giovedì 23 novembre 2023

Due poesie di Antonio Dentice d'Accadia

Accogliamo qui volentieri alcuni testi inediti di Antonio Dentice d’Accadia, un autore molto impegnato non solo in ambito poetico, ma anche in quello giornalistico, della saggistica e dell’arte in genere, svolgendo tra l’altro un’intensa attività di promozione culturale, anche in collaborazione con altri soggetti. Cito ad esempio la recente ideazione e fondazione, insieme alla poetessa Maria Pia Dell’Omo, del Premio Internazionale “Luigi Vanvitelli” (https://www.premiointernazionaleluigivanvitelli.it/).
Bocca del nulla e Allegorie benvenute sono testi poetici in cui l'autore evidenzia, con un linguaggio alquanto simbolico, l’inadeguatezza delle cose umane di fronte ad una natura preminente. Emerge, nei suoi versi, una nota di amara constatazione delle negatività che pervadono il consesso umano, ma non è rassegnazione, bensì latente incoraggiamento a proseguire il cammino-
La consapevolezza delle grandi difficoltà a risalire la china (“Ho dimenticato di esserci e son caduto”), convince il poeta, suggerendolo anche all’uomo, che la schiettezza e l’autenticità di un’etica e di una morale possono ancora salvare il mondo.


Bocca del nulla

 

Sciami invisibili,

farfalle di pulviscoli ingrati.

 

L’arabesco arcobaleno è sciolto nella coppa insapore,

dove si mescolano insetti e tori.

 

Pungimi l’anima acerba che gattona nel perimetro di Dio

e dimmi che sono giuste sulla bocca di nulla,

quelle parole.

 

Domande gocciolano arrese anticipate dai silenzi

e giocando all’astronauta affievoliscono tra nuvole e pantani.

 

Il veleno da un seme,

fior di cura.

 

Dimmi,

che parole sono giuste sulla bocca del nulla?

 

Ho dimenticato di esserci e son caduto.

 

 ***

 

Allegorie benvenute  

 

Scorre su onda di lingua

percorre la vita come mare

marinaio fino al vertice più bagnato

e lì steso assolve i bordi di questo sentire.

 

Punta vibrata alla pioggia di sole

nello spazio dove aria e acqua assieme fan l’amore

e dai flutti emerge, papille dalle labbra,

gustando l’atmosfera dell’esserci in due.

Due e più.

Il territorio dove seminano gli ascoltati.

 

Bussa alla presenza dell’altro e si tuffa,

sceglie di esser gioco,

vi s’espande in balocchi e latrati,

fa umanesimo.

 

Spolvera l’immagine dell’affetto intangibile,

aria e acqua assieme,

due e più,

sperando di sperare,

energia nell’energia

e fa proprio il senso altrui,

ruminando allegorie benvenute.

 

 ***

 

Antonio Dentice d’Accadia è saggista, poeta, giornalista e divulgatore. Cofondatore del Premio Internazionale “Luigi Vanvitelli”. Finalista al Premio Internazionale di Poesia “Wislawa Szymborska” (Avellino, 2023) e menzione speciale della Giuria al Premio Internazionale di Poesia “Le Occasioni” (Sanremo, 2023). Pubblicato su diverse riviste (Il Cofanetto Magico, Atelier Poesia, Morfoedro), nell’antologia poetica “Frammenti di realtà umana” (Tempa Edizioni) e nella raccolta antologica del Centro Cultural “Tina Modotti” di Buenos Aires. Tradotto in spagnolo e polacco. Più volte relatore al ventennale “Premio Russell” (Napoli) e relatore al Premio Letterario Nazionale “Anna Mazzocco” (Isernia). Tra le collaborazioni: la Lega Italiana dei Diritti dell’Uomo, l’Accademia Tiberina (già Pontificia), l’Istituto Italiano per gli Studi Filosofici di Napoli, l’Ordine degli Odd Fellows della Svizzera, il Festival “Economia e Spiritualità” di Lucca, organizzato dall’Università di Pisa e promosso dalla Commissione Cultura del Senato.

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