Nelle parole / il sangue
dell'anima, / il filo ricurvo / del pensiero, / la verità senza fatti. / Nelle
parole / l'essere.
Con questi versi ha inizio il percorso poetico di Antonio Di
Nola, in un libro recentissimo dal titolo "L'arte della fede". Mi
piace partire da questi versi per esprimere qualche breve riflessione sulla
raccolta, cercando di interpretare l'intento poetico dell'autore. Il quale
Autore, professore ordinario di
Logica Matematica e Direttore del Dipartimento di Matematica dell'Università
degli Studi di Salerno, non è certamente al suo esordio poetico, avendo
già pubblicato i testi Monos (Oédipus,
2014) e "Lettere dal
purgatorio" (Oédipus, 2016).
E' evidente la grande importanza che Antonio Di Nola
attribuisce alla parola poetica, riscontrando in essa il sofferto tentativo di
esporre in un modo stilisticamente adeguato, il proprio groviglio interiore, le
proprie sensazioni (il sangue dell'anima),
la propria verità o risposta che dir si voglia, nei riguardi del mondo e
dell'esistenza umana. Tutto ciò, forse, sembrerebbe contrastare con la
formazione professionale e l'attività quotidiana del nostro Autore, impegnato
come sappiamo in ben altre materie e argomenti che di allusivo, di metaforico,
di simbolico come la poesia in genere, nulla hanno a che fare! Ma invero ognuno
di noi possiede una capacità creativa innata, una attitudine a estrapolare
dalla realtà le proiezioni di possibili mondi "sperati" o
"paralleli", di sogni e di progetti che si possono costruire e
realizzare con il proprio talento creativo e artistico: mete da raggiungere utilizzando
totalmente il cuore, l'input illuminante, la mente, le mani; e così capita che
anche un valente professore di matematica possa eccellere nella realizzazione
di progetti poetici e letterari di spessore.
Abbiamo già accennato alle sue precedenti pubblicazioni di
testi poetici, ma qui ci soffermeremo brevemente su questo recente "L'arte della
fede", una raccolta omogenea di versi tutti inerenti ad una ricerca profonda
di un senso umano dell'esistenza, prendendo spunto anche dal lato spirituale e
religioso (più che altro storico-religioso).
Il titolo, come sovente accade, è significativo e racchiude in
sé, riassumendolo, l'intero progetto poetico dell'autore in questa raccolta:
"L'arte della fede". La fede è dunque un'arte, è anche un'arte? Credo che si possa in qualche modo interpretare il
pensiero poetico dell'autore, immaginando un mondo trascendentale, che ha comunque
radici nel tessuto dell'umanità, da raggiungere attraverso processi di
rielaborazione religiosa, rifacendosi alla fede cristiana. Le poesie di Antonio
Di Nola, in questa raccolta, sono infatti generalmente aderenti, se vogliamo
ispirate, alla realtà storica della religione cristiana, ma l'aspetto più
importante è che il Di Nola traendo spunto (o, come dicevo prima, ispirazione)
da questa, traduce e concretizza in versi la sua ricerca interiore, il suo
profondo interrogarsi sul senso religioso e spirituale di se stesso e dell'uomo
in generale. Ecco dunque che la "fede è un'arte", nel senso che tale
ricerca, tali interrogativi, possono benissimo esplicitarsi mediante la poesia:
l'arte della parola (e qui ritorniamo ai versi d'esergo della raccolta:
"nelle parole il sangue dell'anima", eccetera…).
Una poesia interrogante, dunque, pregna di quel desiderio di
conoscenza trascendentale che il mondo odierno, con la sua materialità, egoismo
e superficialità, sovente non permette di perfezionare né di realizzare, ma che
soltanto con l'arte, e quindi anche con la poesia, è possibile esplicitare, manifestare. Dubbi, incertezze, smarrimenti, scoramenti, ma anche luci e
speranze: questo, il mondo poetico de "L'arte della fede" di Antonio
Di Nola, poeta consapevole del proprio ruolo nel mondo, sia quando esprime la sua competenza professionale, sia quando
esprime la sua competenza artistica e letteraria: un connubio che si integra e
si amalgama in una persona che sa guardare anche al mistero e alla
trascendenza, cercando nel cuore dell'uomo una verità e una luce di salvezza e
di redenzione: con versi che fluiscono rapidi, incisivi, precisi anche nei
rimandi storici e religiosi: una poesia che induce a riflettere, distogliendo
il lettore dallo scontato e sovente banale
"sopravvivere" quotidiano.
Ma anche qui, per il nostro caro amico poeta Antonio Di Nola,
saranno graditi eventuali ulteriori commenti da parte dei lettori che ci
seguono. E per dare a tutti questa opportunità, come di consueto riportiamo
alcuni testi poetici tratti dal suo libro.
Il sigillo della
Poesia
Nelle parole
il sangue dell'anima,
il filo ricurvo
del pensiero,
la verità senza fatti.
Nelle parole
l'essere.
Monos
Un solo dattero
secco.
Una sola palma,
una sola ombra
sottile
di un solo muro
di fango.
Un solo deserto
di un solo dio.
Un solo purgatorio
di una sola anima.
Una sola vita,
di un solo uomo,
di fango.
Chiama, chiama
nel deserto
una sola voce,
eis eis monos.
L’origine
Dieci volte Adamo,
dieci volte Eva,
mille serpenti,
mi dovranno
poi spiegare
questa angoscia,
questa solitudine
di tutti,
fra tutti.
Il sangue della
terra
Sono tormentato
dalla solitudine
incompleta
del mio spirito
e dal suo muto dialogo,
nutrito dal mistero.
Vorrei vivere là
dove il mondo è compiuto
e contemplare il sangue della terra,
che è fatto di mezze verità.
La fine
La fine
è gemere nella polvere
sotto i colpi del caso.
Per teorema
ne prendo coscienza.
Passo su passo lungo la vita
ne tento una prova
che plachi la mente.
Il martirio
è la fede nell'esistere.
L’arte della fede
Nel fragile dialogo dei sensi
con l’incongruo universo,
la fede scava un solco
tra la profezia e la rivelazione.
Nell’impossibile ricerca
dei segni dello spirito
nella carne del tempo
l’attesa stessa dello spirito
rende preziosa
l’arte della fede.
Damasco
A Damasco,
a Damasco vado.
A Damasco mi attende una voce,
a Damasco,
a Damasco vado.
A Damasco mi attende una luce.
A Damasco,
a Damasco, vado
e rinasco.
Ich habe genug
L'anima mia,
vascello in viaggio,
battuta dal mare del tempo
si muove come medusa.
Come fiori
siamo fatti di tempo.
Poi
si apriranno le porte della rivelazione.
Questo mi basta.
Pubblichiamo qui molto volentieri un ulteriore commento dell'Autore sulla sua poetica:
RispondiEliminaL’Arte della Fede e Salmi Profani
Nota: Modernità e Spiritualità
Questi volumetti si collocano fuori dalla modernità. I temi che ricorrono nei versi sono: profezia, rivelazione, fede, senso, contemplazione e spirito.
Si può chiedere se ha senso interrogarsi su questi concetti, nel mondo moderno, dove trionfa un umanesimo che risulta problematico da definire.
In verità, si può capovolgere il quesito, ed interrogarsi sulla natura dei concetti di umanesimo e di modernità.
Questo può apparire pericoloso, o forse ridicolo, dato lo spirito del tempo, questo tempo nel quale si è identificato il destino dell’umanità nella realizzazione di un univoco universo intellettuale, laicizzato per statuto.
Un umanesimo, trionfante, che si edifica sulla temeraria inclinazione nel confidare nella Democrazia, così come è oggi, e nella speculazione, senza metodo e controllo dei risultati di questa speculazione, sugli esiti attuali della scienza. Un umanesimo che crede nella orgogliosa responsabilità universale della specie umana nei confronti della natura, e nel valore universale dell’arte, della morale laica, della civiltà, in generale, così come ora viene concepita, e che rappresentiamo come lo spirito del tempo.
Questo umanesimo è fondato, implicitamente, sulle seguenti assunzioni:
1. Esiste solo la materia!
2. Il tempo è solo un aspetto della materia
3. L’uomo è solo materia
4. La storia dell’uomo è solo un capitolo della storia della materia vivente
5. Sappiamo dalla scienza, che la materia vivente non è altro che un capriccioso gioco tra la contingenza delle date condizioni ambientali e la potenziale capacità di adattamento per selezione, dei singoli individui, di ogni singola specie
6. La storia della materia vivente è un capitolo, brevissimo, della storia dell’universo fisico, come lo conosciamo adesso.
Allora?
Allora, dalle assunzioni di prima, discende il fatto che
lo Spirito non esiste!
Bene, se lo spirito non esiste, ha senso la spiritualità?
Ha senso ogni concetto storico-umanistico che si richiama in qualche forma alla spiritualità?
Dall’assunzione che esiste solo la materia, discende che la materia:
a) non può che esibire se stessa,
b) non può che parlare di se stessa,
c) non può che provare se stessa a se stessa, né escludere alcunché fuori da se stessa.
Una teoria generale della materia deve contemplare anche le affermazioni sulla teoria stessa, e qui il tutto diventa problematico, sarebbe necessaria una fede in questa teoria, senza rivelazione.
Indizi dell’esistenza dello spirito
Semmai rintracciamo indizi dello spirito,
questi indizi (sia pure sotto forma di Profezia) non saranno mai una prova di esistenza dello spirito nel mondo della materia, né il mondo della materia ha possibilità di negare.
Resta così un varco, uno spazio astratto, e un tempo, un tempo astratto, che è il tempo nella coscienza dei singoli, dove può risiedere la Fede, la fede nell’esistenza dello spirito.
La conferma della fede non può che avvenire per rivelazione, oltre il dominio della materia.
Coltivare la Fede nello Spirito, qui, sotto il dominio della materia, qui in terra, nella nostra vita, nel dato spazio fisico e tempo fisico, in cui la nostra esistenza incontra la materia, è coltivare l’attesa della rivelazione.
Coltivare la fede, è percepire il senso, intrinsecamente incongruo, dell’etica umanistica, etica edificata sulle fondamenta del dominio della materia, dominio che è cieco e privo di senso (il senso non è una proprietà della materia, il senso non è una grandezza fisica).
Senza la fede c’è solo disperazione, una razionale disperazione, presuntivamente, razionale.
(Antonio Di NOla)