mercoledì 11 marzo 2020

Le "incerte sospensioni" di Giovanna Visco


"Dopo la partenza / un arrivo incerto. / Ogni sguardo indiscreto / tra mucchi di passanti / è delusione. / Brividi di freddo. / Vaneggiante attesa." Iniziamo da qui la breve analisi del mondo poetico di Giovanna Visco in "Incerte sospensioni", edito da RPlibri; o almeno sarà un tentativo di interpretazione sulla base di quanto maggiormente ci coinvolge e ci impressiona: è noto infatti che la poesia, la vera e buona poesia, offre sempre spunti molteplici di riflessione, e piani diversi di lettura. Come accade in queste poesie, che, lette attentamente e con la massima predisposizione, propongono quadri diversi, per lo più inerenti a riflessioni intime sull'esistenza, sul modo di rapportarsi agli altri, sulla natura. Insomma, una sorta di punta di iceberg letterario e filosofico, da cui "indovinare" la complessità e la molteplicità sotterranea che vi è celata. Poche parole, pochi versi, di una indispensabile finestra poetica, alla quale affacciarsi per meglio interpretare il mondo di fuori, o anche interiore, se quella finestra è rivolta, come sovente può sembrare, verso se stessi, verso l'io narrante.
Come giustamente afferma Felice Casucci nella sua pregevole prefazione, la poesia di Giovanna Visco si connota per la sua capacità di apparire come una liturgia nel chiasso di altre parole, nella confusione babelica generata dai mercati del vivere quotidiano e nella dispersione dei valori autentici, nel mancato soffermarsi sui punti essenziali dell'esistenza causati dalla fretta e dal perseguire i falsi idoli del benessere materiale. È una poesia che arriva e riparte subito, ma lascia il suo segno, la sua impronta non leggera ma significativa, conferita dalla forza della parola, forza che compensa in qualche modo la brevità dei componimenti, come in Fontanelle (pag 70): "Nacqui da una folla di ossa." Un unico verso, ma un discorso immenso, che racchiude in sé la storia dell'umanità, la vita dell'umanità, concentrata in quell'immagine della fine che è la morte, simboleggiata magistralmente in questo verso dal leggendario Cimitero delle Fontanelle di Napoli.
Le "incerte sospensioni" danno dunque l'idea di una foglia in bilico sul suo ramo, in procinto di cadere ma nello stesso tempo ancora tenace; o di un sospiro appena trattenuto dinanzi alla meraviglia di un mondo in continua evoluzione. La parola poetica, come sempre, è l'antesignana di uno stato di grazia, un equilibrio incerto, una sospensione indeterminata e senza dimensioni sul dubbio, sulle domande senza risposte, sui rovelli interiori, ma anche sulla speranza verso cui pilotare la propria nave, la propria esistenza
Tutto ciò è comunque soltanto un rapido excursus nel mondo poetico di Giovanna Visco, e in particolare in questa sua raccolta. Raccolta dalla quale si evince la sua speciale predisposizione alla comunicazione rapida ed essenziale, precisa, da ottima giornalista, quale è la nostra autrice nella sua attività lavorativa.
E come sempre, i nostri lettori, leggendo i versi che qui proponiamo, tratti appunto dalla raccolta "Incerte sospensioni", sapranno aggiungere ulteriori graditi commenti.

Imbrunire

Lungo e lento
è l’incedere della sera.
Oscurità discendente
su solitudini allungate.
Veli sottili
come sudari
su volti cari
silenziosi,
su inesprimibili
strazianti
incerte
sospensioni.


***

Pensieri stanchi della sera

Pensieri stanchi della sera
affaticati
come braccianti dai campi.
Stordimento taciturno
nel ripetersi monotono
di ogni giorno.
Niente da raccontare,
la giornata è immemore.
E il tempo si consuma senza coscienza alcuna.


***

Insonnia

Lunga veglia a pensieri inquieti
che mentre arrivano
già si perdono.
Emozioni
acquattate
predano improvvise
quel che passa nella mente.
Si ritorna piccoli piccoli
sotto le coperte
che avvolgono
solitudine.


***

Tramonto

Aria e luce impastati
sfocano il sole
che declinante e disperato
riluce
ancora
ancora
e ancora
fino a tutto il suo possibile,
prima di annegare
nella oscurità del dopo,
che già avanza.
Se resto
nei miei occhi
sarà
senza inquietudine.
Ma per fugace tempo.


***

Sen de Pelegrin

Nell’aria immobile
una coperta di freddo
mi prende a sé.
Sono sospesa
in un lago di spazio.
Volteggio.
Rocce ardimentose
tra puntuti alberi
strapiombanti.
Su per i sentieri
la pioggia
mi spennella.
Sono dipinta in un quadro.
Ruderi di pietra
segnano
impervie salite
urlando negli occhi
quanti
a migliaia
più non furono.
Umanità
di carni straziate
mi richiami.


***

Accompagno la sera

Accompagno la sera
nella notte
con tempo lento
in dolcezza di vita
che riprende
verso
nuova alba.


***

Il pensiero

Il pensiero
che allarga la vita
travalica
piccoli mondi di nasi
si slancia
verso libere geometrie
in transito

nel puro spazio.


Giovanna Visco, "Incerte sospensioni", RPlibri, 2020; prefazione di Felice Casucci.

Giovanna Visco è una giornalista pubblicista che ha al suo attivo centinaia di articoli di economia dei trasporti e logistica. Napoletana, vive a Napoli ma lavora a Roma. Blogger di una pagina di geopolitica ed economia, si occupa professionalmente di comunicazione.
La poesia è il suo spazio espressivo interiore, che pratica da molti anni, popolato di suggestioni che le provengono da esperienze, persone e luoghi.
Incerte sospensioni segna il suo esordio nello spazio letterario pubblico.

1 commento:

  1. Bellissimi versi.Colpisce l'uso naturale,spontanto e insieme controllatissimo della parola: si sente,con emozione, che essa è per l'autrice una bussola per addentrarsi nell'enigma della vita.

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