Con molto piacere riproponiamo qui di seguito dei testi poetici di Alessandro Canzian, che, come sappiamo, oltre ad essere un valente poeta, è anche molto attivo nel campo editoriale, essendo il responsabile della "Samuele Editore" di Pordenone.
Alessandro Canzian conferma ancora una volta, con questi suoi recenti inediti, la sua particolare bravura nel cogliere e fissare immagini, flashes e sensazioni anche minime, in un contesto di vita abitudinaria e trasognata, e renderle poeticamente significative, con un discorso breve e diretto, ma essenziale.
Coloro che ci seguono, sapranno sicuramente aggiungere qualche altro gradito commento, e per questo li ringraziamo fin da ora.
Il latte
Il cartoccio del latte e le campane.
Gli stracci nella stanza.
La gatta che da fuori la finestra
vuole la colpa
d’essere l’unica a mangiare.
La stufa accesa. Le calze colorate.
***
La casa
È un sofismo anche la tenda
arrugginita della doccia.
La fuga delle piastrelle mai pulite
- gli arabi ci contavano gli anni
prima di morire -, la scala
che ogni giorno fa gli indiani
e il battito sottile delle gambe
della vicina che guarda la tv.
***
Dalla finestra
Le montagne sembrano capelli
sai, quando piove e le scale
delle case sono gelate,
e i lampioni sono accesi,
e gli aliti fumosi.
Potresti pettinarci gli inverni
se solo avessero significato.
Le montagne sembrano capelli
sai, quando piove e le scale
delle case sono gelate,
e i lampioni sono accesi,
e gli aliti fumosi.
Potresti pettinarci gli inverni
se solo avessero significato.
***
In treno verso Taranto
Dai finestrini sporchi il freddo.
La neve in mezzo ai campi.
Il paesaggio sa di case
e di cose che non tornano.
Sono cose anche le persone
che nel freddo non respirano.
Dai finestrini sporchi il freddo.
La neve in mezzo ai campi.
Il paesaggio sa di case
e di cose che non tornano.
Sono cose anche le persone
che nel freddo non respirano.
***
Ferrara
Le travi di freddo e neve
alla stazione di Ferrara.
La troppa chiarità non mostra
nulla, i filari non scandiscono
i binari, Dio non lo puoi
guardare nemmeno di spalle.
Le travi di freddo e neve
alla stazione di Ferrara.
La troppa chiarità non mostra
nulla, i filari non scandiscono
i binari, Dio non lo puoi
guardare nemmeno di spalle.
***
Senigallia
E così si arriva al mare.
Alle ciminiere alte una maceria.
La ragazza che legge Hemingway
ha negli occhi lo stesso verde
che s’ammuffisce contro i muri.
Pare un tempo che non passa.
E così si arriva al mare.
Alle ciminiere alte una maceria.
La ragazza che legge Hemingway
ha negli occhi lo stesso verde
che s’ammuffisce contro i muri.
Pare un tempo che non passa.
***
Bologna
Un sorriso. Una facile stagione.
La ragazza ha le calze lunghe
e le labbra che sanno d’alcool.
Altri si tengono per mano.
Più in là una svendita d’usato
fa da memoria
da mercato, per cartoline. Una,
forse rumena, legge le carte,
come tutto fosse conoscibile.
Un sorriso. Una facile stagione.
La ragazza ha le calze lunghe
e le labbra che sanno d’alcool.
Altri si tengono per mano.
Più in là una svendita d’usato
fa da memoria
da mercato, per cartoline. Una,
forse rumena, legge le carte,
come tutto fosse conoscibile.
***
La lampadina
Puoi anche non essere possibile.
Una macchia, uno spruzzo di caffè
a terra per sbaglio. La perfezione
quotidiana è anche la muffa
di ragnatele sulla doccia. È la
porta che non si chiude a un lato.
È il silenzio della casa, feroce,
la lampadina scoppiata.
Un carissimo grazie all'amico Giuseppe Vetromile
RispondiEliminaAlessandro
Come mai sono stati tolti i giudizi negativi, giusti a queste insulse poesie? O volete solo giudizi positivi? SONO POESIE SENZA ALCUN VALORE. ZERO. ABBIATE IL CORAGGIO DI MANTENERE ANCHE QUESTE NOTE. Canzian non sa dove sta di casa la poesia (ripeto quello che aveva scritto l'amico precedente).
RispondiEliminaGiulia