domenica 13 dicembre 2020

Silvana Kühtz, 30 giorni, una terra e una casa

 

I poeti non se ne stiano con le mani in mano / possono baciare l’azzurro e invadere la città / con quel magma inafferrabile che / è regalare soffio luce sogno furore animale / che si insinua in ogni dove.” Sono i versi riportati in quarta di copertina del libro “30 giorni, una terra e una casa”, di Silvana Kühtz, edito nel 2015 da Campanotto. Ne parliamo brevemente qui, nella rubrica “Proposte di lettura” di Transiti Poetici, perché il messaggio (non solo poetico!) della nostra illustre Autrice di Bari è decisamente propositivo e spronante, indicando a noi tutti, poeti, artisti, letterati e comunque operatori culturali di qualsiasi tendenza e tematica, che l’arte in genere (e nella fattispecie la poesia nel nostro caso) sarebbe più utile, più fruibile e condivisibile, se fosse diffusa e praticata in ambiti di quotidianità e nel contesto delle normali attività sociali: beninteso, sempre preservando la qualità e il valore della parola poetica e del fare poesia. Silvana Kühtz, attivissima in ambito letterario, ha dunque ideato una linea progettuale poetica molto interessante e viva, intitolata Poesia In Azione, dove attua e propone questa modalità coinvolgente (in tutti i sensi) del dire e fare poetico, integrandolo e completandolo anche con altre espressioni artistiche, quali ad esempio la musica.
Il libro 30 giorni, una terra e una casa, è un viaggio illuminato e nello stesso tempo stigmatizzante della quotidianità, dove momenti peculiari, scene e riflessioni dell’io narrante (la nostra brava Autrice), sono “elencati” e indagati profondamente, giorno dopo giorno, e appuntati con cura ed eleganza poetica: “Io intanto / con una vecchia sveglia da comodino / affino l’orecchio e mi preparo”, recita la Kühtz a pagina 39, acclarando in tal modo la sua attenzione e predisposizione ad accogliere la vita e il susseguirsi dei giorni. Esemplare la conclusione: Una terra e una casa, dove la nostra poetessa concentra il fluire universale della vita, con la bellissima metafora della porta della sua casa di mattoni rossi, attraverso la quale è possibile entrare, ma da cui è anche possibile uscire.
Il libro è impreziosito da una ottima traduzione in inglese dei testi a fronte, col merito di allargare il dettato poetico dell’autrice oltre i confini nazionali.
Stralciamo qui di seguito alcuni brani tratti dal libro.


Lunedì 1.

Abbiamo tutti un segreto
ma il corpo sa tutto.
Tutto.
Che numero hai?

Io vado laggiù
dove c’è quella striscia rossa,
a guardare le persone.
Hai visto che bello?

Non è stato un sogno.
I fili eterni sottili e resistenti fra le persone
sono un segreto.
Radici
che per quanto tu abbia tagliato la pianta
sono lì.
Vive.


***

Toccami

La festa comincia.
Io sono carne slegata per te.
Ti amo. Ma le mie labbra sono secche.
Ti lascio andare nel giogo oscuro dei ghiacciai,
nelle gole fredde depresse atrofiche senza musica.
Se è questo che vuoi davvero.


***

Mercoledì 11.

Ho perso le parole.
Le ho lasciate su un treno
che pensava di te
nostalgie di violini lontani.

Ho perso un quaderno con
una farfalla in fronte
che scriveva di te
parole disperse
di infrarossi calori.

Ho perso ancora:
e non sono arresa
al caldo
immobilizzata
ferita
allungo l’acqua con il latte
e mi faccio il bagno
nelle foglie di menta
d’ora in ora nei minuti vivo.


***

Martedì 25.

È finita l’era
che indica la via
per far spiccare sogni e desideri alati.
Questa è l’era in cui
non capisci
se il cielo è il mare rovesciato
se si infrange l’onda
contro lampade magiche
se puoi cogliere la magia di ciò che appare
o
vangare la materia cerebrale.
Ma giù in strada ci sono
dei bambini che si gridano ciao.
E ripetono ciao ciao ciao
infagottati con sciarpe e cappelli
mentre il cielo pare voglia svuotarsi
in un colpo solo.


***

Casa

La mia casa è di mattoni rossi
e si entra dalla porta.
Oggi sono spuntati i bucaneve
che si bevono la pioggia:
se la pelle non è separata dal suo interno
allora tutto è permesso.
Io lì per lì non l’ho capito.
Sentivo i tuoi pedini
d’oro sul pavimento di marmo
fare come una musica.
Bella e terribile.
Feroce.
La mia casa è di mattoni rossi
e dalla porta si esce.

(Testi tratti da “30 giorni, una terra e una casa”, di Silvana Kühtz; Campanotto Editore, 2015; traduzione in inglese di Nathaniel DuPertuis).


Silvana Kühtz è nata a Bari. È ideatrice del progetto PoesiaInAzione che nasce per far scendere la parola poetica dalle austere stanze dell’accademia e portarla nei retrobottega, nei garage, nei luoghi quotidiani, per sfidare la noia mortale cui spesso si pensa quando si dice poesia e mettere insieme elementi apparentemente lontani fra di loro come scienza, letteratura, azione, improvvisazione e ispirazione, e per far questo si serve di parola e musica e non solo.
Vincitrice del Premio di Poesia Alfonso Gatto 2014 nella sezione inedito con la raccolta “30 giorni, una terra e una casa”.






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