L'atomo di Democrito era qualcosa che non poteva essere
ulteriormente scomposto e suddiviso: l'ultimo mattone della materia. Così il
mondo, la realtà, era pensata dal grande filosofo di Abdera, agli inizi del
grande viaggio della Fisica che ci ha permesso, oggi, di conoscere orizzonti
ben più ampi e complessi. Ma l'idea dei quattro elementi fondamentali che
costituirebbero tutto il mondo, terra, aria, acqua, fuoco, fu di basilare
importanza per poter poi porre le fondamenta della scienza e della ricerca
scientifica. Quattro elementi, o "radici", come affermava Empedocle,
il grande filosofo presocratico, che sono stati ripresi e riconsiderati in
questa intelligente antologia curata da Edoardo Sant'Elia e di cui fanno parte
i poeti: Giuseppina De Rienzo, Valerio Grutt, Rossella Tempesta e lo stesso
Sant'Elia. Si tratta dunque di una prima realizzazione di un progetto poetico
di ampio respiro, denominato "Poesia Portale Sud", che ha l'intento
di "far emergere – oltre le secche
dei modelli primo o tardo novecenteschi ed accettando in pieno la sfida del
postmoderno – un diverso modo di 'sentire', di praticare la scrittura".
Idea geniale, quella di iniziare il progetto partendo, in
modo quasi emblematico se non addirittura metaforico, dai quattro elementi
empedoclei "Fuoco, Terra, Aria, Acqua", temi fondamentali che
possono, e in effetti hanno potuto, generare, o meglio ri-generare, riflessioni
e componimenti di alto contenuto poetico e anche filosofico. Quattro gli
elementi e quattro i poeti che li hanno "richiamati", riconsiderati,
ognuno prendendosi l'estro, l'ispirazione, lo studio e il dettato stilistico
relativi a una delle "radici". Così, Giuseppina De Rienzo per Fuoco, Rossella Tempesta per Terra, Edoardo Sant'Elia per Aria, e Valerio Grutt per Acqua.
Con "Forse l'inferno salva", titolo della silloge
che apre l'antologia, Giuseppina De Rienzo tenta, con successo, una sorta di
redenzione del Fuoco, individuando in esso il segreto filo conduttore che
evidenzia realtà a volte apocalittiche ma sicuramente scevre da ogni ombra di
ipocrisia, con un linguaggio diretto e scintillante, narrando di galassie e di
uccelli del paradiso, calati in una quotidianità sorprendente e mitica: "Chissà quali distanze / il gelo / buchi di
emmenthal l'anima / restìa alla quiete, sanare l'arsura / perfino baci abbracci
/ affida ai sogni…". E ancora: "Ha ventre di brace l'ultima galassia / personale rogo l'occhio polifemo…".
Lo stile della De Rienzo è, in questi testi, molto aderente al tema da lei
scelto: un Fuoco che si agita e guizza, così i suoi versi magmatici,
esplicitati in modo egregio e coerenti con la citazione della Cvetaeva in
apertura: "Io (non) sono fatta per
la vita, in me tutto è incendio".
Rossella Tempesta sceglie la Terra e la addolcisce con i
suoi "21 haiku e una poesia", intitolando il suo intervento
"Avvistamenti", similmente ad antichi marinai che dalla coffa
scrutando l'infinito orizzonte all'improvviso esultano gridando
"terra!". Introdotti da un brano di Kavafis che fa da esergo ai testi
di Rossella Tempesta, il lettore può "navigare" attraverso i mari del
mondo trovando isole-haiku o anche porti di solida certezza, dove la parola
terra, che compare in tutti gli haiku, individua metaforicamente l'àncora cui
affidare la propria esistenza terrena, in balia di nature vaghe e fluttuanti:
"Sei la mia terra. / Nel tuo puro
ascendente / sono allunata". "Lei
mi ripara, / la terra è verità. / Lei mi genera". E poi la poesia finale,
che conclude: "Tra lo spavento, il
riso, / ti ascolto che rinasci dentro il petto", aprendo alla speranza
di una ri-nascita, di un "avvistamento" duraturo che appaghi
finalmente il senso della ricerca e della vita.
Con il poemetto "Una storia degli spiriti" Edoardo
Sant'Elia sviluppa la sua idea lirica centrata sull'Aria, e prendendo spunto
dall'indovinata citazione empedoclea che afferma: "e l'aria con lunghe radici dentro il terreno si immergeva", ci
offre una sceneggiatura poetica ambientata in uno stabilimento balneare, dove
gli "spiriti dell'aria"
Lello, Aniello e Farfariello, di basiliana memoria, fanno da sfondo agli
episodi di due bagnanti, una coppia di giovani ragazzi, in un susseguirsi di
versi briosi e leggermente ironici: "Siamo
gli spiriti del Mezzogiorno, / nascondi gli occhi tra le mani / se proprio non
vuoi vederci attorno. / Se invece non ti stanchi di ascoltare, / se ti concedi
al gusto del narrare, / se l'ansia t'attanaglia sul più bello, / pronuncia
senza indugio i nostri nomi: / Lello, Aniello e Farfariello!".
Valerio Grutt ci sorprende con il suo poemetto "Mi
investe il tuo mare", con un linguaggio poetico immediato e attuale,
attualissimo, scorrevole come l'Acqua che è riferimento solidale con l'esergo
scelto di Giordano Bruno. Si tratta qui di componimenti che si
"immergono" letteralmente nel quotidiano, nelle cose minime e quasi
abitudinarie che riempiono la giornata, ma accompagnate sempre da una leggera
vena di autoironia, quasi a voler minimizzare un dramma esistenziale che,
sovente, emerge dal vasto mare in abbandono: "Oggi non può morire nessuno / nascono pesci nella pancia del mondo. / I
rubinetti, aprite i rubinetti / le porte, le finestre, / le ante degli armadi.
/ Il mio cane è tornato / in sogno a farmi le feste. / I surfisti non cadono
più. / I rubinetti, le porte, i cuori, / le cose felici, apritele."
Un'opera di indubbio spessore poetico, da leggere
ripetutamente onde poterne assaporare sempre di più il sottofondo mitico e
filosofico, e, perché no?, per essere in grado, in una certa misura, di
rispondere (positivamente, si spera) alla domanda, provocatoria e sottile, che
si pone Edoardo Sant'Elia: "Esiste
un pubblico per la poesia?"
(G.V.)
Giuseppina De Rienzo, Valerio Grutt, Edoardo Sant'Elia, Rossella Tempesta, FUOCO, TERRA, ARIA, ACQUA, a cura di Edoardo Sant'Elia; Terra d'ulivi edizioni, 2017.
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