giardino,
quando pur concederemo
ancora al cielo una parola.
Nel frattempo puoi accudire
i tuoi propositi di luce:
sono fermi, qui accucciati
sulla coda dell'estate
che si sbuccia le ginocchia e corre
a casa senza piangere, né chiedere
più tempo a vecchi sogni sparpagliati.
***
I pensieri cattivi
Vedo impigliarsi a quest'aria salmastra
i pensieri cattivi e sempre
li asciuga, li fa più leggeri:
quasi somigliano, dopo, ai capelli
rimasti intrecciati sul pettine
usato prima di uscire per vite
lontane, risposte ormai avute.
Ecco cos'amo del vento che soffia
di sabbia e di sale, del tempo
che sbianca le scarpe, insabbia le strade:
il lieve sospiro che dice,
non chiede, il cieco tornare
di ogni onda al suo nido
e qualche racconto di filibustiere.
***
Se fossi più paziente
quando cerco
Se fossi più paziente quando cerco
soltanto di sentire nelle pause
tra i respiri la piccola vertigine
di fiato che scompare in questo battito
che unisce i nostri vuoti, potrei forse
rinunciare a costruire, a dire, fare,
ai pochi e scalzi desideri, ai tarli,
al pane, alle preghiere e finalmente
avvicinare le mie dita a sponde
azzurre come i cieli; mentre si aprono
nel traffico di nuvole per dare
incerta luce bianca ai brulli, miseri
sentieri in cui nascondo le mie gioie,
incastonate alla tua voce
***
Lucciole e lanterne
Discreta scorta ho fatto
di lucciole e lanterne, per le notti
che si aggirano furtive
come ladri alle finestre
che hai sprangato per lasciare fuori
i venti e i cieli pallidi di freddo.
Mantienile nel caldo di quei sogni
dove non finisce il giorno,
non si placano le chiacchiere
d'estate e le canzoni e questa voglia
di restare in quiete al Sole,
quasi pietre, o nude rose del deserto.
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