domenica 28 maggio 2023

Ogni respiro un mondo, di Tiziana Colusso

"Ogni respiro un mondo" è il poemetto iniziale (14 movimenti, come preferisce indicare la stessa autrice) di questa recente raccolta poetica di Tiziana Colusso, ma è anche il titolo dell’intero volume, e secondo me a giusta ragione, perché può verosimilmente abbracciare e comprendere le altre sezioni ("Pastora di parole", "Fons Sapientiae", "Alfabeti vegetali", "A nuoto nel vuoto") in una sorta di massimo comun divisore, per dirla in modo matematico, che accomuna le varie caratteristiche progettuali di forme espressiva e di contenuti di ciascuna sezione. Ogni respiro un mondo è dunque partenza fondamentale del lavoro poetico di Tiziana Colusso in questo suo libro, ma è anche il sotterraneo filo conduttore che lega insieme gli aspetti dei cinque capitoli. Aleggia infatti in tutto il discorso poetico una complessiva e articolata atmosfera di naturalità, dove il ritmo del mondo, della realtà che ci circonda, e dove l’energia e l’impeto vitale dell’universo, dall’esterno, irrompono nella materialità di tutti i giorni. Tiziana Colusso è consapevole di questo flusso etereo che permea la natura e lo interpreta con i versi modulati nelle cinque diverse sezioni, affidando temi importantissimi come la difesa della natura (Ogni respiro un mondo e Alfabeti vegetali), la memoria dei luoghi e delle culture (Pastora di parole, Fons sapientiae) e il senso dell’esistenza (in A nuoto nel vuoto), alla sua poesia che è sonorità e melodia, impeto lirico ma anche dolcezza di echi e di silenzi: un’armonia di struttura e di stile che rende le sue composizioni solide e incisive, in grado di raggiungere in profondità la parte sensibile del lettore.
È un libro giustamente articolato, e le cinque sezioni, prese a sé, hanno già il loro rispettivo e originale racconto relativo al tema trattato (ed è importante sottolineare qui la completezza dell’autrice nel voler scrivere, per ciascuna delle sezioni, delle note di lettura), ma, ripeto, è un libro che va colto nella sua interezza, come un mosaico che raffiguri la complessità e la varietà degli aspetti della vita e della natura, così come magistralmente interpretati in modo poetico dalla nostra autrice.

Proponiamo qui di seguito alcuni testi tratti dal libro.


I

il respiro delle volpi volanti

 – rari pipistrelli migratori –

coincide con il battito delle ali

ogni apertura d’ali un respiro

 ogni respiro un mondo

 

 

II

al crocevia dell’evoluzione

sta la salamandra, signora dell’acqua

del fuoco e della terra, compagna

di filosofi e alchimisti. Respira

il sole da ogni poro aperto

il mondo le scorre tra le cellule

 eternamente

 

a filo d’acqua il respiro anfibio

memorie ibridate affiorano

al confine fluido tra cielo e lago

millenni di evoluzione sgranati –

freccia del tempo in ogni direzione

 

(da Ogni respiro un mondo)


***


II

pastora di parole

allevate con cura

transumanza testarda

a pascoli essenziali

tra rocce e torrenti

 

cammino lentamente

quasi brucando l’aria

tersa, lontana ormai

da quegli gnommeri

sinestetici densi

di clamori urbani

sfiati motorizzati

alcol in happy hour

saltimbanchi verbali

 

la mia terra promessa

è latte distillato

d’immanente manna

 

 

 XIV

 sostenibile è la sabbia tra le dita

clessidra d’un tempo senza vittorie

e vinti, battiti d’ali larghe

planando senza scadenza

senza angoscia né urgenza

 sostenibile è la sostanza dei sogni

sullo schermo buio degli occhi

gazzarra furiosa a esorcizzare

l’incubo ricorrente acquattato

silenzioso sul fondo in attesa

 sostenibile è un tempo largo

largamente inutile, a sbrogliare

matasse di domande appassite,

schiacciati origami nelle tasche

 sostenibile è una sosta:

 proprio ora

 proprio qui – a respirare

 sostenibile è il tempo riavvolgibile

come un vecchio tape, il tempo elastico

il tempo perduto e mai del tutto perso

 

 

XVI

la creatura che non s’arrende scava

nicchie, non trincee, nicchiando ai

comandi di caporali e cape-scariche,

al nietzschianesimo rutilante di ribelli

attempati, attendati nei quartieri chic

la creatura che non s’arrende rende l’idea

della resistenza con il suo solo esser-qui

quieto, caparbio come un Buddha in pietra

che sbriciolato dal fanatismo brilla

con un sorriso-enigma nel deserto afghano

la creatura che non s’arrende è bella di bende

come un gatto orbo per amore, un pappagallo

autistico, un pesce spaiato, un cane in chiesa

la creatura che non s’arrende gioca

il gioco della lingua, ma ha una parola

sola, in equilibrio sta in vagoni affollati

a volte piombati, ma non dispera – e dura

 

(da Pastora di parole)

 

***


I

nel mezzo della città sapiente

e del cammino, in un tramonto

insomma d’autunno scolorito

con le rondini che se la danno

a gambe (ad ali se preferite)

dall’imminente cambio di stagione

sfrecciando sull’angolosa fontana

minervina, mi fermo borsa a tracolla

ad ascoltare il tempo che si increspa

in cortocircuiti larghi, in gibigianne

ondose – quando nell’aula sbuffavo

d’impazienza e la volta che da fuori

alzavo gli occhi alla finestra

come a un paradis perdu –

cortocircuiti tra non essere ancora

e già non più, tra Sapienza e Sorbona

con le mitiche îles-flottantes

divorate in corsa lungo il Boul’Mich,

se mai mi sono sentita studente

è stato lì, tardivamente

 

(da Fons Sapientiae)

 

 ***


V

Inalberati alberi, indignate

arborescenze stente

di spiazzi urbani, platani

con i piedi nel cemento,

cimenti giallomimosa che mimano solleoni

nel cinereo mattino cittadino,

siepi assiepate di piccioni e carte unte

salici accasciati su pascoli canini

oleandri con fioriture grigiastre e velenose

querce-altarini per i caduti della velocità

ippocastani senza castagne:

qui state, alberi,

 come lapidi di un pianeta morto.

Eppure quando agli incroci sfioro i tronchi

snocciolando i vostri nomi antichi

– Platanus occidentalis, Salix fragilis, Betulla alnus,

Quercus petraea, Larix decidua, Acer Campestris –

ritrovo il respiro grande, l’orgoglio

di sentinelle vegetali,

il ligneo irriducibile lignaggio

la cabala diagrammatica dell’Albero della Vita

abitato dai Sĕfirōt e dagli uccelli migratori,

e nel maelstrom cittadino mi soccorre

la vostra segnaletica frondosa

 

 

VI

 nel sogno volato il tepore

sulfureo della terra rompe le acque

flusso eterno, utero sorgivo –

equilibrismi: tropismi viventi

verso la fonte calda, retrouvailles d’un antico

forse solo immaginato tepidarium,

ma la vulva del vulcano non m’accoglie

mi scaglia lontano in cenere e lapilli

furiosa di maternità involute o non volute,

shuuum – di nuovo altrove, a mille miglia

nel parapiglia di un sogno

che non finisce con la notte

 

(da Alfabeti vegetali)

 

 ***

 

I

 poi finalmente tutto è vanitas –

vacuum, elogio della rarefazione

salubre cerimonia degli addii

dal saturo di pensieri valigie

materia del mondo – inavvertito

ai terrestri si rarefà l’universo

come una torta troppo lievitata

le molecole si sfuggono, si slargano

esponenziali, si fa spazio al respiro

nel vuoto irriducibile che spartisce

gli elettroni, si dissolve il legame

chimico che affattura gli elementi,

i quanti e quant’altro si spargono

liberati in ogni verso

 

(da A nuoto nel vuoto (e sulfureo atterraggio))

 

 Testi tratti da:

Tiziana Colusso, Ogni respiro un mondo, La Vita Felice Edizioni, Milano, 2022

 

Tiziana Colusso è nata a Vergato, a pochi chilometri da Marzabotto, ed è vissuta per molti anni a Cerveteri. Dopo la laurea in Letteratura Comparata all’Università La Sapienza di Roma ha vissuto a Parigi, specializzandosi all’Université Paris-Sorbonne e collaborando con “La Republique Internationale des Lettres”. È stata dal 2004 al 2013 Responsabile Esteri del Sindacato Nazionale Scrittori. È autrice di narrativa, poesia, testi teatrali, fiabe, saggistica. Ha fondato nel 2009 e dirige FORMAFLUENS – International Literary Magazine. ripreso nel 2019 in edizione sia telematica che cartacea, pubblicato dalla FUIS (Federazione Unitaria Italiana Scrittori). Ha realizzato dal 2017 il progetto multimediale  Atlante delle Residenze Creative.  

Moltissime le sue pubblicazioni, l’ultima delle quali Ogni respiro un mondo (La Vita Felice 2022), di cui parlerà stasera.

Alcuni suoi testi, sia di prosa che di poesia, sono tradotti e pubblicati in varie lingue. Sono stati poi in parte raccolti nel volume La lingua langue (traduzioni di suoi testi poetici in dodici lingue: Arabo, Bengalese, Bulgaro, Danese, Francese, Giapponese, Lèttone, Inglese, Romeno, Slovacco, Spagnolo, Ucraino, prefazione del Prof. Jean Charles Vegliante – Université Sorbonne Nouvelle (Ed. Eurolinguistica 2010);

È stata invitata a vari Festival Letterari in Italia e all’estero. Ha insegnato in un master all’Università ROMA3. Collabora a riviste, enti e istituzioni culturali.

Pratica dal 2006 il Tai Chi e Qi Gong (recentemente Zhineng Qi Gong) con vari maestri e scuole, ha studiato la Medicina Tradizionale Cinese, ha praticato la meditazione Zen, e ha partecipato lungo gli anni a diverse forme di pratica e meditazione buddhista, Vipassana e meditazione di consapevolezza.

Altre notizie sul suo Sito: www.tizianacolusso.it

martedì 23 maggio 2023

L'ottimo inizio poetico del giovane Fabio Petrilli

L’urgenza poetica è caratteristica che si manifesta solitamente agli inizi di un percorso nuovo che poi conduce man mano ad eliminare elementi superflui, ad aggiungerne altri imprevisti (o imprevedibili al momento), a volte cambiando rotta e argomentazioni, affinando stili e modalità espressive. La fretta non è mai buona maestra, ma comunque è necessaria per l’abbrivio, per la coloritura e per l’entusiasmo, la gioia di conoscere e di scoprire le proprie inclinazioni artistiche, da mettere senz’altro a frutto. È questo anche il caso del nostro giovane autore, Fabio Petrilli, che si affaccia da poco al difficile ma gratificante mondo della poesia, in un tempo in cui la banalità e la superficialità delle cose del mondo, e degli pseudovalori, assumono generalmente la principale importanza. E siccome la poesia, come l’arte in genere, è in fondo lo specchio della propria essenzialità, umanità e bontà d’animo, è encomiabile che un giovane si approcci in questo ambito con determinazione e piacere intrinseco. Certo, affronta temi usuali come l’amore, i sentimenti, la purezza delle relazioni, ma è certamente un buon inizio. Così come anche il lessico, diretto e fluido, come egli stesso afferma criticamente, a volte con marcate venature prosastiche, attesta una buona predisposizione alla scrittura poetica. La struttura generale è comunque robusta e adatta a proporre, anche nel futuro, argomentazioni e temi che possano andare anche oltre il personale. Nel proporre dunque alcuni suoi testi inediti in questo spazio, ci complimentiamo con il nostro giovane autore, augurandogli di continuare a scrivere, attingendo a piene mani (si fa per dire…) alla sua rigogliosa fonte sentimentale e affinando sempre di più la sua già significativa modalità di scrittura poetica.


LEI

La guardavo e mi innamoravo sempre di più.

Ero lì e sentivo il suo cuore sbattere più forte.

Annegavo nei suoi sogni fragili,

nello spazio immenso dei suoi occhi limpidi.

Era bella, fragile, dolce e semplice.

Delicatamente le sue labbra sfioravano le mie

e tutti e due ci perdemmo dentro il rosso di un tramonto,

inciampammo contro un bacio all’improvviso. 

Le nostre anime erano legate dall’Amore.


***


UNA LACRIMA

Una lacrima scende lentamente su quel bel viso.

Silenziosa ha deciso di abitare nei tuoi occhi.

Silenziosa accarezza le tue guance e sfiora le tue labbra. 

Quanti livori porta con sé 

Tutto tace

Mi emoziono ancora una volta mentre guardo l’altra immagine che ha conservato di te.

L’asciugherò con tutto l’Amore che merita delicatamente sfiorando i tuoi occhi lucidi. 

Ma tu promettimi che non piangerai più

Promettimi che se avrai bisogno di me

e non mi troverai,

mi cercherai in un sogno ed io sarò lì ad aspettarti

sarò lì pronto a proteggerti. 


***


SILENZIO


Un  tuffo nel silenzio

tra ricordi passati.

Cerco nella memoria voci e pensieri, rumorosi

 

Fermo il pensiero, nuoto nel silenzio: giungono verità.

Ancora mi rifugio in te

giudice non sindacabile di questo mondo

percosso dal tempo.

Fragile si scopre l’uomo.


Fabio Petrilli, nato a Foggia il 9/3/2000, ha frequentato il Liceo Scientifico E.Medi di San Bartolomeo in Galdo, un piccolo paese in provincia di Benevento, dove attualmente vive. Attualmente frequenta l'Università degli Studi del Molise a Campobasso dove ha intrapreso la facoltà di Lettere e Beni Culturali. Hanno parlato della sua scrittura poetica numerosi autori di grande spessore nazionale come Paolo Melandri, Sebastiano Impalà, Marzia Carocci, Adriana Sabato (giornalista corrispondente presso il “Quotidiano del Sud“ ), Filippo Minacapilli e Michela Zanarella. Ha collaborato con la casa editrice “Ivvi editore “ dove è presente in un libro intitolato “Poesia Italiana“. Le sue poesie sono state pubblicate in toto su 8 riviste nazionali quali: Leggere Poesia, Di Sesta e Settima Grandezza dell’illustre poeta Alfredo Rienzi, Borderliber di Martino Ciano, Rivista Thetis La Ginestra,  L’Altrove – Appunti di poesie, la rassegna “poetrydream“ dell’illustre poeta  Antonio Spagnuolo, la rivista letteraria Limina Mundi di Deborah Mega e la rivista letteraria del Professor Nazario Pardini Alla volta di Lèucade. Alcune sue poesie sono state tradotte in francese dalla poetessa Irène Duboeuf e in spagnolo e catalano dal poeta Joan Josep Barcelo.

venerdì 12 maggio 2023

L'"Implicita missione" poetica di Claudia Piccinno

Ecco una nuova “missione” poetica di Claudia Piccinno, autrice di grande talento, prolifica, ma soprattutto grandissima conoscitrice della materia poetica nazionale e internazionale, avendo contatti continui con le realtà letterarie di altri Paesi, convegni, traduzioni e varie altre interessanti attività che riguardano questo ambito. Parliamo del suo recente libro di poesie “Implicita missione”, uscito agli inizi di quest’anno per i tipi di Fara Editore. Strano titolo, ma se vogliamo, davvero indovinato, perché nulla più di una poesia può essere una “missione”: anche in questo caso, il missionario-poeta tenta di portare la sua voce alle genti, non già per convertirle ai propri credi, bensì per aprire loro nuovi orizzonti, offrire la possibilità di provare altre emozioni, o ancora emozioni autentiche, dal momento che in questa fase della nostra storia, così falsa e decadente sotto tanti punti di vista, l’umanità si è forse disabituata all’incanto e alla purezza, alle vibrazioni della natura circostante. Implicita missione è un po’ tutto questo, laddove per implicito si sottintenderebbe la ovvietà, la naturalezza di un’operazione del tutto gratuita e affettuosa, nei confronti del lettore-fratello, in una società, appunto, dove nulla è dato per scontato, e anche l’offerta della poesia viene spesso fraintesa se non accolta con sospetto o persino con un completo disinteresse.
Con Implicita missione Claudia Piccinno tocca vari aspetti del dire poetico, offrendo al lettore una gamma piuttosto esaustiva della sua potenzialità e modalità espressiva. Il libro infatti è suddiviso in quattro sezioni: “Poesie varie”, “Haiku”, “Tautogrammi” e “Dediche”; le quattro parti però, pur differenziandosi per la modalità strutturale, appunto, si integrano vicendevolmente evidenziando la tematica complessiva di tutta la raccolta, e cioè l’attenzione dell’autrice nei confronti della natura e dei sentimenti, con osservazioni anche minime delle cose e dei valori, nella quotidianità.
In particolare Claudia Piccinno, in questa raccolta, mostra di possedere tecniche di scrittura poetica davvero elevate, se si pensa, ad esempio, agli haiku, ma soprattutto ai testi della sezione “Tautogrammi”, dove riesce, con rara efficacia, a costruire versi che utilizzano sempre la stessa lettera, fornendo comunque un senso e un significato complessivo sorprendente.
La poesia è indagine e raccolta di messaggi provenienti dalla realtà che ci circonda, anche da quella nostra interiore, però le varie modalità espressive, le tecniche di scrittura, gli stili, le forme, sono prerogativa di quei letterati e poeti che conoscono molto bene la materia e da anni la frequentano. Claudia Piccinno è sicuramente tra questi.


L’ossessione delle radici

 

Visioni del sud

nella nodosa corteccia

degli ulivi

frammenti di luce

in comode rate

a colmare gli abbracci inevasi.

Un libro, un taccuino, un caffè

fan da cornice

a quest’elioterapia del ritorno.

Non c’è scadenza, né vuoto a rendere

in quest’ossessione delle radici.

 

 ***


Incerte verità

 

Il silenzio scosso dai singulti

di una lavastoviglie nottambula

compete col buio a intermittenza

di un addio.

Siamo in un limbo di decreti

a fremere per un buon esito

di questo isolamento.

Arruolati nell’e-commerce

non distinguiamo l’utile dal dilettevole.

Medusa è lo schermo

che pietrifica il sorriso

combinando i pixel

a mistificare miti

edulcorando immagini.

Smarrito l’odore di un abbraccio

abusiamo di inutili parole

per sopperire ai gesti di prossimità

veicolando incerte verità.

 

(dalla sezione “Poesie varie”)

 

 ***


Donne col burka

pensieri trattenuti

al guinzaglio.


 *


Soffia la guerra

quando non si usa più

l’alfabeto.

 

*


Poesia cresce

se ascolti gli altri

senza parlare.

 

(dalla sezione “Haiku”)

 

 ***

 

In s

 

Silenzio saliva sulla scarpata,

Solitario sibilo strisciava

sotto suole scomposte.

Solita storia senza sbocco

- stemperava sua sorella -

sottacendo soprusi

sinceri saluti, signorsì

soliti ossequi.

Supero e scordo serpi setose.

Sento sinceri solo soldati severi,

sfuggo superaffaccendate sedicenti

                          [scrittrici,

sindromi… sovraesposizione,

saccenti soporiferi scolari.

Scrivo semplicemente sto

silente sulla soglia,

sopra sassi sferici

sorpresa (dal) sistema

sovrabbonda stupidità.

 

(dalla sezione “Tautogrammi”)

 

 ***

 

Credo nelle stelle

 

Sono il sorriso dei nostri cari

– dice l’immaginario collettivo,

faro ai naviganti e ai pellegrini.

Bussola luminosa dei poeti

àncora salvifica dei solitari.

Credo nelle stelle

metafora dei desideri

viatico dei sognatori.

Credo nella fioca luce

che balugina a tratti,

credo nella segnaletica

verso l’isola che non c’è.

Credo nella dimensione

ultracorporale dell’amore

quando si fa luce

in una notte scura.

 

(dalla sezione “Dediche”)


Testi tratti da:

Claudia Piccinno, Implicita missione, Fara Editore, 2023, prefazione di Emanuele Aloisi.


Claudia Piccinno è docente, traduttrice, autrice di numerosi libri di poesia, di prefazioni e saggi critici. Direttrice per l’Europa del World Festival Poetry fino a settembre 2021, medaglia d’oro al Frate Ilaro 2017, vincitrice Ossi di Seppia 2020, ambasciatrice per l’Italia del World Institute for Peace e di Istanbul Sanat Art, Ape d’argento del Comune di Castel Maggiore per meriti culturali. Tra i vari premi internazionali, gli ultimi: Global Icon Award 2020 for Writers Capital International Foundation, The Light of Galata (Turchia 2021), Sahitto International Jury Award (Bangladesh 2021), Premio alla Cultura Città del Galateo (Roma 2021), Aco Karamanov (Macedonia 2021), Ajtan Zhiti (Kosovo 2021). È responsabile della rubrica Poesia per La Gazzetta di Istanbul e redattore per l’Europa della rivista turca Papirus (Artshop). Collabora con vari blog, e-magazine e riviste cartacee, tra cui: Menabò, Verbumpress, CiaoMag, Our Poetry e Il Porticciolo. La sua voce è presente nella Poetry Sound Library curata da Giovanna Iorio.

domenica 7 maggio 2023

L'Eremo del secolo, di Simone Principe

La stanza del poeta, oltre che essere una Collana di poesie veramente pregevole, è soprattutto un luogo dove da tantissimi anni, si concentrano testi poetici, riflessioni, motivazioni, recensioni e tante altre peculiarità del mondo poetico attuale, grazie al lavoro eccellente e alla progettualità del poeta e critico letterario Giuseppe Napolitano, competente ed entusiasta studioso e ricercatore in ambito poetico e letterario nazionale e internazionale.
Non poteva dunque sfuggire all’attenta osservazione critica di Giuseppe Napolitano, la progettualità poetica di un bravo giovane che intende percorrere la lunga e difficile strada della poesia con serietà ed impegno. Si tratta di Simone Principe, del quale già avemmo modo di parlare su Transiti Poetici quando uscì la sua pubblicazione di esordio: Aria pulita al risveglio (https://transitipoetici.blogspot.com/search?q=simone+principe), Edizioni EVA, con prefazione di Antonio Vanni.
In questa sua recente pubblicazione, dal titolo Eremo del secolo, edita appunto da Ali Ribelli nella Collana "La stanza del poeta", il nostro giovane autore affronta il problema dell’abbandono, in una realtà che segue prevalentemente gli aspetti di un’economia tutta rivolta all’emersione sociale a discapito dei meno abbienti e dei meno fortunati, con conseguenze che toccano la sfera della solitudine e della separazione. La vita sembra una corsa per primatisti ad ogni costo, e i sentimenti e i legami affettivi vengono sovente trascurati se non addirittura rifiutati, pur di raggiungere i livelli di pseudo-benessere agognati. In tutto questo, l’animo sensibile del creativo, e del poeta in particolare, avverte il disagio del solipsismo, dell’eremo del secolo, roccaforte d’orgoglio che è in realtà mera metafora di un gretto isolamento causato dalla corsa verso la materialità della vita, laddove sarebbe necessario porsi ad ascoltare l’anima e il cuore del vicino, del prossimo.
Ma il nostro poeta utilizza bene questa metafora, per porsi al centro dell’abbandono e sentire egli stesso, sulla propria pelle, il disagio e il dolore della solitudine, peraltro sperimentata anche in due e più anni di isolamento forzato dovuto alla pandemia, acuendo in tal modo la sua capacità di empatizzare con l’intera umanità, e offrendosi una speranza di apertura e di unione: “vi è ancora la speranza di ritrovarsi, / per essere soli assieme”, afferma infatti l’autore, in questi due versi davvero significativi, in cui auspica una ideale quanto solidale condivisione (almeno!) del sentirsi soli su questa terra.

Proponiamo qui di seguito alcuni brani tratti dal libro di Simone Principe, Eremo del secolo, Ali Ribelli Edizioni, Gaeta, 2022. Premessa di Giuseppe Napolitano, postfazione di Beppe  Costa.


Segregati figli

 

Paterno mondo,

segregati figli,

dal male d’esso,

che soffoca loro i respiri,

scissi dal proprio sangue,

da baci o più,

mai addio così eterno

tra le braccia d’una madre, per un anelito.

Girasoli,

su un arido campo,

si volgono senza fine

alla volta dei propri cari.

 

 ***

 

Solitario rifugio

 

T’invento,

dal solitario rifugio,

nelle acque scure, il malinconico veliero va,

fiaccola,

senza il mio braccio per le tue paure,

è un trascinare di ultimi sospiri,

se il tuo respiro non sento,

non saprei esistere.

Vita,

è in un altro sigillo di libertà,

proibita.

 

*** 

 

Il prossimo tuo

 

Chi non ha dimora,

che sia di voci o abbracci,

di mura e finestre,

abitando le stagioni,

con coperte di sospiri,

letti di foglie rinsecchite,

al tremito d’una incerta realtà,

straripanti piogge

sazie di lacrime

e la pelle rubiconda

al sole che inaridisce,

nell’indifferenza umana,

che rende cieco, muto e sordo

il prossimo tuo.

Mondo,

è un’ombra su di te

e mentre muori solo,

tutto il resto dorme.

 

 ***

 

Tocco d’amore

 

Non permangono carezze,

il tuo respiro mi è velato,

sono miraggi e speranze i giorni,

la neve si posa sui nostri corpi, senza tocchi duraturi,

le lontane luci sono stelle che infiammano.

Un metro

in cui le nostre parole perdurano,

macchiano la pelle,

lusingano i capelli.

Il cimelio è su fogli,

pagine in bianco e nero,

dove un po’ di colore risiede ancora nel tuo impeto.

 

 ***

 

Eremo del secolo

 

Rattristante malinconia,

nell’oblio si udirebbe,

col grido del mio nome

e chiunque conoscerebbe il mio abbandono,

all’eremo del secolo,

privo del tuo seno, per sostenermi,

nel tempo in cui l’uomo è scarno,

innanzi alla seviziata natura,

vi è ancora la speranza di ritrovarsi,

per essere soli assieme.

 

Simone Principe è nato ad Isernia nel 1998. Ha frequentato il Liceo Artistico “Giuseppe Manuppella” di Isernia. Sue poesie sono apparse sul mensile letterario “Il Foglio Volante – La Flugfolio”, Ediz. EVA, nella rubrica “L’aquilone” a cura di Antonio Vanni. Aria pulita al risveglio è il suo esordio poetico.

Alda Merini vista da Ninnj Di Stefano Busà