martedì 28 gennaio 2025

Gli "esercizi di poesia" di Doris Bellomusto in "A corpo libero"

Come ci suggerisce Marina Maggi all’inizio della sua puntuale prefazione a questo nuovo libro di Doris Bellomusto, un corpo libero è quello che spunta nella luce come una carne musicale, in attesa della sua ombra tradita. Concordo pienamente con la bravissima prefatrice, perché credo che sia proprio in questa sua dotta riflessione il nocciolo poetico della nuova opera letteraria della nostra Autrice (della quale già parlammo in Transiti Poetici a proposito di “Ti abbtaccio, Teheran”: https://transitipoetici.blogspot.com/2023/12/ti-abbraccio-teheran.html).
Qui la nostra poetessa utilizza la metafora del “corpo libero” per svincolarsi da tutti quei conformismi, impacci, legami materiali, strutture e quant’altro possa in qualche modo reprimere o costringere l’anima, e il cuore, in schemi e moduli che la società normalmente, e purtroppo necessariamente, impone. Non si tratta di denuncia o di rinuncia, bensì di scelta “virtuale” di una dimensione altra, quasi eterea o trascendentale, in cui ritrovarsi nella pienezza dei propri afflati emotivi. Non per nulla il sottotitolo, Esercizi di poesia, è quanto mai indovinato, in questo caso. Infatti, è proprio con la poesia, con la sua frequentazione ed esplicitazione, che in larga misura è possibile indagare e addentrarsi in queste dimensioni altre, dove l’entità, lo spirito o l’anima che dir si voglia, può considerarsi corpo libero che appare alla luce della verità con tutta la sua armonia e la sua schiettezza.
Doris Bellomusto elabora dunque, in questa raccolta, una sorta di scissione dalla fisicità del mondo, ricercandone tra questa la dimensione parallela nella quale è più forte e più grande l’anelito verso la verità del cuore e dei sentimenti: sviscerare il cuore, seguire il vento, annusare nell’aria le stagioni. È questa l’operazione che, costantemente e alla luce della propria poesia, l’autrice, e di conseguenza il lettore, riesce ad innalzarsi al di sopra della mera staticità materiale delle cose e della vita.
E come in un esercizio a corpo libero, la poesia allena la mente e il cuore a ricercare questa intima personale verità.


Propositi

 

Sviscerare il cuore.

Seguire il vento.

Accarezzare il profilo

delle cose.

Annusare nell’aria

le stagioni.

Aprire il cuore come si apre

all’alba una finestra.

Respirare il cielo.

 

 ***

 

Pomeriggi d’Aprile

 

Si dilata il tempo,

scivola

oltre la sua unità di misura

nei pomeriggi d’Aprile.

Raccolgo

con lo sguardo

cose umili e marginali,

le custodisco in seno

come la terra

custodisce i semi.

E mai mi stanco

di continuare a cercare

il quadrifoglio.

 

 ***

 

L’ora delle cose impossibili

 

Se mi cercate,

sono nascosta

fra le lettere del mio nome.

Sono nel vento che asciuga capelli e lenzuola;

nella mia fantasia infeltrita,

sulla punta della lingua,

pronta a sciogliermi

in baci e parola

per chiedere alle nuvole che ora è.

 

È l’ora delle cose impossibili.

 

 ***

 

A latere

 

Vivo al margine del foglio

a latere.

Al mio nome risponde nello specchio

un corpo di lettere e parole.

Do il buongiorno alle ortensie

e non so come annunciare

al giardino la mia partenza.

Vado a capo.

Scendo a sud.

A pie’ di pagina

sarò una breve nota

per un po’.

Al confine del mio tempo

dimenticherò le rose e il gelsomino

la passiflora e le ortensie

la salvia e il rosmarino

il glicine, i gerani

le ore e i minuti

le chiavi appese all’ingresso

la casa e tutto il futuro che contiene.

Vado a vivere nel tempo sommerso dell’amore.

 

 ***

 

Miserere

 

Alle tre del pomeriggio

aleggia tremula

l’inquieta attesa

della foglia

che non sa cadere

e chiede al vento

Miserere.

 

La morte

quasi mai è puntuale

si aggrappa

al tempo lieve dei minuti

e bianco è il lutto delle ore

se l’aria è ferma e nevica silenzio.

 

 *** 

 

Fotografia

 

Se chiudo gli occhi

se mi schiudo al vento

se raccolgo tutto

il tempo nascosto

fra le rughe

se accolgo le premure

di mia madre

se perdono a mio padre

l’eccesso di allegria

avuto in dono

se imparo dal mio gatto

a chiedere l’amore

mordendo le caviglie

se sto così

come qui

stasera sarò salva.


Doris Bellomusto, A corpo libero (Esercizi di poesia), Edizioni Le Pecore Nere, Rosario, Argentina, 2024. Prefazione di Marina Maggi

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