"Dopo la
partenza / un arrivo incerto. / Ogni sguardo indiscreto / tra mucchi di
passanti / è delusione. / Brividi di freddo. / Vaneggiante attesa."
Iniziamo da qui la breve analisi del mondo poetico di Giovanna Visco in "Incerte sospensioni", edito da RPlibri; o almeno sarà un tentativo di
interpretazione sulla base di quanto maggiormente ci coinvolge e ci
impressiona: è noto infatti che la poesia, la vera e buona poesia, offre sempre
spunti molteplici di riflessione, e piani diversi di lettura. Come accade in
queste poesie, che, lette attentamente e con la massima predisposizione,
propongono quadri diversi, per lo più inerenti a riflessioni intime sull'esistenza,
sul modo di rapportarsi agli altri, sulla natura. Insomma, una sorta di punta
di iceberg letterario e filosofico, da cui "indovinare" la
complessità e la molteplicità sotterranea che vi è celata. Poche parole, pochi
versi, di una indispensabile finestra poetica, alla quale affacciarsi per
meglio interpretare il mondo di fuori, o anche interiore, se quella finestra è
rivolta, come sovente può sembrare, verso se stessi, verso l'io narrante.
Come giustamente afferma Felice Casucci nella sua pregevole prefazione, la poesia di Giovanna Visco si connota per la sua
capacità di apparire come una liturgia
nel chiasso di altre parole, nella confusione babelica generata dai mercati
del vivere quotidiano e nella dispersione dei valori autentici, nel mancato
soffermarsi sui punti essenziali dell'esistenza causati dalla fretta e dal
perseguire i falsi idoli del benessere materiale. È una poesia che arriva e riparte subito, ma lascia il suo
segno, la sua impronta non leggera ma significativa, conferita dalla forza della
parola, forza che compensa in qualche modo la brevità dei componimenti, come in
Fontanelle (pag 70): "Nacqui da una folla di ossa." Un
unico verso, ma un discorso immenso, che racchiude in sé la storia
dell'umanità, la vita dell'umanità, concentrata in quell'immagine della fine
che è la morte, simboleggiata magistralmente in questo verso dal leggendario Cimitero delle Fontanelle di Napoli.
Le "incerte
sospensioni" danno dunque l'idea di una foglia in bilico sul suo ramo,
in procinto di cadere ma nello stesso tempo ancora tenace; o di un sospiro
appena trattenuto dinanzi alla meraviglia di un mondo in continua evoluzione.
La parola poetica, come sempre, è l'antesignana di uno stato di grazia, un
equilibrio incerto, una sospensione indeterminata e senza dimensioni sul
dubbio, sulle domande senza risposte, sui rovelli interiori, ma anche sulla
speranza verso cui pilotare la propria nave, la propria esistenza
Tutto ciò è comunque soltanto un rapido excursus nel mondo poetico di Giovanna Visco, e in particolare in
questa sua raccolta. Raccolta dalla quale si evince la sua speciale
predisposizione alla comunicazione rapida ed essenziale, precisa, da ottima
giornalista, quale è la nostra autrice nella sua attività lavorativa.
E come sempre, i nostri lettori, leggendo i versi che qui
proponiamo, tratti appunto dalla raccolta "Incerte sospensioni", sapranno aggiungere ulteriori graditi
commenti.
Imbrunire
Lungo e lento
è l’incedere della sera.
Oscurità discendente
su solitudini allungate.
Veli sottili
come sudari
su volti cari
silenziosi,
su inesprimibili
strazianti
incerte
sospensioni.
***
Pensieri
stanchi della sera
Pensieri stanchi della sera
affaticati
come braccianti dai campi.
Stordimento taciturno
nel ripetersi monotono
di ogni giorno.
Niente da raccontare,
la giornata è immemore.
E il tempo si consuma senza coscienza alcuna.
***
Insonnia
Lunga veglia a pensieri inquieti
che mentre arrivano
già si perdono.
Emozioni
acquattate
predano improvvise
quel che passa nella mente.
Si ritorna piccoli piccoli
sotto le coperte
che avvolgono
solitudine.
***
Tramonto
Aria e luce impastati
sfocano il sole
che declinante e disperato
riluce
ancora
ancora
e ancora
fino a tutto il suo possibile,
prima di annegare
nella oscurità del dopo,
che già avanza.
Se resto
nei miei occhi
sarà
senza inquietudine.
Ma per fugace tempo.
***
Sen de
Pelegrin
Nell’aria immobile
una coperta di freddo
mi prende a sé.
Sono sospesa
in un lago di spazio.
Volteggio.
Rocce ardimentose
tra puntuti alberi
strapiombanti.
Su per i sentieri
la pioggia
mi spennella.
Sono dipinta in un quadro.
Ruderi di pietra
segnano
impervie salite
urlando negli occhi
quanti
a migliaia
più non furono.
Umanità
di carni straziate
mi richiami.
***
Accompagno
la sera
Accompagno la sera
nella notte
con tempo lento
in dolcezza di vita
che riprende
verso
nuova alba.
***
Il
pensiero
Il pensiero
che allarga la vita
travalica
piccoli mondi di nasi
si slancia
verso libere geometrie
in transito
nel puro spazio.
Giovanna Visco, "Incerte sospensioni", RPlibri, 2020; prefazione di Felice Casucci.
Giovanna
Visco è una giornalista pubblicista che ha al suo attivo centinaia
di articoli di economia dei trasporti e logistica. Napoletana, vive a Napoli ma
lavora a Roma. Blogger di una pagina di geopolitica ed economia, si occupa
professionalmente di comunicazione.
La
poesia è il suo spazio espressivo interiore, che pratica da molti anni,
popolato di suggestioni che le provengono da esperienze, persone e luoghi.
Incerte
sospensioni segna il suo esordio nello spazio letterario pubblico.
Bellissimi versi.Colpisce l'uso naturale,spontanto e insieme controllatissimo della parola: si sente,con emozione, che essa è per l'autrice una bussola per addentrarsi nell'enigma della vita.
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