Il linguaggio poetico della nostra Autrice è stilisticamente elevato, a volte allusivo, altre volte diretto ma sempre con l’intento di puntualizzare il senso di precarietà e di incertezza insito in tutte le cose. La cura particolare della parola poetica (sintetizzata meravigliosamente nel brano “Nido”, ad esempio), l’uso intelligente di pause e di segni a completamento dell’efficacia poetica, persino qualche termine onomatopeico, contribuiscono a rendere il messaggio poetico più deciso e più incisivo.
Una poesia da leggere con attenzione, che scuote dal dormiveglia in cui a volte si ripara l’uomo-lettore per non affrontare i mille problemi dell’esistenza quotidiana. L’arte poetica ha questo compito, tra l’altro, e la poesia di Doris Emilia Bragagnini è senz’altro aderente a questo principio.
Il muro tace, non risponde più
si lascia guardare angolandosi
in riproduzioni lessicali nei passi
o sfarfallii – armati – sottoluce
ogni tanto un urto di temperatura
differente, a porte chiuse ] tolte le dita
da maniglie ingoiate a sorsi uscite laterali
agglomerate al bolo circolante, contropelle
la risalita dei ricordi sfida il cemento
dell’anima in guardiola, divelta e sugosa
chiaroscuro del Merisi
stretto chicco d’uva fragola come fosse un uragano
moltiplicato a schizzi su pareti in guanti bianchi
divaricate a terra ora
“… tu aprimi al tuo fiato singultato, viola di Tchaikovsky”
(dalla sezione “sfarfallii – armati – sottoluce”)
scende una mano sulla testa
tiene agitando la corolla del provare a vivere
e sbatte sbatte cerca lo stacco l’addormentamento netto
il krak che sia notturno rimanere subacqueo, respiro
senza bolle di speranza – ricordo lucine polveri nel sole
c’è un treno nell’orologio riga le guance da nord a sud
si ferma sull’orlo di un pudore fatto cometa
(dalla sezione “ipernauta”)
dietro – a – che chiamerò Y
c’è una finestra grande dove oltre la tenda
rami d’albero bussano si allontanano si avvicinano
è una lieve inquietudine vederli tendere
verso Y che non se ne accorge
come una fragilità eternamente rimandata
infligge una mollezza che non cede a distrazioni
io rimango a proteggerlo nel mentre, di parole
quelle che non sa
(dalla sezione “se il
fiore dell’ora”)
***
Interno con preghiera n°
scivola il giorno
nei suoni diafani della parte lesa
accatastati – regoli – come fervide tossine cerebrali
Susette ha un segreto, lo mormora all’ora
– tre volte –
davanti al crocino aeratorio sulla porta di tenebra blu
una nenia iniziata dall’alba luce rosa che muore
per brama di un’estasi rorida predata sul pube
ghirlanda adornata con trine caduche
Susette ha un segreto lo spinge nell’ora
– tre volte –
lo nomina piano, lo attende, nel blu
(dalla sezione “regoli”)
soffrono d’insonnia anche i piccioni
nell’abitacolo – spaziale – sotto la grondaia
questa sera sono in due, la solita coppia
li vedo da mesi alla finestra sulla strada
oggi il mio cuore ha perso dei colpi
a volte è come al pranzo di un matrimonio
in silenzio scocca un frangipane nella via
il nettare trabocca del partire con il piede giusto
ma danza troppo in grande per non finirne prima
(dalla sezione “eroi celesti”)
Nido
Curo i miei fogli come in una culla, li accudisco
ci giro intorno se li lascio so sempre dove sono e ci ritorno
li riassesto li dispongo li sposto gli rimbocco le parole
accarezzandoli con gli occhi a volte li detesto
sempre con quella bocca aperta come passeri neonati
cip cip cirip a chiedermi del cibo che ho nascosto o non ricordo
Evito i beccucci non li guardo, allungo tapparelle faccio ombra
forse si addormentano
(dalla sezione “giunchiglie trapassate”)
Doris Emilia Bragagnini , Claustrofonia (sfarfallii – armati – sottoluce); Giuliano Ladolfi Editore, 2018. Prefazione di Plinio Perilli; postfazione di Laura Caccia.
Doris Emilia Bragagnini è nata in provincia di Udine, dove attualmente
risiede. Suoi testi sono presenti in riviste letterarie, antologie e poemetti
collettivi, in vari lit-blog tra cui “Neobar” e “Giardino dei poeti”, dove
collabora in entrambi come redattrice. Il suo libro d’esordio è Oltreverso (Zonacontemporanea, 2012),
seguito da “Claustrofonia” (Ladolfi,
2018) segnalato al Premio Lorenzo Montano (2017 inedito/ 2019 edito), segnalato
al Premio Bologna in Lettere (2019), selezionato tra i venti editi finalisti al
Premio Pagliarani 2019, segnalato al Premio Umbertide xxv Aprile (2020).
Il suo blog https://inapparentecremisi.wordpress.com/
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