E quindi, tornando a “Incipit”, non c’è nessun pericolo che il tema della nascita possa in questa bellissima raccolta degradarsi ed appiattirsi perdendo nell’usualità dell’argomento la sua forza espressiva, la sua potenzialità di trascendenza. Incipit, inizio, è un punto di partenza intelligente, dal quale l’autrice, Annalisa Rodeghiero, intraprende un viaggio parallelo in una dimensione filigranata e a volte quasi sottintesa, in cui i fatti contingenti, la nascita della nipote, il vederla crescere, il tempo delle attenzioni, le cure e le delicatezze, lungi dall’essere soltanto delle mere cronache familiari, aneddoti e piccole storie, costituiscono in realtà un excursus emotivo e filosofico di grande pregio, perché vanno a evidenziare, a stimolare riflessioni profonde sul senso dell’esistenza, della vita e del suo evolversi in ambito sociale e familiare. La Poesia prende spunto da situazioni, flash, momenti, immagini anche le più elementari, solite, scontate, evidenti, ma in un certo qual modo le nobilita, le innalza, estrapolandone il fondo di verità e di novità, fornendo chiavi di letture “altre”, ispessendo i contenuti oltre i limiti contestuali: la poesia è “aria” libera, incontenibile, che si genera dall’idea, dal tema, ma che poi progredisce e alimentandosi di sé stessa, diventa quell’atto plurimo, esplodente nell’universale di tutti. Ed è così anche la poesia di Annalisa Rodeghiero, in Incipit come nelle altre sue pregevoli produzioni poetiche.
Ed ecco l’essenza del dire poetico di Annalisa Rodeghiero in questa raccolta: “Apparteniamo / forse per nascita, predestinazione o scelta / a un genitore a un figlio a un uomo, / ognuno a modo nostro. / È il nostro modo di vivere il mondo / in fondo / - quasi sempre o quasi mai - / soli”: laconicità dell’esistenza, nonostante i legami parentali e amicali, in un mondo generalmente egoista, da riconsiderare e da ri-costruire, nel rispetto della dignità e della sacralità di ogni vita.
Riportiamo qui di seguito alcuni brani tratti dal libro della Rodeghiero; i lettori che ci seguono potranno aggiungere altre gradite riflessioni in merito.
Solo io sapevo
della mia casa ad albero
dei frutti appesi come quadri
a saziare assenze,
della scorza a lacrime di resina
di quanta forza
quando bussava il picchio.
All’occorrenza
(tu sarai sempre un’occorrenza)
ho svelato il segreto
come solo i bambini sanno fare
(senza volerlo).
Così ora sgorgano, si mescolano, nutrono
linfa, legno, miele, fogli sparsi e versi
a cascata su gradini, vetri, biforcazioni, rami,
dentro respiri di ciliegia.
Perfino l’aria è presenza.
Regge il tronco la sete del mondo.
(Poesia inserita nell’Agenda poetica Il segreto delle fragole, LietoColle, 2018)
Isabel
Vederti cosìpalpebre ancora chiuse
(le mie e le tue insieme)
nella luce dorata dell’aurora
che oggi come non mai
si sveglia a spalancare il giorno.
La notte ha portato consigli
- penso - mani a coppa
a trattenere il sole
come fanno le valli con il cielo.
E invece è stata tua
la scelta di affacciarti al mondo.
Sovranità d’esistere,
mistero che ogni volta si rinnova
nell’amniotico regno d’acque
dove la vita si conta
in settimane e mesi
e il peso in grammi come l’oro.
***
Un’altra dimensione
C’è una terra d’altra dimensione
uno scorrere limpido d’acque
intorno a te, conchiglia di silenzio
richiamo d’ancestrali suoni.
La verità sta dentro il tuo respiro
vergine, siderea pulsazione.
Niente a che vedere con tutto ciò
che al di là delle tue pieghe strepita.
Inquieto vivere del mondo.
Ma almeno – in te – di me tutto si placa.
Tutto si riassume. Si rinomina.
***
La bambina del treno
“Ho bisogno di vedere il mare”
dice a sua madre la bambina.
Necessità dirompente nello sguardo pulito
a catturare vastità d’azzurre gocce
senza contarle, senza sabbia a finire
dentro il vetro del tempo
che si restringe a strangolare i giorni
ma non i sogni dei bambini
che ancora sanno accorgersi del mare
e delle piane di girasoli
dal treno che corre
sopra le parole inutili degli adulti
ciechi che sbraitano.
“Ho bisogno di vedere il mare”
dice a sua madre la bambina.
***
Che ne sarà di te
Che ne sarà di te, domani?
Ora è questo entrare nei tuoi gesti a tentativi
a interpretare ogni minuscolo bisogno
che tu non debba soffrire
neanche un attimo, nel sonno.
Da pochi mesi al mondo e ti spaventa il buio.
Cosa puoi sapere della notte
se ancora non conosci stelle?
Che ne sarà di te, domani
quando te ne andrai di stanza in stanza
- sola - come soli si va al mondo,
quando ascolterai, oltre la porta
una alla volta le nostre imperfezioni
(noi con te così perfetti).
Bellezza-tristezza-albero-gregge
oppure stormo?
***
Tredici gennaio
Sera sospesa sopra il velo teso
d’acqua e di memoria.
È ormai arrivato e passerà – domani –
Lei veniva al mondo
un anno fa lo stesso giorno
e con sé portava una dolcezza nuova
e con lei tremava
nella parola nascere, la parola – promessa –
Eppure a noi era ancora estranea
la misura della piena che di lì a poco
avrebbe ricoperto d’oro l’esistenza.
Nessun uomo tocchi colonne d’infanzia.
Annalisa
Rodeghiero, Incipit, Edizioni Stravagario, 2019; prefazione di Giacomo Vit)
Annalisa
Rodeghiero è nata ad Asiago e vive a Padova, dove si è laureata in Scienze
Biologiche. Suoi testi poetici e note critiche appaiono in periodici online e
cartacei come Poetarum Silva, Neobar,
Versante Ripido, La Recherche.it, Alla volta di Leucade, La Nuova Tribuna Letteraria fondata da Giacomo Luzzagni, Il Porticciolo. È presente con altri
autori in Antologie tra cui: Il padre
di Nazario Pardini (2016), Il segreto
delle fragole 2018 Agenda Poetica (LietoColle), Lunario in versi (11 poeti italiani) iPoet 2018 di LietoColle, Antologia proustiana 2018: Cherchez la
femme - di Aa Vv La Recherche.it, La
madre Secondo Quaderno di poesia del Gruppo poeti UCAI (2019) presentato
alla Fiera delle Parole di Padova 2019, Antologia proustiana Una notte magica di La Recherche (2019).
Ha
pubblicato: Percorrimi tutta (2013), Di spalle al tempo (2015), Versodove (2017), Incipit (2019), tutti premiati in concorsi nazionali e
internazionali.
Una graditissima sorpresa questa generosa, sentita recensione a "Incipit". Ti ringrazio immensamente, caro Giuseppe per avere ben evidenziato i pregi e i possibili rischi di una scrittura "per amore". Eppure credo valga davvero la pena scriverne, con tutti i pericoli del caso. Credo conti sempre l'insegnamento del Sommo Poeta ad attraversare l'esistenza con l'"intelletto d'amore".
RispondiEliminaCon stima e affetto.
Annalisa Rodeghiero
D'accordo di cuore con te.... non senza la speranza di vederci a Roma... don Giuseppe Magrin dal Vaticano.
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