È un libro giustamente articolato, e le cinque sezioni, prese a sé, hanno già il loro rispettivo e originale racconto relativo al tema trattato (ed è importante sottolineare qui la completezza dell’autrice nel voler scrivere, per ciascuna delle sezioni, delle note di lettura), ma, ripeto, è un libro che va colto nella sua interezza, come un mosaico che raffiguri la complessità e la varietà degli aspetti della vita e della natura, così come magistralmente interpretati in modo poetico dalla nostra autrice.
Proponiamo qui di seguito alcuni testi tratti dal libro.
I
il respiro delle volpi volanti
– rari pipistrelli
migratori –
coincide con il battito delle ali
ogni apertura d’ali un respiro
ogni respiro un mondo
II
al crocevia dell’evoluzione
sta la salamandra, signora dell’acqua
del fuoco e della terra, compagna
di filosofi e alchimisti. Respira
il sole da ogni poro aperto
il mondo le scorre tra le cellule
eternamente
a filo d’acqua il respiro anfibio
memorie ibridate affiorano
al confine fluido tra cielo e lago
millenni di evoluzione sgranati –
freccia del tempo in ogni direzione
(da Ogni respiro un mondo)
***
II
pastora di parole
allevate con cura
transumanza testarda
a pascoli essenziali
tra rocce e torrenti
cammino lentamente
quasi brucando l’aria
tersa, lontana ormai
da quegli gnommeri
sinestetici densi
di clamori urbani
sfiati motorizzati
alcol in happy hour
saltimbanchi verbali
la mia terra promessa
è latte distillato
d’immanente manna
sostenibile è la
sabbia tra le dita
clessidra d’un tempo senza vittorie
e vinti, battiti d’ali larghe
planando senza scadenza
senza angoscia né urgenza
sostenibile è la
sostanza dei sogni
sullo schermo buio degli occhi
gazzarra furiosa a esorcizzare
l’incubo ricorrente acquattato
silenzioso sul fondo in attesa
sostenibile è un
tempo largo
largamente inutile, a sbrogliare
matasse di domande appassite,
schiacciati origami nelle tasche
sostenibile è una
sosta:
proprio ora
proprio qui – a
respirare
sostenibile è il
tempo riavvolgibile
come un vecchio tape, il tempo elastico
il tempo perduto e mai del tutto perso
XVI
la creatura che non s’arrende scava
nicchie, non trincee, nicchiando ai
comandi di caporali e cape-scariche,
al nietzschianesimo rutilante di ribelli
attempati, attendati nei quartieri chic
la creatura che non s’arrende rende l’idea
della resistenza con il suo solo esser-qui
quieto, caparbio come un Buddha in pietra
che sbriciolato dal fanatismo brilla
con un sorriso-enigma nel deserto afghano
la creatura che non s’arrende è bella di bende
come un gatto orbo per amore, un pappagallo
autistico, un pesce spaiato, un cane in chiesa
la creatura che non s’arrende gioca
il gioco della lingua, ma ha una parola
sola, in equilibrio sta in vagoni affollati
a volte piombati, ma non dispera – e dura
(da Pastora di parole)
I
nel mezzo della città sapiente
e del cammino, in un tramonto
insomma d’autunno scolorito
con le rondini che se la danno
a gambe (ad ali se preferite)
dall’imminente cambio di stagione
sfrecciando sull’angolosa fontana
minervina, mi fermo borsa a tracolla
ad ascoltare il tempo che si increspa
in cortocircuiti larghi, in gibigianne
ondose – quando nell’aula sbuffavo
d’impazienza e la volta che da fuori
alzavo gli occhi alla finestra
come a un paradis perdu –
cortocircuiti tra non essere ancora
e già non più, tra Sapienza e Sorbona
con le mitiche îles-flottantes
divorate in corsa lungo il Boul’Mich,
se mai mi sono sentita studente
è stato lì, tardivamente
(da Fons Sapientiae)
V
Inalberati alberi, indignate
arborescenze stente
di spiazzi urbani, platani
con i piedi nel cemento,
cimenti giallomimosa che mimano solleoni
nel cinereo mattino cittadino,
siepi assiepate di piccioni e carte unte
salici accasciati su pascoli canini
oleandri con fioriture grigiastre e velenose
querce-altarini per i caduti della velocità
ippocastani senza castagne:
qui state, alberi,
come lapidi di un
pianeta morto.
Eppure quando agli incroci sfioro i tronchi
snocciolando i vostri nomi antichi
– Platanus occidentalis, Salix fragilis, Betulla alnus,
Quercus petraea, Larix decidua, Acer Campestris –
ritrovo il respiro grande, l’orgoglio
di sentinelle vegetali,
il ligneo irriducibile lignaggio
la cabala diagrammatica dell’Albero della Vita
abitato dai Sĕfirōt e dagli uccelli migratori,
e nel maelstrom cittadino mi soccorre
la vostra segnaletica frondosa
VI
nel sogno volato il
tepore
sulfureo della terra rompe le acque
flusso eterno, utero sorgivo –
equilibrismi: tropismi viventi
verso la fonte calda, retrouvailles d’un antico
forse solo immaginato tepidarium,
ma la vulva del vulcano non m’accoglie
mi scaglia lontano in cenere e lapilli
furiosa di maternità involute o non volute,
shuuum – di nuovo altrove, a mille miglia
nel parapiglia di un sogno
che non finisce con la notte
(da Alfabeti vegetali)
I
poi finalmente tutto
è vanitas –
vacuum, elogio della rarefazione
salubre cerimonia degli addii
dal saturo di pensieri valigie
materia del mondo – inavvertito
ai terrestri si rarefà l’universo
come una torta troppo lievitata
le molecole si sfuggono, si slargano
esponenziali, si fa spazio al respiro
nel vuoto irriducibile che spartisce
gli elettroni, si dissolve il legame
chimico che affattura gli elementi,
i quanti e quant’altro si spargono
liberati in ogni verso
(da A nuoto nel vuoto (e sulfureo atterraggio))
Tiziana Colusso è nata a Vergato, a
pochi chilometri da Marzabotto, ed è vissuta per molti anni a Cerveteri. Dopo la laurea
in Letteratura Comparata all’Università La Sapienza di Roma ha vissuto a
Parigi, specializzandosi all’Université Paris-Sorbonne e collaborando con “La
Republique Internationale des Lettres”. È stata dal 2004 al 2013 Responsabile
Esteri del Sindacato Nazionale Scrittori. È autrice
di narrativa, poesia, testi teatrali, fiabe, saggistica. Ha fondato nel
2009 e dirige FORMAFLUENS –
International Literary Magazine. ripreso nel 2019 in edizione sia
telematica che cartacea, pubblicato dalla FUIS (Federazione Unitaria Italiana
Scrittori). Ha realizzato dal 2017 il progetto multimediale Atlante delle
Residenze Creative.
Moltissime
le sue pubblicazioni, l’ultima delle quali Ogni
respiro un mondo (La Vita Felice 2022), di cui parlerà stasera.
Alcuni
suoi testi, sia di prosa che di poesia, sono tradotti e pubblicati in varie
lingue. Sono stati poi in parte raccolti nel volume La lingua langue (traduzioni di suoi testi poetici in dodici
lingue: Arabo, Bengalese, Bulgaro, Danese, Francese, Giapponese, Lèttone,
Inglese, Romeno, Slovacco, Spagnolo, Ucraino, prefazione del Prof. Jean Charles
Vegliante – Université Sorbonne Nouvelle (Ed. Eurolinguistica 2010);
È
stata invitata a vari Festival Letterari in Italia e all’estero. Ha insegnato
in un master all’Università ROMA3. Collabora a riviste, enti e istituzioni
culturali.
Pratica
dal 2006 il Tai Chi e Qi Gong (recentemente Zhineng Qi Gong) con vari maestri e
scuole, ha studiato la Medicina Tradizionale Cinese, ha praticato la
meditazione Zen, e ha partecipato lungo gli anni a diverse forme di pratica e
meditazione buddhista, Vipassana e meditazione di consapevolezza.
Altre
notizie sul suo Sito: www.tizianacolusso.it