Qui ci piace segnalare questa sua plaquette pubblicata da Progetto Cultura che, come sempre, ci offre una preziosità sia dal punto di vista tipografico che del contenuto. Mariella De Santis si presenta con tre poemetti molto intensi, eleganti nello stile e di una profondità emotiva, affettiva, psichica e persino direi filosofica, davvero eccezionali: “La cura di te”, “Ipnos” e “La disobbedienza”. Di questi tre poemetti proponiamo per i nostri lettori soltanto alcuni brani, non potendo per ovvie ragioni di spazio ed anche di rispetto nei confronti dell’editore, riportarli interamente.
Ma già questi brani sono sufficienti a captare la grande arte poetica della nostra autrice. Risalta intanto evidente la forma poematica del suo dettato poetico, elegante e lirico, che sottintende l’amplissima carica emotiva e sentimentale con le quali si rapporta alle figure femminili descritte nel primo poemetto, dove queste appaiono in tutta la loro naturalità, anche nelle figurazioni e situazioni più minute e abituali della vita di tutti i giorni: vi è un grande afflato affettivo, un trasporto sentimentale intenso che racchiude la sfera sia fisica sia psichica e persino spirituale (“Sono i gesti di ogni giorno a darmi struggimento / Il segno della croce, la vasca da lavare, / I quaderni dei bambini che tu porti nell’ombra. / Ma quanto io ho perduto con te diventa tomba.”…).
Analogamente, il poemetto “Ipnos”, il poema del sonno, è un canto che celebra la nostra parte incognita, laddove il sonno, e nel sonno, si manifesta a volte la nostra essenza segreta: “Noi siamo fatti della stessa materia dei sogni”…
Nel poemetto conclusivo, “La disobbedienza”, Mariella De Santis esprime tutto il suo impeto vitale, volto alla conferma della dignità assoluta della donna e della sua libertà, in una realtà ancora opprimente e pregiudizievole in tantissimi ambiti sociali e familiari.
La poesia, e qui la poesia della nostra brava autrice, è ancora testimonianza, denuncia, specchio della realtà, linguaggio che scolpisce un nuovo mondo, un monumento incrollabile della verità, dell’amore e della giustizia.
La cura di te
Per Viviana e Manuela, creature
Prendo su di me la tua cura
Animula piccola silente nella gioia
Scuro cielo d’osso in carne infisso
Prendi la mia cura.
Tu che sei o sei stata in nascita celata carne
Di donna e dovizioso popolo in cammino
Nutriti dell’abbondante umor mio.
Timida parca su destriero lanciata
Di te dico, predìco, l’amata sorte il molesto istinto.
La fiamma che mi agita ti fa una e tante.
Ora ti tocco piccola creatura
Unica tra tutte figlia di madre incerta
Ascolta il mio perdono. Io non ti fui carne
Tu mi fosti figlia. Tocchiamo la deriva
Lontane, più lontane.
Tu bionda naturale nei capelli
Nelle segrete cave, mi attiri senza méta
Mozia tra i mulini salata sospensione
Mi sciogli quale lievito dentro il tuo tepore.
Alga marina protegge la tua salina io fuggo
Dall’incanto, mai ho sperato tanto.
I tuoi vestiti su di me, gruccia o stenditoio
Ti scoprono il costato. Ti sano con la bocca
La mano dilaniata, la ferita augusta.
Cresce nuova specie da questa iniziazione
Corpi di vele e vento, teorema e congiunzione,
esatta geometria, mirabile afasia.
………………………..
Dammi la mano, il braccio, il piede
Lasciati trascinare fuori da queste mura,
Sdraiati in giardino. Ho curato per te la rosa
Che non punge, il lilium che non tinge,
L’erba che non bagna. Ma lesta rifuggi
La luce e l’infinzione, torni al luogo scabro
Dove eco rompe ricordo del rumore.
…………………………….
Mia splendida Gradiva, tu non sarai museo
Incedi pronta al tuffo sorprendente. Vado via.
In luminosa evidenza ora tu sei, clinicamente viva.
***
IPNOS
Il poema del sonno
Nella mia camera buia ascolto
ogni secondo d’argento tintinnare,
un suono lontano di pompa pulsare.
Immagino in alto e in basso i letti
dei vicini, i loro volti
dalle tenebre avvolti.
Li seguo col passare delle ore
sino al primo trillo di sveglia.
Il bagno, la cucina, la nebbia sul balcone
la città bocca vorace attende di succhiare
i residui gesti lenti del mattino.
Incontro nelle ante dell’armadio
la mia immagine allo specchio
dal grigio intorno agli occhi
dalla ruga alla radice del naso
e dalle labbra esangui mi accorgo
che anche stanotte ho vegliato
………………………………….
In tanto tumulto si fa largo il sogno.
Noi siamo fatti della stessa materia dei sogni
e il sonno conclude la nostra breve esistenza.
Alti picchi di noradrenalina e dopamina
nessun segno, nessun rumore
è la morte che nel corpo si muove
abbranca la vita alla gola
dando inizio alla lotta
o forse a un amplesso,
alterna vicenda
tra dolcezza e violenza
conclusa dal sogno.
............................................
Come il sogno dei gatti
– mi dicono –
è quello dei neonati.
Cosa darei per conoscere
quello del dinosauro
o del sapiens mio antenato.
Ci accompagna dalle origini
una spasmodica fame di sapere
appagata da estroverso immaginare.
Si produsse il segno, poi la parola
col racconto tutto si affolla
sogno, mito, archetipo, ragione.
Sopra il sonno, sotto la veglia
la scrittura spartisce
origini, confini, dimore.
***
La disobbedienza
“Che cos’è un uomo in rivolta? Un uomo
che dice no. Ma se rifiuta, non rinuncia
tuttavia: è anche un uomo che dice di sì,
fin dal suo primo muoversi.”
(Albert Camus)
Quello che mia madre non dovrà mai sapere
non tace e prosegue il suo corso
e quella parola sale
– limo, tracce, sorgente, fondo –.
L’incubo è cupo e non si dà speranza
e quel rumore non tace
– buio, freddo, odore, postilla –.
Quello che mia madre non dovrà mai sapere
è la coscienza straniata che porto al mondo
e il mondo che mi penetra, m’invade
io con le cosce chiuse, strette, perché niente esca
– umido, umore, urlo, utero –.
È l’acciaio che non si piega l’anima che mi regge
– labbra, gelo, afasia, morte –.
……………………………………
Mariella De Santis, La cura di te e altre insistenze,
Edizioni Progetto Cultura, Roma, 2025
Le Gemme - Collezione di quaderni di poesia curata da Cinzia Marulli
prefazione di Viviana Nicodemo
Mariella De Santis è nata a Bari nel 1962. Laureata in Servizio Sociale, è
specializzata in progettazione strategica. Ha conseguito un’alta formazione
nell’intervento sulle dipendenze e ha un master in neuroscienze. Nel tempo ha
perfezionato la propria attività nella definizione di processi metodologici in
supporto ai policy makers. È interessata ai percorsi di innovazione della
cultura professionale, argomento su cui ha scritto molti contributi. In campo
letterario ha fondato e condiretto riviste nazionali e internazionali, lavorato
per case editrici e con musicisti, artisti visivi, attori e pubblicato libri.
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