Ma non è certo il caso di Antonella Vairano, poetessa di grande talento, che ha voluto affrontare questo delicato argomento con la sua recente silloge Il bene profondissimo, edita da Controluna e con una dotta prefazione di Sergio Daniele Donati. Già il prefatore pone l’accento sul luogo comune “bello uguale buono” e viceversa, rimarcando la convinzione classica che l’estetica sia legata all’etica. Ma qui la nostra autrice riesce a distinguere, a separare in un certo senso tale assioma, trattando direttamente il fondamento del “bene”, tanto da raggiungerne la profondità: il bene profondissimo: un assoluto che non ammette paragoni rispetto ad altri piani emotivi, non concede alternative più o meno blande. Il bene profondissimo è il raggiungimento di una consapevolezza interiore tale che “Se una parte dell’amore / ha seme assoluto / Se una parte dell’invincibile / ha labbra scarlatte / E se una parte del volo / ha correnti uniformi / Allora io sarò nella pace della Vita.”
La poesia in questo caso è anche strumento di ricerca, di indagine nel proprio vissuto, nella propria intimità, allo scopo di individuare i segreti messaggi che provengono dalla realtà circostante e, soprattutto, dalla rielaborazione di questi nel proprio io, al fine di raggiungere un equilibrio e una gratificazione alla propria esistenza nel mondo.
Ma la poesia di Antonella Vairano riesce talmente a raggiungere il cuore delle cose e della natura, da evidenziare con coraggio anche la negatività, ciò che è opposto al bene profondissimo e che crea delusione e anche dolore: "La bellezza mi fa male / come un altare di rose /claudicante": tutta l'espressione è ossimorica, ma riesce in tal modo a sintetizzare in modo appropriato l’altro lato del bene, il pericolo di affidarsi ciecamente alle prime impressioni superficiali, nei rapporti con il mondo e nella società, in cui non sempre il bene è veritiero e schietto: “L’ho messa (la vita) nella mano degli altri / e quella stessa mano / di perdizione e scostamento / mi preparava cristalli affilatissimi / sotto i piedi. / Ci ho messo un attimo a farmi male”.
Un attimo
Se una parte dell’amore
ha seme assoluto
Se una parte dell’invincibile
ha labbra scarlatte
E se una parte del volo
ha correnti uniformi
Allora io sarò nella pace della Vita.
Ho parlato al cielo senza guardarlo
mentre davo sussulto al mio ventre
di grano.
Ho cavalcato lo sciabordio di
arabeschi di carne
e ho sovvertito la tensione
in quiescenza.
L’ho messa nella mano degli altri
e quella stessa mano
di perdizione e scostamento
mi preparava cristalli affilatissimi
sotto i piedi.
Ci ho messo un attimo a farmi male
Sorgivo
Ho fatto un sogno.
Abitavo il cielo
tenevo giù la fronte
mi affamavo di vento.
Il soffio ammorbava le cervella
e il corpo pesava quanto l’anima.
Qui c’è troppo di me – pensavo.
E ti chiedevo... stai ancora un po’
in questo spazio sorgivo.
E se puoi
scuoiami di splendenza
interiore
nell’attimo calmo che fa conto pari
con la buona sorte.
Il sole e la luna
E comincio dalla fine
perché un verso scritto di notte
è diverso al mattino
E perché morire dal ridere
non è uguale al morire d’amore
E comincio dalla fine
perché l’uomo che parte
non è lo stesso quando torna
E comincio dalla fine
perché il Sole e la Luna
non sono la stessa cosa
E la loro somiglianza
del resto
nasce nel gesto
E comincio dalla fine
perché avere tutto di giorno
diventa niente
al cielo delle stelle.
Ormeggi
Io so e io non so
concupiscenti e concubine
queste voci del terzo millennio
tutte nella testa.
A forza di tirare su gli ormeggi
non c’è più niente che non urli,
Nemmeno la Bellezza.
Questa fame d’aria e di cilicio
questa macchina umana infame
questo corpo senza sogni
È come il terrore di uno squilibrato
che respira aria di violenza inquieta
sui capelli sottili e biondi
di un bambino mentre parla.
I Poeti
Amo la grandezza dei poeti
solo se è stata miseria
non ho paura di dio
è l’ignoto che conosco
e non mi nascondo
Non mi sento corpo,
testa, stomaco.
Sono appartenenza e…m’aggiungo
Come si può non amare il mare?
Come si può non amare il sangue lento
dei poeti?
Nelle acque di mare
quel che succede di notte
è scura circostanza d›amore
E l’onda instancabile ripete
l’odore crudo dei santi
e la bestemmia
furiosa del poeta!
Antonella Vairano, Il
bene profondissimo, Controluna Edizioni, 2024, prefazione di Sergio Daniele
Donati.
Antonella Vairano nasce e vive a Conversano, città d'arte e di storia a pochi chilometri da Bari. Ha conseguito diversi riconoscimenti a Premi letterari nazionali e internazionali. Coautrice in diverse antologie di poesia contemporanea nazionali ed internazionali. Suoi testi sono stati tradotti in inglese e spagnolo. Le sue poesie sono presenti in diverse riviste letterarie e pubblicate su diversi quotidiani (Il Quotidiano di Bari, La Repubblica-Bari...), su siti on line (Versante Ripido, Atelier Poesia...) e blog (anche americani). Ha ricevuto importanti recensioni da parte di critici e poeti. Sue pubblicazioni: 29 Note Poesie (Youcanprint, 2018); Il mondo s’è fatto male, con prefazione di Maria Grazia Calandrone (Csa editrice, 2019). Ultima pubblicazione Il bene profondissimo (Controluna-Edizioni di Poesia, 2024). Gestisce il “Circolo letterario Vento Adriatico”, con cui promuove e organizza eventi culturali. Fondatrice e caporedattore del Blog “Circolo letterario Vento Adriatico” per divulgare la poesia, la narrativa, la traduzione.
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