sabato 5 giugno 2021

Alessandra Corbetta, "Padri", silloge vincitrice del 3° premio ex-aequo Transiti Poetici 2021

 

La Poesia non ammette melensaggini, banalità, ovvietà, a meno che queste cose non emergano nella contestualità di un discorso poetico più ampio, laddove sia necessario evidenziare ed estremizzare questi elementi. Ma la forza della Poesia è tale, che la penetrazione attraverso la pelle di chi la legge o l’ascolta, è, e deve essere, assolutamente autentica, diretta, sconvolgente, a prescindere da eventuali remore o insicurezze da parte dell’autore. Voglio dire che la poesia, quella vera, si autosostiene, vive di luce propria, indipendentemente dal fatto che possa scandalizzare o anche ferire la sensibilità altrui. E quindi, tramite la poesia è possibile dire tutto, il bello e il brutto, il dolce e l’amaro, l’ingenua meraviglia quanto la nefandezza più scabrosa?... Direi di sì. Se è poesia vera, autentica, profonda.

Come questa silloge di Alessandra Corbetta, Padri, vincitrice del terzo premio del concorso Transiti Poetici. Ed è una silloge breve ma intensa, divisa in dieci quadri che rappresentano altrettanti stati d’animo, altrettante situazioni, più o meno usuali, del rapporto padre-figlia. È altresì una silloge ideata e articolata con grande coraggio dall’autrice, ma anche con grande consapevolezza del proprio talento, della propria grande capacità di affrontare questi aspetti così peculiari, a volte solo apparentemente formali, che si vivono all’interno di una famiglia.

Come dicevo, la Poesia può affrontare temi e argomenti di ampio respiro, e in particolare, come in questo poemetto, situazioni personali e delicate, e lo può fare proprio in virtù di quell’inalienabile spirito di autenticità e di schiettezza che denota (e ne è permeato) ogni struttura poetica di spessore: si va diritto al punto essenziale, senza viziosi giri di parole, e anzi il concetto cardine espresso dal verso dà adito ad ulteriori rimandi, ad echi allusivi di grande significanza.

La poesia di Alessandra Corbetta, in questa silloge dedicata e ispirata alla figura del padre, in generale o anche in particolare, si mostra quindi libera e svincolata da ogni possibile remora, senso di colpa o pregiudizio, esponendo con un dire poetico sobrio ma puntuale e profondo, le varie infinite sfaccettature emotive e sentimentali di un rapporto con il genitore, evidenziandone l’autenticità e le difficoltà di comprensione reciproca, laddove, alla fine, nonostante tutto, è sempre l’amore a prevalere.


PADRI

 

 

In nessun tempo le nostre verità,

quella tua di non riconoscere. Mai nessuna mancanza.

Questa mia di non riuscire a respingere la tua evidenza.

 

Roberta Dapunt

 

I

 

Il castigo più grande non è stato

rimanere immobile bambina

su un cubo di divano guai se piangi!

 

non andare a letto senza cena

 

né adulta domandarti la mamma muore?

tu muto – perché punire è fino in fondo.

 

Il castigo più grande

è questo mio perdono

fermo affamato silenzioso.

 

 

II

 

Dimenticare la data colpisce alle spalle.

 

Mentre soffio sulle candele

il tuo sguardo è altrove: una serie TV americana

ti sorprende meglio

                                         del passare dei miei anni

 

 

III

 

Osservo i padri

prendere per mano le figlie:

divento mendicante cieco

nel buio del mai avuto.

 

 

IV

 

Il calco piccolo delle tue mani

da cui le mie hanno presa forma

è la fatica gi-gan-te-sca

ad afferrare la parte concreta del mondo

o la ferita che mi segna il volto

nell’abbraccio grigio tra il fumo

della tua sigaretta e inconsistenti

le mie parole nel vento.

 

 

V

 

Per guardarti,

ho assunto l’occhio della triglia

quando l’acqua la bolle.

 

Ma del salmone è la mia tempra:

rosa e controcorrente.

 

  

VI

 

Quando però cantiamo Baglioni

e ai Pink Floyd teniamo il tempo

con le dita sulla pelle del volante,

 

io rinasco tua figlia partorendo

nello stomaco farfalle

e tu sei – finalmente – la rockstar.

 

 

VII

 

Arrivò il giorno 

                              -  un giorno -

in cui capii di somigliarti

più degli altri.

 

Non la somiglianza scommessa

in sala parto,

né quella al gioco degli scacchi.

Comunanza strana

quella che ci lega:

                                                la paura

di ripetere

gli errori dei padri.

 

 

VIII

 

Noi sappiamo cos’è il silenzio.

 

Lo sbattere della culla, della porta, delle mani sulla faccia

la parola atroce, i mille pezzi

                         del posacenere.

E poi la goccia del lavandino che perde

per ore per mesi per anni.

 

 

IX

 

Sono quella che sfidi e additi,

quella cui fai la voce grossa

la stessa con in dote l’interruzione

del desiderio innocente

di non generare, di non dare

un giorno nuovo alla stirpe

 

Sarà che il male si tramanda

di generazione in generazione.

 


X

 

Abbiamo dovuto barattarci

con qualcosa di irreversibile per forza

 

tirarci fuori come corpi dalle lamiere

poi metterci a tavola seduti composti

 

Al dolce del silenzio ci siamo sorrisi

con la complicità degli avversari storici:

abbiamo siglato un patto

di amore straordinario

 

nonostante tutto.

 

Alessandra Corbetta è nata a Erba (CO) il 4 dicembre 1988.

È dottore di ricerca in Sociologia della Comunicazione e dei Media, ha conseguito un Master in Digital Communication e un secondo Master in Storytelling; è Adjunct Professor e Teaching Assistant presso l’università LIUC – Carlo Cattaneo e lavora come formatrice aziendale in ambito di Comunicazione e Media.

Ha fondato e dirige il blog Alma Poesia (www.almapoesia.it), progetto interamente dedicato al linguaggio poetico italiano e internazionale.

Ha pubblicato il romanzo Oltre Enrico, Cronistoria di un Amore sul finale (Silele Edizioni, 2016) e le raccolte poetiche Essere gli altri (Lietocolle, 2017) e Corpo della gioventù (Puntoacapo Editrice, 2019), finalista al Premio Città di Como.

Scrive per il giornale online Gli Stati Generali e per il Progressoline. Per il blog Menti Sommerse ha diretto la rubrica poetica “I Fiordalisi” e per il blog Tanti Pensieri ha curato lo spazio poetico “Il pensiero di Alex”.

Ha collaborato come Web e Social Media Director con La Casa della Poesia di Como, partecipando anche all’organizzazione di reading ed eventi poetici, tra cui il Festival Europa in Versi.

Ha vinto e ricevuto segnalazioni di merito a diversi concorsi poetici, tra cui il premio speciale della giuria a “Ossi di seppia”. Sue poesie sono presenti in diverse antologie e tradotte anche su riviste straniere.

(www.alessandracorbetta.net)

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