---------------------------------------
Rebecca è il titolo del recente lavoro poetico di Gerardo Aluigi edito da RPlibri, piccola casa editrice indipendente che cura nei minimi dettagli la qualità della carta e dei contenuti. Rebecca è un nome femminile che ci rimanda immediatamente al personaggio biblico presente nel libro della Genesi. Rebecca è la moglie di Isacco e la madre di Giacobbe ed Esaù, considerata nel Talmud la progenitrice del popolo ebraico (attraverso Giacobbe) e del popolo romano (attraverso Esaù). Il fascino di questo nome ci fa pensare alla bellezza della donna, al simbolismo della sua generosità che, come in poesia, non è mai fine a se stessa. L’ospitalità e l’operosità di Rebecca, infatti, sono leggibili metaforicamente nella raccolta poetica di Aluigi in cui la coscienza del nostro tempo dà fiato alla sceneggiatura della memoria storico/emozionale accogliendo ogni evento nostalgico senza indugio e con ampiezza di movimento metrico per meglio carpire ogni sfumatura dell’animo umano.Sulla
pagina bianca ogni penna dirà
il
dolore che non capiranno
l’amore
perduto
la riva, il mare e la brezza
che ti
avvolge
mentre aspettiamo la parola
per
capovolgere il mondo.
Sull’aletta di copertina si legge: Rebecca è una
raccolta di poesie che custodisce la luce misteriosa dell’alba dopo la lunga
notte. L’autore fa fluttuare la parola assoluta e naturale tra sogni e realtà
creando un prezioso zigzag tra il tempo perduto, i ricordi e le magiche
certezze irraggiungibili. Gerardo Aluigi lega a un unico filo, sia lo strazio
dell’esperienza dell’assenza e della solitudine, sia la bellezza della vita
abbandonandosi ai bisbigli della felicità passata e vissuta in cui torna
l’amore che resta l’unico cardine per orientare il futuro. Questo lavoro,
dunque, ha una funzione conservativa che ci consente di stupirci continuamente
di fronte al sentimento primario, l’amore, che resiste, persiste e
paziente ci tiene per mano tra la veglia e il sogno.
***
Le
nostre ombre sapevano toccarsi,
nude si
baciavano
aspettando che la timidezza sparisse
quando
il silenzio ci svestiva
con il
solo occhio che aveva.
***
Vorrei
parlare al mio destino,
sfondare
la sua porta
chiedergli di cambiare la mia vita
aspettare
giorni e notti
perché
lei potrebbe passare.
***
Questo
batticuore che non rallenta,
è
l’ansia che divora il mio destino
una
necessità che ci tiene vivi.
Così
lottiamo per non annegare
pregando
che un fulmine non ci colpisca.
Gerardo Aluigi è nato nel 1950 e vive a Pagani (SA).
Appassionato di poesia ha pubblicato nel 2008 la raccolta Gli argini del silenzio - LietoColle e nel 2015 Nudi, come il dolore - Guida Edizioni.
È
presente in alcune antologie poetiche nazionali.
I suoi testi partono da una profonda ferita, così come lui stesso ama
ribadire.
Nessun commento:
Posta un commento