martedì 22 novembre 2011

Francesco Iannone e le sue "Poesie della fame e della sete"

Come in una corsa a staffetta, nuove generazioni di poeti afferrano il testimone e continuano il difficile ma entusiasmante percorso della poesia, ricalcando con più vigore e lucidità le orme delle precedenti, o trovando magari altri e più interessanti modelli espressivi. E' il caso del ventiseienne Francesco Iannone, salernitano, che con la poesia ha davvero un'ottima dimestichezza, dimostrando di aver raggiunto un considerevole livello sia per stile che per contenuti. A volte i giovani sono troppo precipitosi e diretti, implosivi o distruttivi, crudi. Invece, il dettato poetico di Iannone è tutt'altro: riflessivo, profondo, carezzevole.
Proponiamo qui alcuni suoi testi, per i quali i lettori che ci seguono potranno lasciare graditissimi commenti.

Da "Poesie della fame e della sete" (Giuliano Ladolfi editore, 2011):


Perché solo non morire conta
in quest’aria provvisoria d’autunno
che accarezza gli alberi e poi li spoglia
come fossero una donna bella.

La resistenza al nulla è una lotta
che lascia ferite e tagli
è un labbro squarciato da un pugno
è un figlio espulso da un utero contuso.

Ci sono case che accolgono chiunque
e finestre che restano chiuse per sempre

*
Imito il crollo
di un tetto sconfitto dal peso
il laccio del vento stretto
intorno al collo delle foglie
imito il sole disceso
a far meno freddo l’inverno
a vegliarlo in silenzio nel sonno.

Tremare è utile, dici, conviene,
lo documentano le cose
tutte contratte in attesa dell’estate.

*
Dall'Antologia "La generazione entrante-Poeti nati negli anni ottanta (Giuliano Ladolfi editore, 2011, nota introduttiva di Massimo Marasso):

PIETRA LAVICA

Mi piace starmene in silenzio a guardare
l’alba venire su dal nulla, un velo sottile
portato in volo da un uccello
quel cinguettio che filtra appena dalla finestra
e fa più lieto il sonno.
Mi piace questo venticello
che arruffa la tenda creando minuscole onde
e le mie carte inutili si sparpagliano
capovolte sul pavimento.
Mi piace guardare l’ordine spettacolare del mondo
chi dice che segreto non c’è né mistero
è un uomo con le gambe convinto d’esser monco:

non c’è senso non c’è senso
e intanto che lo dice
trema e piange.

*
D’estate la vegetazione ha voglia
di inghiottire la mia casa
è come subire un assalto
oltre il perimetro dei muri di tufo
una massa esuberante e selvaggia
vuole per sempre legarsi alle inferriate
che difendono la mia casa
neutralizzando in cima le lance
di colore oro antico.

Però pure mi accorgo
di come anche la montagna
per ogni scossa d’aria trema e si spaventa
di come pure lei urla e aspetta
poi si calma e canta.

*
INEDITI

I tuoi piedi nudi ricoperti dall’incrosto
esposti mentre dormi
su una panchina in piazza Vittorio Veneto.

Per cuscino hai un cappotto vecchio
un cartone sul fondo lurido e unto
poi un odore cattivo ti gravita intorno
e un cane insolente ti urina accanto.

Che pietà dell’aria ora ti circola addosso
il peso del giorno a premere sul petto
a chiedere che il dolore sia risolto
e più chiaro si faccia il segreto che ti accerchia
il corpo smunto, il viso rotto.

*
Piccoli mulinelli agli angoli
le cose fluttuano senza ganci, schiodate
da un vento violento che decide.

Lo dici tu
sgusciata subito dopo la vittoria
con la finestra alleata all’energia dei vortici:
entra, entra se vuoi durare,
non preferire la mia compagnia al vento
il niente al mio Amore.

I testi Perchè solo non morire conta e  Imito il crollo sono contenuti in Poesie della fame e della sete (Giuliano Ladolfi editore, 2011); i testi Mi piace starmene in silenzio a guardare e D’estate la vegetazione ha voglia sono contenuti nell’antologia La generazione entrante-Poeti nati negli anni ottanta (Giuliano Ladolfi editore, 2011, nota introduttiva di Massimo Marasso).

Francesco Iannone è nato nel 1985 a Salerno. Suoi testi sono apparsi sulle riviste Semicerchio, Clandestino, Gradiva,  Le voci della luna... E' risultato finalista del premio "Piero Alinari" ( i testi proposti saranno pertanto pubblicati sulla rivista Italian Poetry Review) e "Lerici Pea sez. Giovani".
Suoi testi sono inclusi nell'antologia "La generazione entrante- Poeti nati negli anni ottanta" (Giuliano Ladolfi editore, 2011, a cura di Matteo Fantuzzi).
Poesie della fame e della sete (Giuliano Ladolfi editore, 2011) è il suo primo libro.

1 commento:

  1. Mi pare che nella poesia di Francesco Iannone vi sia spesso una parte iniziale che concede abbastanza al descrittivo per, forse, meglio preparare una "pointe" finale con connotazioni rivelatrici e/o stranianti, ma comunque decisive e conclusive. Il verso è prevalentemente fluido e armonioso, per un tipo di poesia che offre interessanti intuizioni e soluzioni.
    Pasquale Balestriere

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