venerdì 14 maggio 2021

Carmelo Cutolo e la sua "Spuma del tempo"

Una parola chiave, spuma, riesce a riempire di significati un’intera opera poetica: spuma è la classica pietra d’angolo con la quale il suo giovane autore, il napoletano Carmelo Cutolo, costruisce la sua casa di parole, parole buone e squadrate, parole capaci di sostenere un tempio, il tempio della poesia.
E in effetti, La spuma del tempo è una materia quasi indefinita, latente, quasi sottintesa, ma onnipresente, e la sua consistenza non è data dalla corposità, ma piuttosto dall’idea, dal concetto, dall’astrazione che essa spuma può rappresentare, nel contesto generale della poetica di Cutulo, e anche come sostanza legante, substrato o filo logico che sia, che permette all’autore di tenere insieme tutta l’architettura poetica del suo dire.
Ottima intuizione poetica, dunque, quella di Cutolo, autore che dimostra di aver acquisito una buona padronanza della materia poetica, avendo realizzato una raccolta dotata di grande omogeneità, offrendo nel contempo ai lettori svariati spunti di riflessione sul senso dell’esistenza: è in effetti un percorso, un cammino, quello dell'autore, dove questa spuma è dovunque, sotto forma di reticolo o nebbia, refolo di brezza od opacità di cieli, arenili e granelli di sabbia, onde e marosi. Ed è appunto il mare a rappresentare, metaforicamente, la vastità delle in-decisioni, dei possibili cammini alternativi nella vita. Un mare che però è teatro multiforme e variegato, dove l’unico spettatore è lo stesso attore, il poeta, che racconta a sé stesso e agli altri la sua ipotesi di utopia.

Qui di seguito alcuni brani tratti dal libro.



Ho sognato le candide mani,
avide, fragili, luminose,
nelle libiche sabbie. Ho sognato
le mani nude dentro al tuo ventre.

Uscite dalla spuma di Venere,
hanno sorbito nettare d’ambrosia,
mani intrecciate a mani
arse nel deserto della nostra
voluttà, al chiarore della luna
hanno ghermito luce per gli occhi.

L’alta marea sobbalza nel sangue,
lambisce labbra rosse di fuoco.

Le ho viste contorcersi e tremare
e respirare a fatica. All’alba
hanno destato con tenerezza
il viso e il furore della notte.

Hanno appiccato
il fuoco, ustione dell’anima mia.

(dalla sezione “Amori”)



***


Annega nella spuma
un pensiero ribelle,
lo abbatte un’onda furiosa:
sogno che s’erge infranto
sconquassato dal turbinio del mare.

Un voluttuoso canto di sirene
m’allieta tra le cime
marine, giunge nei profondi anfratti,
in luminose oceaniche miniere,
libere prigioni della mente.

(dalla sezione “Onde”)



***

Il cemento attraversa
i granelli di sabbia,
tra la distesa azzurra e gli avidi occhi
arbori nudi svettano,
torri imperiose e scarne
che come un’ombra docile s’irradiano.
Da lungi vedo lumi
sempre più fitti e densi
accendersi come il cielo e pescatori
che forse al crepitante
focolare ritornano.

Mi è dolce, come il mare,
la notte che già attende
un nuovo rosseggiare.

(dalla sezione “Onde”)


***

Cielo nero e stellato,
s’inerpica il mio sguardo
lungo il pendio scosceso
della cima celeste
franata sulle membra
esili frantumate
straziate ormai stanche.

Le opache fiaccole, crepe notturne
che fendono le rocce
diroccate del cielo,

l’opaca pallida danza lunare
e lo scrutare senza meta
son solo luminosi buchi neri.

(dalla sezione “Tempo”)


***

In un lembo di oceano
si frantuma la nebbia,
si squarcia l’eco lontana di un raggio.
La notte già accoglie
nella sua terra il gracile frastuono
delle pagaie che aravano
il giogo del mare.

Che sa di questo mare
la morte che siede al focolare
ardente e all’orbo talamo?
Che sa la terra affamata dei mari
solcati e di occhi gonfi?

(dalla sezione “Tempo”)


***

Eclissi

Quasi si ode un’eclissi
che batte lieve l’antro luminoso
e sbircia ombre affettuose e curiose
verso la notte nuova e misteriosa.

Scorgo una luce che sporge e scintilla
e già si spinge nei sogni più arditi,
e lungo affilate falci
si figge e si nasconde,
e traccia, infine, un cerchio.

(dalla sezione “Tempo”)

Carmelo Cutolo, La spuma del tempo, Oèdipus Edizioni, 2020.

Carmelo Cutolo è nato a Napoli nel 1985. Ha conseguito il dottorato in filologia classica presso l’Università di Messina e insegna latino e greco nei Licei. La spuma del tempo è la sua prima raccolta di poesie.

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