Con grande piacere dedico il prossimo spazio poetico a Luigi Fontanella. Ho scelto personalmente i brani da inserire, dopo aver chiesto il suo permesso, e spero così di poter offrire ai lettori e agli amici una giusta prospettiva della sua intensa poesia. E' vero, occorrerebbero molte altre pagine, per dare solo una minima idea della sua vasta produzione letteraria e della sua attività professionale, per cui chiedo venia per la brevità dell'esposizione.
Luigi Fontanella, poeta, critico, narratore e drammaturgo, è nato in provincia di Salerno ed attualmente vive tra Long Island, negli Stati Uniti, Roma e Firenze. E' ordinario di lingua e letteratura italiana presso la State University di New York. Ha pubblicato diversi libri di poesia, di saggistica e di narrativa, l'ultimo dei quali è "Controfigura", per i tipi dell'Editore Marsilio nel 2009. Desidero inoltre qui ricordare le più recenti pubblicazioni di poesia, che sono: "Azul" (2001), "L'azzurra memoria" (2007), e "Oblivion" (2008), da cui sono tratti i brani che seguono.
Rilevante è inoltre il suo impegno nella diffusione della poesia italiana in America, essendo egli Presidente dell'IPA (Italian Poetry in America) e direttore della nota Rivista Letteraria "Gradiva".
Nel 2004 è stato nominato Cavaliere della repubblica Italiana dal Presidente Carlo Azeglio Ciampi.
Non manca, nei suoi frequentissimi viaggi in Italia, di tornare nei suoi amati territori natii, e in particolare nel vesuviano, nel salernitano e nell'avellinese, per presentare libri di amici poeti e per partecipare a importanti incontri di letteratura e di poesia.
Nel 2010 ha ricevuto la Cittadinanza onoraria del Comune di Prata Principato Ultra, in provincia di Avellino.
I testi che seguono sono tratti dal volume "Oblivion", Archinto RCS Editore, collana diretta da Umberto Piersanti, 2008.
Trascriviamo qui di seguito il commento di Giovanni Raboni sulla poesia di Luigi Fontanella, riportato sulla quarta di copertina del libro.
"Nella poesia di Luigi Fontanella c'è una grande libertà di forme e di intonazioni. Egli non prende formalmente partito con violenza. La sua poesia ospita momenti di narratività colloquiale, quasi in prosa, e momenti in cui c'è una tensione lirica molto forte. Si va da estremi di un forte tonalismo a estremi quasi atonali, e questo mi piace molto; è un atteggiamento che coglie molto bene lo spirito con cui oggi si può lavorare sulla poesia".
Giovanni Raboni
(Da "Fiori")
Rosa canina
Rosa canina,
t'ho cantata sevaggia e impunita...
ami la folla che domini nuda
rusticamente altezzosa
cresci rapidamente. Sei
precoce pungente forastica
ma quanto materno
il tuo secreto licore
quando sprizza agretto dopo l'inverno
in vivida sfida
il tuo colore che acceca.
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(Da "Intermezzo")
(a Judith, in lontananza)
Princeton, 135 Bayard Lane. Nulla è cambiato da allora. Ci
sono passato stamattina ripercorrendo come in un film la mia
permanenza in questa dimora, che lasciai venticinque anni fa.
Ho rivisto Mr. Pirone, il nostro padrone di casa, ma non mi
sono fermato per l'inutile agnizione. Nello stesso giardinetto
dove io trasognai un quarto di secolo fa, trafficava con un ta-
le davanti alla grondaia. Mister Pirone, dico, quello che ci af-
fittò la prima alcova americana e che pretese, in cambio del-
l'uso del garage per il tuo studio, un proprio busto in bronzo,
e ci regalò una memorabile mangiata italoamericana nel suo ri-
storante. Ovunque e sempre: lo stesso silenzio, l'inarrestabile
frusciare della mente, lo stesso non-accadere di allora, lo stes-
so immenso iperbarico spazio, immobile, sull'orlo del Niente.
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(Da "Oblivion")
L'alba è una bambina scalza
senza fisionomia, avanza
tra qualche latrato lontano
e le tende smosse di un davanzale
che una mano invisibile apre e rinserra
rinserra e apre.
Quest'orizzonte incerto
taglia ogni memoria muta
guizzanti nella rada, ombre parole...
Sognare
un ritorno
e perdersi per strada.
La sciarpa rossa
(a Irene)
Anche gli angeli scendono a Ottawa
stasera volteggiano per le strade
così poco fa la tua sciarpa rossa
volata dal Ponte Laurier, che
avresti volentieri ceduta al vento. Il vento
ci graffia le ossa, mentre
qualcuno che odia la nostra razza
non ha pudore di sputarcelo in faccia.
Perchè tanto ostentato livore?
Il vento infierisce senza pietà
e noi ci aggiriamo un po' attoniti
in mezzo a un finto medioevo
rivestito di metafisico kitsch.
Poi è arrivata la pioggia, improvvisa,
e ha sbriciolato il nostro gruppetto. Davide
ha perso la sua burbanza, lo intavedo
un po' sperso e guardingo
nella babelica hall: quanto lontano
dalla sua grassa Romagna
o da quell'umile cimiterino fuori porta
dove ci siamo visti l'ultima volta
per la nostra compianta Giovanna.
Plinio parla d'amore alle ombre
e ad altre ombre
offre la sua irriducibile grazia.
Accanto al nostro tavolo
una vaiassa nordatlantica di colpo
si sveglia dal suo torpore e urla
sguaiata a qualche passante.
Sparita Gelsomina, un giovane
Zampanò sputa fuoco
dalla sua bocca bluastra. Margherita
ha perso il suo Maestro e non riesce più
a trovare l'Elephant Man che
giura di aver visto poche ore fa.
Più che mai smarriti e disuniti
rientriamo nel nostro Castello.
Ottawa ondeggia al vento. Poco lontano
da qui, in una bicocca ribattezzata
a propria misura e nostalgia, quattro
abruzzesi emigrati quarant'anni fa, giocano
a tressette, come fossero ancora
in un baretto di Pratola o Ripabottoni.
Franco ha perso tutti i suoi capelli
e sta diventando come loro, nonostante
Sorrento gli rimbalzi ogni estate nel petto.
E' tardi, ormai.
Vento e pioggia hanno spazzato via
tutti e tutto.
... avvolgiti, anima mia,
in quella sciarpa rossa
vola fino ad un altro Sole,
questo
che oggi scioglie i nostri corpi le nostre dita
i nostri pensieri le nostre ore
sotto uno stesso cielo di mani e di mari, sole
che cicatrizza
ogni dolore
ogni ferita.
(Ottawa, 30 aprile 2004; Otranto, 1 luglio 2004)
Eugenio Lucrezi scrive: Fontanella è poeta moderno e veloce, come soltanto si può permettere chi possiede cognizione del tempo, degli spazi e degli eventi entro i quali agisce,tenendo d'occhio con maestria i perimetri del campo di osservazione. I dettati metrici non lo costringono, steccati e fili spinati non gli fanno paura. Così la sua poesia si svolge per strutture formali ariose, abita stanze arieggiate. E la vita si muove liberamente nei versi.
RispondiEliminaPoesie come sempre cariche di esistenza e di grazia, intesa come apertura a ciò che è bello e non va escluso dalle insidie della vita. Grazie a Luigi Fontanella e all'opportunita dataci da Pino Vetromile di leggere le sue meravigliose liriche. Stelvio Di Spigno.
RispondiEliminaPoesia della vita e per la vita questa di Luigi Fontanella, che, proprio per questo, si muove tra libertà di spazi e ipotesi di luce, offrendo al lettore un paesaggio dell’anima attento e non privo di riflessi nostalgici. Un paesaggio, che mostra anche spunti di riflessione sulle mai sanate ingiustizie sociali. Una poesia in cui la vivacità delle idee, le scelte lessicali, l’ordito poetico, per certi versi riformista, la rendono un canto, come dice Lucrezi, non costretto e di notevole spessore.
RispondiEliminaMariolina La Monica
Ringrazio Lucrezi, Di Spigno e Mariolina La Monica, da Casteldaccia in provincia di Palermo, per la loro puntualità nel commentare con un dire veramente sentito e competente, il mondo poetico di Luigi Fontanella, pur trattandosi, qui, solamente di un breve "assaggio". Mi unisco anch'io agli elogi e rivolgo a Luigi un sentito grazie per averci dato la possibilità di gustare questi suoi preziosi versi.
RispondiEliminaGiuseppe Vetromile
Fontanella ci narra la vita per istantanee, spesso rivelatrici di una realtà ignota o trascurata, con tono colloquiale che non nasconde però la perspicuità di una cifra stilistica di assoluto rilievo, adeguatamente misurata e saggia, anche negli esiti più vivaci e arditi. Una poesia accattivante, mai uniforme, con perle a ogni angolo del percorso creativo.
RispondiEliminaPasquale Balestriere