venerdì 25 marzo 2016

"La barca", una poesia di Nazario Pardini

Ritorna su queste pagine Nazario Pardini, rinomato e fine poeta, nonché critico letterario e ideatore del famoso Blog "Alla volta di Leucade"(http://nazariopardini.blogspot.it/), che ospita interessanti e impegnati poeti contemporanei.
La poesia che presentiamo si intitola "La barca", ed è una bellissima e melodiosa metafora della propria esistenza, dell'intimo viaggio che l'autore compie attraverso la propria esperienza di vita.
Invitiamo i nostri lettori a leggere questo significativo componimento del nostro Pardini, e ad esprimere eventuali graditi commenti.

La barca

Sono una barca che s’inarca al mare,
sono un fuscello in balìa del vento
che cerca un porto dove rifugiare
le mie malinconie. A volte ho visto
una pallida luce di conforto
a indirizzare la prua. I remi stenti
hanno solcato mari indifferenti
verso il chiarore delle mie speranze.
Invano. Tutto spariva all’approccio.
E l’infinito gorgo riappariva
alle mie carni deboli e insicure.
Ho navigato incerto in queste acque
sbattuto spesso da onde pellegrine
in scogli aspri e crudi; in rocce scure.
Sono una barca che s’inarca al mare,
una barca disfatta che non tiene
i suoi legni compatti. La mia anima
azzarda fughe verso mondi nuovi
che non mi sono vicini. E vola,
seguendo gli indirizzi degli aironi
che battono le ali, per pentirsi
e ritornare presto ai cari legni
che hanno tenuto in seno i miei respiri;
gli amari pasti di un’intera vita.
Aspetto un porto. Un faro che m’illumini;
una scia che segni la mia rotta;
una guida che franga questo azzurro
nero. Mi dia qualche certezza e poi
restare quieto fuori dalle acque
di tale mare che non ha confini.

(Nazario Pardini    20/03/2016)


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