martedì 11 marzo 2025

Lo "scrigno" poetico di Rosaria Di Donato

In uno scrigno si ripongono gli oggetti più preziosi e più cari, quelli legati ai ricordi più significativi o che hanno avuto in qualche modo una certa importanza nella storia della nostra vita. Sono generalmente cofanetti piccoli, intarsiati o di legno pregiato, tenuti in disparte oppure, al contrario, in bella vista su qualche comò. Piccoli soprammobili che abbellivano i ripiani o le mensole di antiche consolle o etagere, arredamenti tipici delle case dei nostri nonni.
È dunque veramente indovinato, e appropriato, il titolo di questa elegante raccolta poetica, Scrigno, che utilizza non solo l’espressione scritta della parola, ma anche l’immagine, la fotografia, che in simbiosi alla parola poetica, ne esalta il palpito emotivo. Le parole stesse, e le immagini, sono dentro questo Scrigno prezioso, pronte ad essere lette, viste, ascoltate, riflesse, vissute. L’opera letteraria complessiva di Rosaria Di Donato ha raggiunto dunque con questa recente raccolta l’apice espressiva, sia per qualità di contenuti, e sia per modalità di forma, ampliando la sua proposta creativa ad altri generi, proprio nel rispetto dell’universalità del dire e del fare arte e poesia.
Troviamo infatti versi sciolti, naturalmente oltre alle immagini, e poi versi in altre lingue, come lo spagnolo e persino il dialetto romano, con una sezione addirittura di haiku. È come se lo Scrigno di Rosaria Di Donato contenesse varie perle, anelli, pietre preziose, orecchini… L’analogia è intuitiva, laddove è giusto e normale riscontrare nella parola poetica (e in quella di Rosaria certamente!), la preziosità e l’unicità intrinseca di tutto un mondo meraviglioso, mondo che noi umani quotidiani sovente sottovalutiamo se non addirittura ignoriamo!
Al centro dell’opera ci sono le figure intramontabili degli avi, ai quali la nostra poetessa ha dedicato l’intera raccolta, arricchendola, appunto, con alcune foto tratte dal suo prezioso scrigno di ricordi. Ma il riferimento al loro vissuto, genuino e autentico, scevro da quelle ipocrisie e da quelle falsità che sovente la società odierna ci costringe a subire e a tollerare, è anche soprattutto desiderio, volontà di rievocare, di attualizzare in un certo senso, quei valori genuini di un tempo andato, sui quali l’umanità dovrebbe sempre fondare un consesso di pace, di amore, di giustizia.
L’opera di Rosaria Di Donato, anche in questo senso, è un contributo solido e prezioso, al fine di arricchire sempre di più lo “scrigno” della nostra umanità.

Rosaria Di Donato, Scrigno, 2025. Prefazione di Lucianna Argentino, postfazione di Marzia Alunni. Editing, impaginazione e copertina di Valeria Girardi.


(visioni)

 

il fiore di melo 

 

leggeri vorrei giorni 

senza cupi pensieri

senza affanni

un filo di vento

fra le mani

 

sospeso tra il cielo 

e l’orizzonte lo sguardo 

perso nel mondo     

tra le cose belle

 

come fiorito ramo il melo

stupire di fragranza più dolce

al suo profumo schiudersi

intatti ricordi dell’infanzia

 

re-dire in una terra vergine      

ove farfalle-api son pollini

turbinio di sogni      

 

immenso il respiro       

lo sguardo infinito

su bianco destriero 

roteare l’azzurro

 

ri-trovare il tempo

gualcire un ricordo

soffermarsi all’incanto

dal riso baciata la vita  

e la rima suggello 

del nuovo intrecciare

colori nei passi

 

 ***

 

lascito   

 

il quartiere

misurato

con il tuo passo

padre

ora mi è più caro

ogni angolo vivo

nel suono-profumo

di gemme in boccio

 

il tempo intriso

d’attese lo sguardo

che dai muri sorride

nuovo stupore

nei giorni infonde

rinnovata primavera

 

 ***

 

autoritratto

 

sono nata in un angolo di cielo

dove il vento rincorre nuvole

e spazza via la tristezza

 

 ***


(chiaroscuri)

 

nuovo canto

 

è per te

questo nuovo canto

che sgorga dal profondo dell’anima

che piove sopra il mondo

che inonda la città

che copre le cime della montagna

 

perché ti cerco ma non t’incontro

ti chiamo ma non mi ascolti

ti aspetto

 

e allora ti sogno

amore della mia vita  

 

 

*** 

 

escribir

 

escribo

porque no respiro

 

porque no encuentro 

espacio

alrededor de mí

 

para mis sueños

escribo

 

mientras que 

en la página

brotan visiones

 

y mi alma

vive

 

scrivere

 

scrivo perché non respiro

perché non trovo spazio

intorno a me

per i miei sogni

invece nella pagina

si aprono visioni 

e la mia anima

vive

 

 ***

 

(miniature)

 

fiori nel vento

si dissolvono giorni

senza un perché

 

 ***

 

(tracce)

 

scrigno

 

le notti insonni

uno scrigno dischiudo

di lucciole e parole

 

sembrano piccole stelle 

e suoni comparsi 

all’improvviso dal buio

 

volano ballano 

s’attorcigliano

 

come a voler comporre

una canzone in libertà 

 

è la poesia

che uscita dallo scrigno

s’innamora dei sogni

 

culla le anime inquiete

Rosaria Di Donato, è nata a Roma, dove vive. Laureata in filosofia, insegna in un liceo classico statale. Ha pubblicato cinque raccolte di poesia: Immagini, Ed. Le Petit Moineau, Roma 1991; Sensazioni Cosmiche, Ed. Le Petit Moineau, Roma, 1993; Frequenze D’Arcobaleno, Ed.   Pomezia-Notizie, Roma 1999; Lustrante D’ Acqua, Ed. Genesi, Torino 2008; Preghiera in Gennaio, Ed. Macabor, Francavilla Marittima (CS) 2021. Alcuni suoi testi sono presenti in diversi testi antologici. Collabora a riviste di varia cultura e i suoi volumi si sono affermati sia in Italia che all’estero, con giudizi critici di autorevoli studiosi. Vincitrice di alcuni premi di poesia, si interessa di arte, cinema, fotografia. Dal 2016 ha curato un laboratorio di scrittura creativa nel Liceo in cui insegna poi interrotto a causa del COVID-19. 


Alda Merini vista da Ninnj Di Stefano Busà