"Abito
nella tua assenza come in un paese straniero": questo verso iniziale
potrebbe essere il nocciolo fondamentale della linea poetica della nostra
giovane autrice napoletana, Carmen Gallo, la quale dimostra di possedere già un
suo forte dettato, incisivo e diretto, a volte trepido, costruito con grande sicurezza e consapevolezza del proprio talento. La sua è
infatti una poesia discorsiva e riflessiva, con la quale lei stessa cerca di
colmare gli spazi vuoti e freddi della quotidianità, o della banalità
dell'esistenza quotidiana. Cerca gli anfratti, gli stretti, gli angoli delle
stanze, per giungere alla luce ed alla positività della vita.
La "Paura
degli occhi" è una sua recente silloge, apparsa nell'Antologia
"Registro di Poesia #5" per le Edizioni d'If di Napoli, e qui di seguito ne
riportiamo alcuni brani. La nostra poetessa merita di essere letta e seguita,
per cui chiediamo ai nostri affezionati amici lettori, di aggiungere un loro
gradito commento.
Da Paura degli occhi, pubblicata in parte in Registro di Poesia #5,
Edizioni d’If, Napoli 2012.
Abito nella tua assenza come in un paese straniero
ogni notizia che giunga da te
abbatte aerei, rovina raccolti
la dura sostanza del limite
costruisce mura tutt’intorno al cielo bucato
ho foto, miniature preziose
ho grammatiche della confessione pronte al macero
il nostro orizzonte verticale erano i cardini della porta
i tarli hanno risparmiato solo loro
ma noi così immobili
come potevamo rinunciare
al nostro essere porta infinita
passaggio per l’inverno
noi la cecità degli ancora vivi
finestre sul buio incandescente
***
Era un’eccezione
il buco della serratura
l’angolo nella stanza
solo in prospettiva era concessa
una tremolante via di fuga, un’occhiata
Alla finestra del vicino
ancora e di nuovo
trattenere a stento la pelle
tra pareti che cadono dall’alto
poi le linee scure, trame che non ricordo
avevano maglie troppo larghe
per ricucire le finestre
e giocare
a battaglia navale fra le nuvole
perdevi sempre tu --
come ora, nella casa in disparte
dove non sono più giochi
i nostri finti suicidi
ci siamo finiti davvero
tra le luci di un altro
***
È
arrivato il dono, il fuoco
il
rosso
È
arrivata la terra, la città
che
non conosco
e
dovrebbe essere facile
a
questo punto
sistemarvi
al centro
la
lama visibile dei polsi
la
schiena curva delle parole
e
lasciare che gli occhi sentano
che
la pelle infine veda
ma
la mano ancora trema
ed
io resto immobile
a
guardare la trama
che
hai scelto per me
la
sollevo e penso
scegli
me
scegli
me
***
ufficio reclami
dei giorni dispari e pari
inclinare il piano del sacrificio
Messina, novembre 2010
***
l’ora
del ritorno
che
a distanza di ciglia
sento
il petto andare e venire
l’armonia
delle sfere
e
l’ingranaggio del sale
stride
l’unghia sui denti
e
la bocca nell’aria raccoglie parole
Le tue parole, le tue parole
che
tu venga o che parta
porti
sempre le tue parole
come
strade, ponti, tetti
le
tue parole hanno il profilo
delle
città liberate dalla guerra
come
voci vicine alla fine
hanno
il colore delle cupe in cui s’infiltra il sole
a
chilometri di mancanza
sento
il fiato andare e venire
Carmen Gallo (Napoli, 1983) lavora all’Università "L’Orientale" di Napoli e si occupa di letteratura inglese, in particolare della poesia metafisica inglese (Donne, Herbert, Crashaw). É stata due volte finalista al premio Mazzacurati-Russo per la poesia (2009-2010; 2011-2012), e al premio Subway Letteratura-Sezione Poesia 2011. Nello stesso anno, ha ricevuto la menzione d’onore al Premio Montano. Alcuni testi sono stati pubblicati in antologie (Registro di Poesia #3, 2010 e Registro di Poesia #5, 2012, Edizioni D’If, Napoli). Con Tommaso Di Dio, Alessandra Frison, e Domenico Ingenito cura gli incontri di lettura di giovani poeti “Fuochi sull’acqua” che si sono tenuti a Milano, Napoli e continueranno nei prossimi mesi in altre città italiane.
Scrive Eugenio Lucrezi. Gallo collega in maniera convincente soggetto ed oggetto, ad animare il verso è una linea lunga che dalla percezione arriva al sentimento, per stirarlo fino al paesaggio non solo umano del mondo. Brava.
RispondiEliminaGrazie Eugenio, di queste parole così precise e preziose, e a Giuseppe per questo spazio di lettura. Un abbraccio, Carmen.
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