martedì 23 marzo 2021

La vitalità nascosta, in "Claustrofonia" di Doris Emilia Bragagnini

C’è una vitalità nascosta, sotterranea, addirittura ctonia, come afferma anche Plinio Perilli nella sua dettagliatissima prefazione, nel mondo poetico di Doris Emilia Bragagnini in questa sua recente raccolta, intitolata “Claustrofonia” (Ladolfi Editore, 2018). Anche il titolo, che di solito riassume in modo sintetico ma esplicativo tutto il progetto poetico dell’autore, è in questo caso più che indovinato, ed inoltre ci fornisce una buona chiave di lettura, ci offre anzi la giusta “frequenza” di ascolto sulla quale sintonizzarci per procedere lungo l’itinerario poetico di Doris Emilia Bragagnini. Un itinerario che, appunto, sembra sotterraneo, opprimente, chiuso – e quel prefisso claustro ne è l’indice – ma che in realtà fa confluire in superficie tutto il flusso di pensieri, considerazioni e riflessioni dell’Autrice, per lo più incentrato su una visione complessiva del mondo in perenne stato di incertezza e di precarietà. Il dubbio, i timori, le inquietudini, il senso di compressione che ostacola l’agire quotidiano, il vedere e non vedere, il travisare attraverso icone e immagini usuali e abitudinarie, il sentire le cose assenti, come respinte o assorbite da un muro immaginario che soffoca le parole: tutto questo sembra emergere dalla sua visione poetica, costituita da un discorso multiforme e articolato, suddiviso organicamente in sette sezioni (“sfarfallii – armati – sottoluce”, “ipernauta”, “se il fiore dell’ora”, “regoli”, “eroi celesti”, “giunchiglie trapassate” e “nonnulla da tenere”), tutte valide ad arricchire l’assunto poetico fondamentale, con diverse e svariate angolazioni e figurazioni. Il discorso poetico di Doris Emilia Bragagnini, in questo libro, è dunque assai complesso, e merita molta attenzione e successivi approfondimenti graduali, in quanto svela quel silenzio quasi ancestrale in cui è immerso l’animo umano, di fronte agli accadimenti storici e sociali, e personali, che inducono ad interrogarsi sul fatidico senso dell’esistenza, sulla ricerca di un riferimento altro, al di là di ogni vicissitudine materiale ed evolutiva.
Il linguaggio poetico della nostra Autrice è stilisticamente elevato, a volte allusivo, altre volte diretto ma sempre con l’intento di puntualizzare il senso di precarietà e di incertezza insito in tutte le cose. La cura particolare della parola poetica (sintetizzata meravigliosamente nel brano “Nido”, ad esempio), l’uso intelligente di pause e di segni a completamento dell’efficacia poetica, persino qualche termine onomatopeico, contribuiscono a rendere il messaggio poetico più deciso e più incisivo.
Una poesia da leggere con attenzione, che scuote dal dormiveglia in cui a volte si ripara l’uomo-lettore per non affrontare i mille problemi dell’esistenza quotidiana. L’arte poetica ha questo compito, tra l’altro, e la poesia di Doris Emilia Bragagnini è senz’altro aderente a questo principio.



Claustrofonia

Il muro tace, non risponde più
si lascia guardare angolandosi
in riproduzioni lessicali nei passi
o sfarfallii – armati – sottoluce

ogni tanto un urto di temperatura
differente, a porte chiuse ] tolte le dita
da maniglie ingoiate a sorsi uscite laterali
agglomerate al bolo circolante, contropelle

la risalita dei ricordi sfida il cemento
dell’anima in guardiola, divelta e sugosa
chiaroscuro del Merisi

stretto chicco d’uva fragola come fosse un uragano
moltiplicato a schizzi su pareti in guanti bianchi
divaricate a terra ora

“… tu aprimi al tuo fiato singultato, viola di Tchaikovsky”

(dalla sezione “sfarfallii – armati – sottoluce”)


***

  
Apnea del ticchettio

scende una mano sulla testa
tiene agitando la corolla del provare a vivere
e sbatte sbatte cerca lo stacco l’addormentamento netto
il krak che sia notturno rimanere subacqueo, respiro
senza bolle di speranza – ricordo lucine polveri nel sole

c’è un treno nell’orologio riga le guance da nord a sud
si ferma sull’orlo di un pudore fatto cometa

(dalla sezione “ipernauta”)


***

Y

dietro – a – che chiamerò Y
c’è una finestra grande dove oltre la tenda
rami d’albero bussano si allontanano si avvicinano

è una lieve inquietudine vederli tendere
verso Y che non se ne accorge
come una fragilità eternamente rimandata
infligge una mollezza che non cede a distrazioni

io rimango a proteggerlo nel mentre, di parole
                          quelle che non sa

(dalla sezione “se il fiore dell’ora”)


***


Interno con preghiera n°

scivola il giorno
nei suoni diafani della parte lesa
accatastati – regoli – come fervide tossine cerebrali

Susette ha un segreto, lo mormora all’ora
– tre volte –
davanti al crocino aeratorio sulla porta di tenebra blu

una nenia iniziata dall’alba luce rosa che muore
per brama di un’estasi rorida predata sul pube
ghirlanda adornata con trine caduche

Susette ha un segreto lo spinge nell’ora
– tre volte –
lo nomina piano, lo attende, nel blu

(dalla sezione “regoli”)


***

Riavvolgi / Cancella

soffrono d’insonnia anche i piccioni
nell’abitacolo – spaziale – sotto la grondaia
questa sera sono in due, la solita coppia
li vedo da mesi alla finestra sulla strada

oggi il mio cuore ha perso dei colpi

a volte è come al pranzo di un matrimonio
in silenzio scocca un frangipane nella via
il nettare trabocca del partire con il piede giusto
ma danza troppo in grande per non finirne prima

(dalla sezione “eroi celesti”)



***


Nido

Curo i miei fogli come in una culla, li accudisco
ci giro intorno se li lascio so sempre dove sono e ci ritorno
li riassesto li dispongo li sposto gli rimbocco le parole
accarezzandoli con gli occhi a volte li detesto
sempre con quella bocca aperta come passeri neonati
cip cip cirip a chiedermi del cibo che ho nascosto o non ricordo
Evito i beccucci non li guardo, allungo tapparelle faccio ombra
forse si addormentano

(dalla sezione “giunchiglie trapassate”)


Testi tratti da:
Doris Emilia Bragagnini , Claustrofonia (sfarfallii – armati – sottoluce); Giuliano Ladolfi Editore, 2018. Prefazione di Plinio Perilli; postfazione di Laura Caccia.

Doris Emilia Bragagnini è nata in provincia di Udine, dove attualmente risiede. Suoi testi sono presenti in riviste letterarie, antologie e poemetti collettivi, in vari lit-blog tra cui “Neobar” e “Giardino dei poeti”, dove collabora in entrambi come redattrice. Il suo libro d’esordio è Oltreverso (Zonacontemporanea, 2012), seguito da “Claustrofonia” (Ladolfi, 2018) segnalato al Premio Lorenzo Montano (2017 inedito/ 2019 edito), segnalato al Premio Bologna in Lettere (2019), selezionato tra i venti editi finalisti al Premio Pagliarani 2019, segnalato al Premio Umbertide xxv Aprile (2020).

Il suo blog https://inapparentecremisi.wordpress.com/

 



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