sabato 6 ottobre 2018

Le "Poesie dell'immaturità" di Luca Di Bartolomeo


"Poesie dell'immaturità" è il titolo della prima raccolta del giovane poeta cilentano Luca Di Bartolomeo, del quale proponiamo qui di seguito alcuni suoi testi tratti dal libro.
La laurea in Medicina e Chirurgia ottenuta brillantemente non gli ha impedito, nel contempo, di dedicarsi non solo ad una intensa attività di divulgazione scientifica, ma anche alla frequentazione del mondo letterario e in particolare della poesia, con ottimi risultati se si considerano i numerosi e importanti premi ottenuti.
Direi con coraggio, l'autore racconta il proprio excursus familiare e sociale, la propria esperienza di vita adolescenziale e giovanile, ma lo fa con consapevolezza e armonia poetica, rendendo in tal modo le "poesie dell'immaturità" pregne, invece, di un'alta consistenza lirica: poesie dell'età immatura ma scritte con la maturità e la determinazione di un poeta già avviato.
Sono quadri recuperati dall'età giovanile, osservati dallo stesso autore da una prospettiva ora adulta, non priva però di una certa nostalgia. La natura è il principale sottofondo del suo dettato poetico, un mondo genuino fatto di alberi di ciliegio, di panorami, di stagioni.
Il verso è generalmente diretto, asciutto, sicuro.
Invitiamo i lettori che ci seguono, a esprimere un loro gradito ulteriore commento sui testi che qui di seguito riportiamo.




I ricordi

Lucciole nella mente
seguono il filo
di un gomitolo di cocci.

Sull'orlo di una pozza
ma sempre lì, attenti,
a non bagnarsi i piesi.

Attenti a rispondere
all'appello, anche quando
il registro
è caduto nell'oblio.

E' inutile cercare
di sguinzagliarli:
i ricordi sono cani fedeli.


***

Un giorno mi ha morso la vita

Un giorno mi ha morso la vita,
per il terrore ho corso a perdifiato.
Era una tarantola dall'istinto
predatore e dal sogno logorato.

Mentre mi appendevo allo stelo
di quel mio tempo ancora in fasce
in quel corpo troppo minuto
stava già sbocciando il cielo.


***

Incanto

Scricchiola il tempo
in questa anticamera del futuro,
si spezza anche il vento
urtando questo muro.

E' un rebus, è un gioco
pericoloso, e io la colsi
come fossi un croco;
ma mi incatenò i polsi

con manette di paglia
e mi condusse in una boscaglia
a contar le illusioni,
ruggendo ai leoni.

La sua frusta era la dolcezza,
gli incubi custodi
di un mondo socchiuso
da una porta targata "Giovinezza".

*** 

Scirocco

Si schianta
contro l'abitudine dell'inverno
questo alito di drago;
il solco della strada
lo accoglie intimorito,
mentre si incanala nel suo ventre
con la ferocia di un amante.

Giace
come un pugile nell'angolo
con le braccia a terra,
il vicolo deserto.


***

Autunno

Goccia a goccia
versi il tuo corpo nei miei occhi,
con l'arte di un oste.
E ti assaggio, come s'assapora
il vento freddo che stringe pericolosamente
la gola. Come una lama,
come un abbraccio.

Siamo due fiaccole
in attesa d'un soffio.
Qual è
il tuo nome?

Al bar mi hanno detto di chiamarti
Autunno;
e non c'è differenza
tra te e l'abbandono,
se non nelle foglie.


***

Siamo rimasti muti.

Uno a uno hanno impiccato i nostri alberi,
quelli dell'infanzia scolpita
negli sguardi senza dubbi,
di noi accovacciati sotto la protezione
materna delle chiome
a guardare l'aurora dondolare
sul filo d'uno stendi panni.
Siamo rimasti muti.
Stretti nella folla ci bastò uno sguardo
per essere lontanissimi.
Con gli occhi chiusi,
mentre rattoppavano i torti
con le nostre bandiere,
finalmente eravamo grandi, così maturi
da cadere dal ramo.
Siamo rimasti muti.
Ci hanno dato da bere
le nostre cicatrici:
ognuno col suo bicchiere e la mano di cemento
sul bancone sporco di noccioline e di ricordi
a lasciarsi versare
da due osti ubriachi
ancora un sorso di dolore.


***

Non interessava a nessuno di noi

Non interessva a nessuno di noi
passare per saggio
lungo il sentiero spezzato
da incroci
quale dei fiori spezzare per
primo?

Il frinire dei manifesti
buono a scaldarsi una sera di freddo
sotto il ciliegio dalle braccia stanche.
Il passo del mondo
ticchettava sul muro su cui
scrivevamo
il nome sbagliato delle cose.


Testi tratti da "Poesie dell'immaturità", di Luca Di Bartolomeo, Gianni Petrizzo Editore, marzo 2018; prefazione di Giuseppe Brenga.

Luca Di Bartolomeo è nato ad Agropoli (Salerno) nel 1992. E' laureato in Medicina e Chirurgia. Giornalista pubblicista, ha collaborato con diversi quotidiani. Dal 2014 conduce, per l'emittente televisiva Cilento Channel, il programma di divulgazione medica "Panacea".
Ha ricevuto il primo premio in numerose competizioni letterarie nazionali e internazionali. Fa parte della Giuria del Premio Laurentum per la poesia.
"Poesie dell'immaturità" è la sua prima raccolta edita.

Alda Merini vista da Ninnj Di Stefano Busà