Presentiamo con piacere la giovane poetessa Elisabetta
Panico, artista a tutto tondo, peraltro, in quanto la sua creatività,
spigliata, prorompente e sincera, si manifesta anche nelle arti pittoriche,
grafiche e musicali. Elisabetta si è infatti diplomata presso l'Istituto d'Arte
di Avellino e attualmente segue corsi di studio presso l'Istituto di Belle Arti
di Napoli. Nata a Pomigliano d'Arco, vive a Cicciano, nei pressi di Nola,
distinguendosi per la sua intensa e meritevole attività artistica non solo nel
nostro territorio campano, ma anche a livello nazionale.
Molto interessante è la sua recente raccolta di poesie, dal
titolo originale "Il riflesso del mondo, in una pozzanghera nel
fango", edita nel 2016 per i tipi della BookSprint, e dalla quale
estrapoliamo qui di seguito alcuni brani, dopo aver riportato la breve sinossi
che ne riassume il contenuto.
L'immediatezza della realtà nei versi della nostra giovane
Autrice, risalta subito ad una prima attenta lettura di questi brani. Si tratta
evidentemente di una poesia che tocca non solo i problemi esistenziali, che
traspaiono in un dialogo diretto con un "tu" che è probabilmente il
riflesso dell'interiorità della poetessa, ma anche la complessità del mondo
esterno, che l'autrice "sente" decaduto e ipocrita. Il linguaggio è
asciutto, diretto, sobrio, privo di sovrastrutture ridondanti, ed è quindi
incisivo, quasi spiazzante.
Lasciamo però ai lettori affezionati che ci seguono, altri
eventuali interessanti commenti sulla poesia di questa nostra giovane autrice,
alla quale esprimiamo il nostro plauso e i nostri complmenti
Sinossi
“Il riflesso del mondo, in una pozzanghera nel fango” è un
frangersi concreto di sensazioni interne all’animo umano. Versi forti, secchi,
decisi, che si susseguono dispiegando la realtà nuda di chi scrive. Da
osservatori partecipi, ci si ritrova in una nuova energia, fatta di disincanto,
dove percezioni ormai non più ricomponibili vengono riassemblate in una nuova
luce, e riassorbite nella carta. Una consapevolezza malinconica del vivere e il
fascino misurato in attimi brevi. Una raccolta originale, scritta egregiamente
che al di là di qualsiasi idealismo espone le grida di un silenzio che veicola
una riflessività in sé più che sincera.
2
La mia vita fatta di suoni.
Lo scoppio di una busta piena
quella volta con mamma
che portò sotto l’auto un piccione;
O il rumore sordo dell’ago
che va giù sotto la pelle di Norman;
Le grida nervose,
squillanti,
che vibrano legate all’infanzia;
La tosse spessa e continua di papà,
seguita da sospiri affannosi
che implorano,
nell’ultimo periodo
durante le notti;
E i gemiti dal suono pieno
e i sospiri di libertà,
durante il godere di quel musicista un tempo il mio amore;
Il rumore di stoviglie in cucina
che annunciano:
è Mattina.
4
Mi sono persa così tante volte negli altri
che ho dimenticato la via per tornare a me stessa.
16
La pioggia persevera,
si ribella all’estate che dovrebbe esser protagonista.
Prende la scena anche a Maggio,
e così anche a noi.
Ci ostiniamo a ricordarci,
ed odiarci…
Basterebbe riabbracciarsi
e uscirebbe il sole per tutti.
23
Il jazz non lo balli,
non lo canti.
Lo senti.
Il corpo è rimasto in disparte,
si muove qualcosa da dentro
ma allora devi saper ascoltare.
E chi si mette a farlo?
Pochi.
Ecco che il jazz lascia spazio
alla canzone in radio che canti,
e poi balli…
E nessuno lo sente più.
26
Il circolo vizioso di un incompreso.
Vivi nel tuo mondo;
Il tuo mondo è fatto di lettura
disegno
scrittura
e tante riflessioni;
Ti capita di entrare anche in contatto con persone reali;
Le persone che conosci ti fanno sentire strano perché sono
tutte uguali;
La delusione e frustrazione nel sentirti sempre sola nel tuo
genere,
prendono il sopravvento;
Come unica consolazione ti rinchiudi nel tuo mondo e
il tuo mondo immaginario continua ad arricchirsi;
La differenza tra te e gli altri
aumenta.
La solitudine cresce;
Consolazione:
il tuo mondo
gira
gira
gira.
33
La gente non ci rimane più male,
né stupisce.
Vive in questa via di mezzo
che funge da tranquillizzante,
un’anestesia…
Vive in questa striscia rossa
in mezzo a una in bianco e
una in nero…
Pacata
menefreghista
e indifferente.
Mi chiedo che tristezza debba fare la loro vita
una volta a casa fuori dagli ambienti di massa sociale.
Sapete che tristezza?!
Non si portano a casa un sorriso,
una malinconia venuta fuori
dal volto di qualcuno che
come te,
nemmeno ti guarda.
Che tristezza,
vivere solo per se stessi
a pro di che? ...
Non esiste né un per cosa
né un per chi.
Un uomo misero e glaciale,
nemmeno tra gli estinti.
La chiamano
società contemporanea!
Dove l’unica evoluzione
diventa prettamente personale
e come possa accader tutto ciò
senza l’Altro…
Poi verranno a spiegarmelo tra qualche anno,
questi signori Splendenti.
(Poesie tratte dalla raccolta “Il riflesso del mondo, in una
pozzanghera nel fango”, BookSprint Edizioni, 2016)
Elisabetta Panico
è nata a Pomigliano d'Arco (Napoli) nel 1995. Si è diplomata all’Istituto d’Arte
di Avellino all’indirizzo Grafica Pubblicitaria e Fotografia. Segue tuttora
studi di carattere artistico presso l’Accademia di Belle Arti di Napoli, nel Dipartimento
di Didattica e Comunicazione dell’Arte. Ha pubblicato nel 2016 “Il riflesso del
mondo, in una pozzanghera nel fango”, raccolta di versi edita dalla BookSprint
Edizioni. Ha rilasciato in anteprima di uscita un'intervista alla Biblioteca
Nazionale di Roma nel novembre del 2016. Nel Febbraio del 2017, in onore della
Terza Edizione della Serata Delle Eccellenze, ha ricevuto il riconoscimento di
“Eccellenza Ciccianese” “per essersi contraddistinta nel campo dell’Arte e
della Letteratura”. Elisabetta Panico sperimenta nel tempo libero altre forme
di linguaggio espressivo, quali la poesia, la pittura, la fotografia, vestendo
per un breve periodo anche i panni di cantautrice e musicista come leader del
gruppo “Mine Vaganti”. Attualmente prende parte a varie mostre pittoriche e
concorsi affini, che si svolgono nel territorio campano e nazionale.
Il Video dell'intervista ad Elisabetta Panico dalla Biblioteca Nazionale di Roma:
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