
È prerogativa di ogni buon poeta l’approfondimento delle sensazioni e dei messaggi, anche quelli apparentemente più flebili, per poi poterne scrivere seguendo la modulazione poetica più consona al proprio sentire, alla propria esperienza e alla propria cultura. In un mondo, come quello attuale, dove tutto è dominato dall’impellenza, dalla fretta di raggiungere al più presto gli obiettivi, dove gli impegni in ambito lavorativo e sociale si sono moltiplicati a causa dell’ampliarsi delle relazioni e delle comunicazioni a livello globale, rimane sempre poco tempo per soffermarsi un attimo e per esplorare all’interno di sé stessi cosa veramente ci suggerisce il mondo esterno, quale ruolo veramente noi abbiamo in questo creato, e perché siamo qui. Domande enormi, che spesso sottovalutiamo o ignoriamo del tutto, presi appunto dalle solite incombenze quotidiane. Ma per fortuna c’è un angolo di umana curiosità in ciascuno di noi, in molti di noi, che preme, che sollecita, che urge. I creativi sono questi, gli artisti, i musicisti, i pittori. E i poeti. E proprio i poeti sembra che vivano in una situazione ossimorica: da una parte la razionalità, la precisione, l’incastro logico di ogni incombenza quotidiana, dove è primaria la mente catalogante e consequenziale, per dedicarsi al lavoro, alle relazioni con gli altri, persino al relax e al divertimento, ove possibile. Dall’altra c’è questa evanescenza, questa incertezza, questa insicurezza, il vago sentire e a malapena accorgersi che fuori c’è, ancora, tutto un mondo da scoprire, che potrebbe meravigliarci ancora, destarci dal sopore dell’abitudine e della consuetudine. Il poeta vive continuamente questo stato d’animo bifronte: e non è che abbia la testa fra le nuvole, come spesso si usa dire. È piuttosto uno stato di grazia che gli permette di fermarsi e di ascoltare la realtà circostante, leggerne i profondi messaggi, intuire ciò che sta dietro le cose, dentro le cose, dentro l’anima. Carmelina Di Iorio è senz’altro una di questi: una poetessa attenta e viscerale, perché, sedendosi sulla pancia del mondo, ne ascolta i profondi vagiti, come una madre può ascoltare il suo nascituro che scalpita nel suo grembo. Una poetessa viscerale, certo, perché accoglie l’interiorità in fermento, ma poi riesce con il suo ottimo dettato a mettere ordine nel marasma e produrre così versi consistenti e significativi. Tratteggi nascosti è dunque da considerarsi sicuramente un progetto poetico significativo, in quanto esprime appieno tutto il quadro del mondo, celato nelle visuali più recondite e che solo i poeti, i creativi, sono in grado di raccogliere. Si tratta infatti, qui, di riportare in versi quei “tratteggi nascosti”, come lo stesso titolo suggerisce, che la realtà evidenzia solo se si rimane attenti ad osservarla e a tradurla: questo il pregio dei poeti, che con la loro sensibilità riescono a captare sia il vissuto quotidiano, sia la natura, leggendo in essi quella luce, quei colori e quei suoni, quelle emozioni, che la quotidianità relega in dimensioni secondarie, meno appariscenti. È un tratteggio nascosto, il suo dire poetico, in quanto riesce appunto a ricostruire, a far riemergere dal tessuto profondo della realtà, tratti e lacerti di verità e luce, come a voler ricostruire, con quei tratti e quei tasselli, il mondo di valori che sovente viene trascurato se non addirittura ignorato nel daffare e nelle incombenze usuali.
La poetica di Carmelina Di Iorio, in questa silloge, si svolge aprendosi ai temi fondamentali dell’amore, inteso nel suo significato più ampio e quindi anche nei riguardi della natura, del mondo, laddove le immagini e i panorami sono fortemente soffusi da una entusiastica e partecipata ecologia, colorata e intensa, con afflati emotivi che ne riportano profumi, suoni, colori e luci, tale è la potenzialità espressiva delle sue liriche: “Profumo di vento! / Mirto inebriante di canterini uccelli, / sparsi nei riflessi…”, e ancora: “La notte / ha la voce di un sogno…”.Un altro punto interessante della raccolta è quello di aver raggruppato diverse liriche sotto lo stesso titolo, quasi a voler comporre un quadro più esaustivo del suo pensiero poetico, considerando l’argomento sotto diverse angolature e situazioni. Un modo davvero originale per completare il mosaico poetico che la nostra autrice aveva progettato, esprimendo proprio in quei “tratteggi nascosti” il suo dettato, alternando i vari temi e riuscendo in tal modo a comporre un tessuto poetico vario ma nello stesso tempo senza smarrire il filo conduttore importante, che è appunto l’amore e l’ammirazione nei confronti dell’umanità e della natura.
Un libro senz’altro interessante, dove la poesia assume toni lirici di evidente spessore, e quindi armonioso e denso di contenuti e di delicati quadri di natura e di sentimento.
Poesie girovaghe
Profumo di vento!
Mirto inebriante di canterini uccelli,
sparsi nei riflessi
sono ombre fluttuanti.
Profumo di vento!
Ti adagi lento
su corpi tramortiti
in un clamoroso silenzio.
Sono attimi di brividi e carezze,
ineguagliabile il momento.
Son dee bianche
le nuvole a passeggio
nel giardino tinto dell'azzurro
decantare di umane storie
vicine e lontane.
Dee bianche
le nuvole si stringono
in ciarle scherzose
nel freddo di un giorno
sereno d'autore.
D'improvviso l'eco
di un suono irrompe
è la voce vestita di grigio
il pianto di una Dea
non più sognante.
Dee bianche
danzano al suo fianco
nel giardino tinto dell'azzurro
decantare lo schiamazzare
gioioso di uccelli
di un pianto ladri...
***
La notte
ha la voce di un sogno.
Ascolto
come l'eco di un urlo dal monte ad occhi chiusi
quel suono di brevi parole. Intrecciano nell'aria
lunghi istanti vissuti, inventati, dimenticati.
Malinconico
il tuo volto da Pierrot nel battere
di cuori impavidi nutre il suo respiro.
La notte
geme nascosta nella mente di un sogno
attore di ogni dove...
***
Tratteggi nascosti
Sorprendimi amore.
Basta uno sguardo
muto e vivo nel solo tuo respiro
a fermare l’irresistibile fremito del dire.
Prendimi i fianchi
stringili forte e toglimi di dosso
la voglia di sfuggire
a quell’insaziabile voglia di amarti.
Poggiati al mio corpo,
ti sostengo mi sento forte
anche se tremo come una foglia al vento.
Indaga nella mia mente
tu puoi,
conosci gli spazi dove entrare
e sai bene come far ridere il pulsare del mio cuore.
Non dire mai più
nel freddo razionale agire
di un ossequiato lavoro:
“Non si vive di solo amore”
Non ascoltare
queste tue leggere parole,
sono solo fugaci pensieri
vogliono succhiare il tuo sangue
che corre veloce lungo le arterie impazzite
perché vogliono il tuo cuore.
Non conosco ancora
la maniera di fermare i nostri intensi attimi,
ho così paura che un giorno
il tempo possa rubarceli…
***
Carillion di parole
Il mondo dei ricordi
è un mondo di treni
che ansimano all’arrivo
di giorno e di notte…
Orme giganti
di lenti passi
costeggiano i binari
e illustrano strade permesse
ma mai percorse…
I fischii brevi
annunciano la partenza
su binari di sola andata…
Non è dato un tempo
la percorrenza è breve o lunga
solo un sogno
ne segnerà la meta…
***
Tratteggi nascosti
Chiudo gli occhi
seduta sulla pancia del mondo
e con esso mi giro intorno.
Ci sostengono corde di suoni
è quasi impercettibile la stretta,
sono quasi impercettibili i suoni
se non si ascoltano.
Chiudo gli occhi
le mie gambe non ci sono
cammino nei passi dei miei bambini
così veloci raggiungeremo galassie sconosciute
e con esse ci gireremo intorno
al giorno e alla notte.
Chiudo gli occhi
il buio non mi acceca.
Miliardi di piccole lanterne
rimangono sempre accese…
Carmelina Di Iorio - Tratteggi nascosti – Seduta sulla
pancia del mondo, Delta3 Edizioni, 2025.
Carmelina Di Iorio è nata a Lapio, in provincia di Avellino; è residente a Montemiletto (Av).
Tratteggi nascosti è stato pubblicato da Delta3 Edizioni nel 2025, in quanto opera terza classificata al Premio Nazionale "L'Inedito - sulle tracce del De Sanctis", XVII edizione, sezione poesia.
Dall'intervento di Giuseppe Vetromile nell'ambito della presentazione del libro a Lapio il 27/9/25
Buongiorno Transiti Poetici, ricevo con immensa gratitudine la recensione da parte del Poeta Giuseppe Vetromile, mio amico e compagno di viaggio nella presentazione di questo mio lavoro di raccolta lirica a Lapio un Paese in Provincia di Avellino, nella suggestiva cornice dell'antico Palazzo Filangieri.
RispondiEliminaEntro in punta di piedi, accompagnata dal mio silenzio di clamorosa emozione, nella vostra dimora, con riguardo e rispetto nel lavoro che svolgete e che sarà da me seguito con coinvolgente empatia.
Con Grazia, Carmelina Di Iorio