mercoledì 10 aprile 2024

Ginevra Lilli e la sua poetica di "Magari martedì"

La freschezza, anzi la limpidezza della parola poetica emerge in tutta la sua icasticità nei versi di Ginevra Lilli, autentica e poliedrica artista e poetessa, immersa in questo regno parallelo e tuttavia concomitante della ri-creazione, o riedificazione estetica, per giungere ad un mondo più genuino, più umano, in fondo più bello. L’arte, il disegno, ma soprattutto la poesia, come quella di Ginevra, ha in un certo senso la responsabilità di riportare sul giusto binario l’uomo, attraverso proposte, indicazioni e suggerimenti che nascono spontanei dal proprio cuore di artista, ed espressi poi in modo efficace, in grado di impressionare e coinvolgere il pubblico, il lettore, i nostri fratelli di questa martoriata società umana.
Il progetto poetico di Ginevra Lilli, in questa silloge, dal titolo singolare “Magari martedì”, tende dunque a riproporre, a sé stessa ma anche al lettore, l’importanza dei valori su cui fonda la vera essenza dell’uomo: non soltanto esteticamente, in una ricerca dell’armonia del creato, della bellezza della natura, ma anche soprattutto dei valori inerenti all’essere uomo: responsabilità, libertà, pace e amore, ed inoltre consapevolezza del confine della vita, verso cui noi tutti siamo destinati ineluttabilmente: “Siamo più veri lì / mentre ci avviciniamo con passi sordi / al momento del guado / del fiume stanco della fatica di vivere”, declama la poetessa in una sua poesia, ma questo concetto è sottinteso anche in vari altri passaggi della silloge.
È dunque un panorama completo, quello che descrive e propone Ginevra Lilli, un panorama di emozioni e di visioni, di ricerca dell’essenza nell’uomo e nei suoi rapporti con il mondo, un panorama fatto di sensazioni e di riflessioni, ma anche di ricerca, del metodo più consono ad esprimere poeticamente questo mondo: parole adatte che la poetessa ricerca, ricrea, ritrova speranzosa (… magari martedì!...), nella consapevolezza della precarietà e della fluidità dell’esistenza quotidiana, che vede tutto passare velocemente senza lasciare tracce significative e precise nel tempo e negli spazi delle occasioni.
La sua è una poesia scandita prevalentemente con versi brevi, con parole e termini stentorei ma sempre dolci, affabili e invitanti, a comporre quadri, visioni e riflessioni ben precisi, tanto da fissarli in una sorta di diario virtuale, con l’indicazione del luogo e della data.
Un libro di poesie interessante e gradevole da leggere, da meditare.

Proponiamo ora alcuni brani tratti dal suo libro, invitando i nostri lettori ad esprimere qualche gradita riflessione in proposito.

Vorrei dirti

con lenta dolcezza

delle mie scoperte.

Storie pigre

insensate

e nemmeno questo

è perdersi.

Scordiamo ancora

di contarci.

Noi tutti sopravvissuti.

 

Roma, 10 luglio 2021

 

 ***

 

Siamo più veri lì

mentre ci avviciniamo con passi sordi

al momento del guado

del fiume stanco della fatica di vivere.

In questi chiaroscuri

fra crepe e incertezze

nell’oro esploso

dilaniante di contentezze

volte a farsi tagli

incisioni e sorte per farci nuovamente tornare

nella notte a mani nude

in cerca di stelle.

 

Firenze, 12 novembre 2019

 

*** 

 

Siamo qui

senza avvertire

altro che il peso

delle nostre parti.

E se senti è perché vivi

e, vivendo, si inizia a morire.

Morendo si impara a vivere.

 

Roma, 5 ottobre 2019

 

 ***

 

Arrivano, piccoli dromedari in fila

nel deserto. Le parole assetate

in fila, anch’esse legate

l’una all’altra. In fila

in apparenza obbedienti. In fila, acconsenzienti.

Sono qui e prorompono

dispettose, scarmigliate.

Si spingono a vicenda, scolarette

impertinenti.

Scimmie ammaestrate, che si tengono

per mano. Sono così

stasera le parole. Non si sa

dove ci vogliano portare.

Verso il lieto fine o verso uno scivolone

giù, verso la fine della pagina

senza conclusione, senza

un abbraccio o una stretta di mano

che dica: “ecco, ci rivediamo

presto. Magari, martedì”.

 

Roma, 29 ottobre 2015

 

 ***

 

Ridere e morire.

Il tuo amore

è un vento

che giunge a confortarmi.

Nord.

Sud.

Vivere e scappare. Vivere e tornare.

E vivere ancora. Vivere e capire.

Vivere e progredire.

 

Roma, 6 ottobre 2015

 

 ***

 

Dodici

 

Hai generato altre mille tue personali

verità, identità

fra loro discontinue

a ricoprire il tuo essere

nudo, di cui non hai più memoria.

Ti è costato fatica

seppellirti lì sotto

ti chiedo, o forse

meno

di quanto non sia stato facile

evitare di fare i conti

con le notti che ciascuno di noi contiene.

Replicante tu, come altri

mille e mille corpi ciascuno

così al riparo dalla propria coscienza.

 

Roma, novembre 2018

(dalla sezione “Pagine nere”)


Brani tratti dal libro "Magari martedì", di Ginevra Lilli, Marco Saya Edizioni, 2023; prefazione di Francesco Moschini.


Ginevra Sanfelice di Monteforte Lilli è nata a Roma nel 1972, dove tuttora vive e lavora.
Dopo studi in lingua francese e tre anni di permanenza negli Stati Uniti, ha conseguito studi universitari in comunicazione e giornalismo.
Autodidatta sia nella scrittura, fin da bambina, che nel disegno astratto, cui si è dedicata in seguito, Ginevra Sanfelice Lilli, questa la sua firma, è la figlia adottiva di Laura Lilli, scrittrice, femminista, critico letterario, poeta.
Ha esposto a Roma e a Milano. Nel 2013 presenta la sua prima personale, Fronte-retro, presso uno studio artistico di Roma. Nel 2014 esce la sua prima raccolta di poesie, Diario ordinario, edito da Marco Saya Edizioni, Milano, presentato al pubblico in contemporanea con la serie di diciannove opere in bianco e nero con lo stesso titolo.
La raccolta di poesie è stata segnalata al Premio Internazionale di Letteratura Città di Como, 2015. Nel 2016 ha esposto la serie Sogni a Milano, presso l’Officina Coviello, che prosegue la sua ricerca fra segno e parola.

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