mercoledì 11 ottobre 2023

Cinque inediti di Alessandro Barbato

Volentieri pubblichiamo qui di seguito alcuni testi inediti di Alessandro Barbato, che già ospitammo in questa rubrica (https://transitipoetici.blogspot.com/2021/10/la-poesia-di-alessandro-barbato.html). Voci di poeti validi, che lavorano spesso in ombra, lontani dalla notorietà ma non per questo da considerare semplici amanti della poesia che scrivono solo per mero divertimento o per esternare la proria creatività artistica. Alessandro Barbato è un giovane poeta serio consapevole del proprio talento e con la giusta misura di quella umiltà che connota i veri creativi, propone ancora questi suoi versi, come sempre significativi, densi e ricchi di metafore.

 

Qualche scalza parola

 

Sono finite scalze le parole

allineate con pazienza

quasi d'ape, per sofisticare

i giorni di sussurri e pronunciarli.

Non hanno più le suole per salire

le montagne di vapore

che nascondono alveari,

né per scendere correndo

e rallentare solamente

quando è il caso di girare.

Però dovresti proprio immaginarle

mentre cercano lo stesso

di vederti o di sentire quando arrivi.

Per camminare scalzi occorre avere

piedi buoni e buone strade,

oppure fame e sete insieme,

tanta voglia di tornare.

 

 

***

 

Cambiostagione

 

Verranno a breve piogge e temporali

da ponente, dove fuggono

le anime cacciate via dal mondo.

Si modelleranno nubi

all'orizzonte e nell'incavo

dei tuoi occhi ricadranno goccia a goccia

le domande e gli sbadigli.

Sembreranno più affannati

anche i respiri con il vento

sempre alto e a un roveto

trascurato sarà simile il giardino,

quando pur concederemo

ancora al cielo una parola.

Nel frattempo puoi accudire

i tuoi propositi di luce:

sono fermi, qui accucciati

sulla coda dell'estate

che si sbuccia le ginocchia e corre

a casa senza piangere, né chiedere

più tempo a vecchi sogni sparpagliati.

 

 

***

 

I pensieri cattivi

 

Vedo impigliarsi a quest'aria salmastra

i pensieri cattivi e sempre

li asciuga, li fa più leggeri:

quasi somigliano, dopo, ai capelli

rimasti intrecciati sul pettine

usato prima di uscire per vite

lontane, risposte ormai avute.

Ecco cos'amo del vento che soffia

di sabbia e di sale, del tempo

che sbianca le scarpe, insabbia le strade:

il lieve sospiro che dice,

non chiede, il cieco tornare

di ogni onda al suo nido

e qualche racconto di filibustiere.

 

 

 

***

 

Se fossi più paziente quando cerco

 

Se fossi più paziente quando cerco

soltanto di sentire nelle pause

tra i respiri la piccola vertigine

di fiato che scompare in questo battito

che unisce i nostri vuoti, potrei forse

rinunciare a costruire, a dire, fare,

ai pochi e scalzi desideri, ai tarli,

al pane, alle preghiere e finalmente

avvicinare le mie dita a sponde

azzurre come i cieli; mentre si aprono

nel traffico di nuvole per dare

incerta luce bianca ai brulli, miseri

sentieri in cui nascondo le mie gioie,

incastonate alla tua voce

 

 

***

 

 

Lucciole e lanterne

 

Discreta scorta ho fatto

di lucciole e lanterne, per le notti

che si aggirano furtive

come ladri alle finestre

che hai sprangato per lasciare fuori

i venti e i cieli pallidi di freddo.

Mantienile nel caldo di quei sogni

dove non finisce il giorno,

non si placano le chiacchiere

d'estate e le canzoni e questa voglia

di restare in quiete al Sole,

quasi pietre, o nude rose del deserto.

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