domenica 7 maggio 2023

L'Eremo del secolo, di Simone Principe

La stanza del poeta, oltre che essere una Collana di poesie veramente pregevole, è soprattutto un luogo dove da tantissimi anni, si concentrano testi poetici, riflessioni, motivazioni, recensioni e tante altre peculiarità del mondo poetico attuale, grazie al lavoro eccellente e alla progettualità del poeta e critico letterario Giuseppe Napolitano, competente ed entusiasta studioso e ricercatore in ambito poetico e letterario nazionale e internazionale.
Non poteva dunque sfuggire all’attenta osservazione critica di Giuseppe Napolitano, la progettualità poetica di un bravo giovane che intende percorrere la lunga e difficile strada della poesia con serietà ed impegno. Si tratta di Simone Principe, del quale già avemmo modo di parlare su Transiti Poetici quando uscì la sua pubblicazione di esordio: Aria pulita al risveglio (https://transitipoetici.blogspot.com/search?q=simone+principe), Edizioni EVA, con prefazione di Antonio Vanni.
In questa sua recente pubblicazione, dal titolo Eremo del secolo, edita appunto da Ali Ribelli nella Collana "La stanza del poeta", il nostro giovane autore affronta il problema dell’abbandono, in una realtà che segue prevalentemente gli aspetti di un’economia tutta rivolta all’emersione sociale a discapito dei meno abbienti e dei meno fortunati, con conseguenze che toccano la sfera della solitudine e della separazione. La vita sembra una corsa per primatisti ad ogni costo, e i sentimenti e i legami affettivi vengono sovente trascurati se non addirittura rifiutati, pur di raggiungere i livelli di pseudo-benessere agognati. In tutto questo, l’animo sensibile del creativo, e del poeta in particolare, avverte il disagio del solipsismo, dell’eremo del secolo, roccaforte d’orgoglio che è in realtà mera metafora di un gretto isolamento causato dalla corsa verso la materialità della vita, laddove sarebbe necessario porsi ad ascoltare l’anima e il cuore del vicino, del prossimo.
Ma il nostro poeta utilizza bene questa metafora, per porsi al centro dell’abbandono e sentire egli stesso, sulla propria pelle, il disagio e il dolore della solitudine, peraltro sperimentata anche in due e più anni di isolamento forzato dovuto alla pandemia, acuendo in tal modo la sua capacità di empatizzare con l’intera umanità, e offrendosi una speranza di apertura e di unione: “vi è ancora la speranza di ritrovarsi, / per essere soli assieme”, afferma infatti l’autore, in questi due versi davvero significativi, in cui auspica una ideale quanto solidale condivisione (almeno!) del sentirsi soli su questa terra.

Proponiamo qui di seguito alcuni brani tratti dal libro di Simone Principe, Eremo del secolo, Ali Ribelli Edizioni, Gaeta, 2022. Premessa di Giuseppe Napolitano, postfazione di Beppe  Costa.


Segregati figli

 

Paterno mondo,

segregati figli,

dal male d’esso,

che soffoca loro i respiri,

scissi dal proprio sangue,

da baci o più,

mai addio così eterno

tra le braccia d’una madre, per un anelito.

Girasoli,

su un arido campo,

si volgono senza fine

alla volta dei propri cari.

 

 ***

 

Solitario rifugio

 

T’invento,

dal solitario rifugio,

nelle acque scure, il malinconico veliero va,

fiaccola,

senza il mio braccio per le tue paure,

è un trascinare di ultimi sospiri,

se il tuo respiro non sento,

non saprei esistere.

Vita,

è in un altro sigillo di libertà,

proibita.

 

*** 

 

Il prossimo tuo

 

Chi non ha dimora,

che sia di voci o abbracci,

di mura e finestre,

abitando le stagioni,

con coperte di sospiri,

letti di foglie rinsecchite,

al tremito d’una incerta realtà,

straripanti piogge

sazie di lacrime

e la pelle rubiconda

al sole che inaridisce,

nell’indifferenza umana,

che rende cieco, muto e sordo

il prossimo tuo.

Mondo,

è un’ombra su di te

e mentre muori solo,

tutto il resto dorme.

 

 ***

 

Tocco d’amore

 

Non permangono carezze,

il tuo respiro mi è velato,

sono miraggi e speranze i giorni,

la neve si posa sui nostri corpi, senza tocchi duraturi,

le lontane luci sono stelle che infiammano.

Un metro

in cui le nostre parole perdurano,

macchiano la pelle,

lusingano i capelli.

Il cimelio è su fogli,

pagine in bianco e nero,

dove un po’ di colore risiede ancora nel tuo impeto.

 

 ***

 

Eremo del secolo

 

Rattristante malinconia,

nell’oblio si udirebbe,

col grido del mio nome

e chiunque conoscerebbe il mio abbandono,

all’eremo del secolo,

privo del tuo seno, per sostenermi,

nel tempo in cui l’uomo è scarno,

innanzi alla seviziata natura,

vi è ancora la speranza di ritrovarsi,

per essere soli assieme.

 

Simone Principe è nato ad Isernia nel 1998. Ha frequentato il Liceo Artistico “Giuseppe Manuppella” di Isernia. Sue poesie sono apparse sul mensile letterario “Il Foglio Volante – La Flugfolio”, Ediz. EVA, nella rubrica “L’aquilone” a cura di Antonio Vanni. Aria pulita al risveglio è il suo esordio poetico.

Nessun commento:

Posta un commento

Alda Merini vista da Ninnj Di Stefano Busà